ALMANACCO DEL GIORNO
ALMANACCO DI OGGI – Venerdì 26 Febbraio 2021
Ottava Settimana dell’Anno 2021
Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 57* giorni mancanti alla fine dell’anno 308
A Roma il sole sorge alle 06.50 e tramonta alle 17.57 (ora solare)
A Lecce il sole sorge alle 06.25 e tramonta alle 17.33 (ora solare)
OGGI SI FESTEGGIA: San Romeo
ACCADDE OGGI: 1935 – Watson-Watt dimostra il funzionamento del radar:
Per l’Italia di Marconi rappresentò uno smacco veder attribuito a un fisico britannico il merito di aver realizzato il primo sistema di telerilevamento. Per la Germania nazista fu tra le principali ragioni della sconfitta nella Seconda guerra mondiale. Nei cieli e mari dell’epoca contemporanea, sempre più trafficati, è uno strumento di viaggio insostituibile.
Dagli studi del tedesco Hertz (1886) sulla capacità di riflettere onde radio attraverso oggetti solidi, si erano susseguiti numerosi tentativi di realizzare un apparecchio per la rilevazione degli impulsi elettromagnetici, applicati soprattutto alla meteorologia. Esperimenti simili stava conducendo il fisico scozzese Robert Watson-Watt, quando fu incaricato dall’Ufficio Meteorologico del Regno Unito. Qui mise a punto un sistema di mappatura dei temporali, in grado di captare a distanza i segnali radio generati dai fulmini.
In questa scoperta il governo inglese intravide un’enorme potenzialità da utilizzare in campo militare, per la localizzazione di ostacoli lontani in campo aereo e navale. Watt si trovò a lavorare con l’illustre collega Edward Victor Appleton (Premio Nobel per la fisica 1947) a una rete di antenne che inviava il segnale verso l’alto, fino a raggiungere la ionosfera dove veniva riflesso riportando alla fonte informazioni sull’esatta distanza dalla sorgente di un dato corpo.
Il punto di svolta si verificò allorché Watt individuò il modo di rendere visibili su uno schermo i segnali radio riflessi e tracciarne la durata della loro propagazione. La prima dimostrazione del telerilevamento avvenne il 26 febbraio del 1935, nel corso della quale Watt riuscì a captare l’esatta posizione di un aereo in regime di silenzio radio e avvolto dalla nebbia. Il risultato fu che quattro anni dopo la Gran Bretagna si trovò disseminata di stazioni radar che avvertivano l’avvicinarsi di aerei nemici a 120 km di distanza.
Questa tecnologia, cui nel 1940 la Marina degli Stati Uniti diede il nome di RADAR (RAdio Detection And Ranging, in italiano “radio-rivelatore e misuratore di distanza”), influì sulle sorti del secondo conflitto mondiale, a discapito della Germania che ne aveva sottovalutato la portata “militare”. Da quel momento ogni aereo e nave lo ebbero in dotazione, aumentando gli standard di sicurezza nel trasporto passeggeri e nelle rotte commerciali.
Sebbene le cronache storiche continuino a riconoscere in Watt l’inventore del radar moderno, nessuno può negare che qualcuno prima di lui avesse già compreso il criterio alla base del suo funzionamento. Quel qualcuno era Guglielmo Marconi che nel 1922, in occasione del Congresso degli ingegneri americani a New York, annunciò che era molto vicino a realizzare un marchingegno in grado di rendere visibili gli oggetti in condizioni di buio totale e di nebbia.
La sua sfortuna fu che le alte gerarchie dell’esercito regio italiano non ritennero di dover finanziare gli studi del fisico bolognese, che alla fine s’indirizzò verso l’utilizzo delle microonde nella radiotelegrafia delle navi in luogo di scarsa visibilità. L’assenza di un’industria nazionale elettronica fece sì che si dovesse aspettare il 1950 per veder nascere in Italia la prima produzione di radar su scala industriale. Un ritardo che a Marconi costò un prestigioso primato scientifico.
EVENTO SPORTIVO Cala il sipario su Torino 2006:
Con la cerimonia di chiusura allo Stadio Olimpico di Torino si sono concluse le seconde Olimpiadi invernali italiane. Gli azzurri hanno vinto 5 ori e 6 bronzi, nessuna nello sci alpino, dominato dall’Austria.
Nel pattinaggio di velocità exploit italiano: Enrico Fabris ha vinto 2 ori (nei 1500 m e nell’inseguimento a squadre) e 1 bronzo (nei 5 km).
Ha un valore particolare per l’Italia il bronzo nella staffetta femminile dello short track sui 3 km, perché è la centesima medaglia olimpica invernale e una delle quattro atlete, Arianna Fontana, è la più giovane medagliata italiana (poco meno di sedici anni) nella storia dei Giochi invernali.
Nello sci di fondo, la staffetta 4×10 km ha vinto l’oro e Giorgio Di Centa ha vinto l’ultima gara individuale, la 50 km tecnica libera. Armin Zöggeler, oro nello slittino singolo, è il primo atleta azzurro in assoluto a vincere 4 medaglie in quattro Olimpiadi consecutive: bronzo a Lillehammer, argento a Nagano, oro a Salt Lake City e a Torino (ma il suo bottino si arricchirà ulteriormente con i due bronzi di Vancouver 2010 e Sochi 2014).
Gerda Weißensteiner, bronzo nel bob a 2 (in coppia con Jennifer Isacco), ha totalizzato 6 presenze ai Giochi Olimpici, insieme allo slittinista Wilfried Huber, e 12 anni dopo aver vinto l’oro nello slittino a Lillehammer.
NACQUERO OGGI:
1953 – Michel Bolton – cantautore
1985 – Fernendo Llorente – calciatore
LA FRASE CELEBRE (Aforisma):
Nessuno sa abbastanza, ed abbastanza presto (E. Pound)
PROVERBIO DEL GIORNO:
Febbraio corto e amaro.
DOODLE DI GOOGLE: Taro Okamoto:
Il nome del pittore e scultore giapponese Taro Okamoto divenne famoso nel mondo dell’arte internazionale dopo la Seconda guerra mondiale. Nato a Kawasaki, città a sud di Tokyo, completò i suoi studi in Europa, alla Panthéon Sorbonne di Parigi, il polo universitario francese più grande e antico. All’ombra della Torre Eiffel entrò in contatto con i maggiori artisti dell’epoca, in particolar con André Breton, nome di punta della corrente surrealista.
Astrattismo ed esoterismo caratterizzano la sua produzione artistica, cui unì una prolifica attività di scrittore interessato principalmente ai misteri tipici della cultura giapponese. Google ha reso omaggio ad Okamoto nel 2011, in occasione del centenario della sua nascita, con un doodle locale (visibile in Giappone), che riprende il motivo della Torre del Sole, la sua opera più nota, oggi esposta all’Expo Memorial Park di Osaka. –