IL LECCE MI LASCIA SPERARE IN QUALCOSA DI BELLO
Il recupero di qualche giocatore, la presenza del pubblico, la sagacia del tecnico sono armi per condurre la lotta per vincere da qui al termine della stagione.
A voler essere del tutto sinceri devo dire che le mie impressioni e sensazioni dopo aver seguito la partita di mercoledì sera sono più permeate di fiducia e speranza che non di pessimismo che, invece, ho colto in qualche altra persona.
Perché un pareggio può dettare simili sentimenti è presto detto, a fine gara pur con una punta di rammarico per la mancata conquista della vittoria (che stava quasi per essere raggiunta sul filo di lana) c’è l’euforia per un risultato conquistato in rimonta e dopo che tutto sembrava compromesso dal terribile uno due inferto dalla Cremonese.
Invece proprio da lì è nato il nuovo Lecce. Ha accusato, la squadra tutta, momenti di sbandamento dopo il doppio svantaggio ma alla ripresa del gioco e dopo gli inevitabili, quanto giusti ed opportuni, interventi del mister il Lecce si è trasformato in squadra vogliosa di risalire la china cercando il risultato attraverso il gioco seguendo i piani tattici dell’allenatore.
Come ho già scritto, Corini ha impostato la squadra sul 4.3.3 ma avvalendosi di due esterni bassi che hanno fatto, quasi sempre con grande efficacia, le due fasi di gioco; ha messo al centro del piano tattico quel Tachtsidis che rientrato nei ranghi ha confermato che è pedina importante e, purtroppo, unica nel suo ruolo. Ma un’altra buona nuova è arrivata dalla linea d’attacco. Corini è partito con un tridente abbastanza leggero, anche se molto tecnico, (Falco, Coda, ListkowskI) poi cambiando il giovane polacco infortunatosi con Paganini ma al momento opportuno mutando pelle al suo Lecce ha fatto giocare con il 4.3.1.2 inserendo al fianco di un Coda, sempre più autoritario e determinante, un altro pezzo da novanta come Stępiński ed idue insieme hanno dialogato alla perfezione costringendo l’avversario ad una maggiore attenzione difensiva.
Ho lsciata per ultima quella che credo sia la nota pù importante della giornata: il ritorno del pubblico sugli spalti del “Via delmare”
Erano solo in mille, e non sono quelli di Garibaldi, ma si sono fatti sentire come se fossero tutti e ventimila gli spettatori che assistevano alle partite del Lecce prima della pandemia.
Sono stati uniti, tutti i presenti, ed hanno incitato, incoraggiato e spinto la squadra nel momento del massimo sforzo per riconquistare il pari e poi nella disperata ricerca della vittoria, che alla fine poteva pure esserci salvo un intervento salva tutto del portiere avversario.
Ed allora, mi dico da un paio di giorni se il Lecce del secondo tempo lavorerà di buzzo buono con il recupero di un altro uomo cardine del gruppo, il capitano Marco Mancosu, con il sostegno dei pochi ma validissimi sostenitori, non può che migliorare e percorrere quella strada che si è prefissa di praticare per arrivare ad un traguardo rispondente alle aspettative di società, giocatori e tifosi.
Il campionato cadetto è lungo, difficile e pieno di sorprese; siamo solo all’ inizio e c’è tutto il tempo per recuperare posizioni e salire in classifica.
Ernesto Luciani