TORNANO LE GIORNATE FAI
UN INVITO A GUARDARE AL DOMANI CON RINNOVATA FIDUCIA. CORAGGIO, ORGOGLIO E GENEROSITÀ
Proprio nel significato più profondo di queste parole è racchiuso lo spirito della 29ª edizione delle Giornate FAI di Primavera in programma sabato 15 e domenica 16 maggio 2021. Le Giornate FAI di Primavera sono il primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown. Anche quest’anno la grande manifestazione di piazza del FAI, dal 1993 il più importante evento dedicato al patrimonio culturale che celebra arte, storia e natura, torna a coinvolgere gli italiani – dopo i mesi difficili vissuti – nell’entusiasmante scoperta delle bellezze che ci circondano, grazie all’apertura di 600 luoghi in 300 città e 19 Regioni, molti dei quali poco conosciuti o accessibili in via eccezionale, visitabili in totale sicurezza e nel rispetto delle normative vigenti. VOGLIA D’ITALIA Un’iniziativa che il Fondo per l’Ambiente Italiano ha voluto coraggiosamente e prontamente programmare a metà maggio, affrontando con grande tenacia e una buona dose di audacia le innumerevoli complessità organizzative legate all’emergenza sanitaria, e che solo pochi giorni fa ha avuto la conferma di poter realizzare, in base alle misure contenute nel Decreto Legge del 22 aprile. Tutto questo è stato possibile grazie a un’incontenibile voglia d’Italia, a un’inesauribile fiducia nel Paese e a un lavoro difficile e senza sosta nei mesi in cui l’Italia era ferma a causa dell’emergenza. È uno sforzo speciale, che si avvicina all’eroismo, e di cui si sono fatti carico con encomiabile entusiasmo e passione civica i volontari di 335 Delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutta Italia, vero motore dell’evento nel solco del principio di sussidiarietà regolato dall’articolo 118 della Costituzione, che potranno contare sul supporto di Protezione Civile, Croce Rossa e Arma dei Carabinieri, da anni al nostro fianco in questa manifestazione. UN MIRACOLO ITALIANO Questa edizione è dunque un piccolo “miracolo” che ci rende orgogliosi e anche un prezioso regalo che la nostra Fondazione offre agli italiani. Siamo infatti convinti che partecipare alla manifestazione potrà contribuire a ridare ai cittadini speranza e fiducia nel futuro, riavvicinandoli, dopo una lunga lontananza forzata, ai beni storici, artistici e naturalistici del nostro Paese, che dal 1975 ci impegniamo ogni giorno a tutelare, salvaguardare e valorizzare con grande slancio e senso di responsabilità, per sempre e per tutti. Ad affiancare i volontari, come in ogni edizione, ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, studenti che desiderano attuare con i propri docenti un’esperienza sul campo come percorso formativo per le competenze trasversali e l’orientamento, o che hanno scelto autonomamente di mettersi in gioco in prima persona per raccontare da protagonisti, anche solo per un giorno, le meraviglie del proprio territorio. Le Giornate FAI sono un’occasione per conoscere l’inestimabile patrimonio culturale d’Italia e un grande momento di incontro tra il FAI e tutti gli italiani. Chi deciderà di partecipare contribuirà ad aiutare la Fondazione, in un momento delicato come quello che stiamo vivendo, a portare avanti la sua missione e a compiere tanti altri “miracoli” di cui essere orgogliosi. COME PARTECIPARE ALLE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA E SOSTENERE LA FONDAZIONE Nel rispetto della normativa vigente, per partecipare alle Giornate FAI di Primavera è OBBLIGATORIO PRENOTARSI SUL SITO WWW.GIORNATEFAI.IT ENTRO E NON OLTRE LA MEZZANOTTE DEL GIORNO PRECEDENTE LA VISITA. GLI INGRESSI SARANNO DISPONIBILI FINO ALL’ESAURIMENTO DEI POSTI DI OGNI TURNO PER GARANTIRE LA SICUREZZA DI TUTTI. AVVISO IMPORTANTE RELATIVO A TUTTI I BENI, ITINERARI E APERTURE: È POSSIBILE EFFETTUARE L’ULTIMA VISITA 30 MINUTI PRIMA RISPETTO ALL’ORARIO DI CHIUSURA. Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). Coloro che decidono di partecipare, sostengono con il proprio contributo la missione del FAI. Quest’anno il contributo minimo suggerito per prenotarsi e prendere parte alle Giornate FAI di Primavera è di 3 €. Per chi lo volesse, sarà possibile sostenere ulteriormente la missione della Fondazione con contributi di importo maggiore oppure attraverso l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano che permette di godere di iniziative e vantaggi dedicati. Durante le visite sarà necessario rispettare tutte le norme di sicurezza indicate nei cartelli informativi posti all’inizio dei percorsi. N.B.: Il programma delle aperture potrebbe subire variazioni; la realizzazione dell’evento nelle singole Regioni dipenderà dal loro colore nella settimana del 10 maggio. Per le Regioni attualmente arancioni prenotazioni aperte da sabato 8 maggio in caso di passaggio in zona gialla. PER L’EDIZIONE 2021 LA DELEGAZIONE FAI DI LECCE HA PREVISTO IL SEGUENTE PROGRAMMA: SABATO 15 MAGGIO FAI…GLI ORDINI MONASTICI LECCE OLIVETANI: CHIESA DI SAN NICCOLÒ E CATALDO – Bene promosso dai Volontari FAI dalle 9:30 alle 12:30 Visite a cura dei Volontari FAI e degli Apprendisti Ciceroni Liceo Scientifico C. De Giorgi AGOSTINIANI: CHIESA DI SANTA MARIA DI OGNI BENE E GIARDINO dalle 16:30 alle 20:30 Visite e Momenti musicali a cura del Liceo Scientifico C. De Giorgi. Durante le visite, è prevista la partecipazione del paesaggista e agronomo Gianluca Tramutola che ha collaborato con il Comune di Lecce per la progettazione del Giardino CELESTINI: LE STANZE DEL PREFETTO dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 20:00 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Marcelline e Momenti musicali a cura del Liceo Classico Musicale Palmieri *Visita Riservata agli Iscritti FAI GESUITI: IL CIRCOLO CITTADINO dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 20:30 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni Liceo Scientifico C. De Giorgi e Momenti musicali a cura del Conservatorio Tito Schipa di Lecce FAI…I PARCHI NATURALI MARINA SERRA DI TRICASE PARCO NATURALE REGIONALE “COSTA OTRANTO S. M. DI LEUCA E BOSCO DI TRICASE” – VISITA TORRE PALANE D’in su la vetta della torre antica…che FAI!” dalle 16:00 alle 20:00 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico Classico “Stampacchia” di Tricase GALLIPOLI PARCO NATURALE REGIONALE “ISOLA DI SANT’ANDREA E LITORALE DI PUNTA PIZZO” – VISITA PARCO E MASSERIA DI PUNTA PIZZO dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:30 Visite a cura dei Volontari FAI *Si consiglia di indossare scarpe chiuse e comode. L’itinerario prevede un sentiero all’interno del parco. RI…FAI IL TEATRO COMUNALE DI NARDO’ NARDO’ TEATRO COMUNALE DI NARDO’ dalle 16:00 alle 20:00 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Galileo Galilei di Nardò ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE LECCE – S.P. 100 Squinzano – Casalabate, km. 5.900 ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE – Bene FAI dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00DOMENICA 16 MAGGIO FAI…GLI ORDINI MONASTICI LECCE AGOSTINIANI: CHIESA DI SANTA MARIA DI OGNI BENE E GIARDINO dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 20:30 Visite e Momenti musicali a cura del Liceo Scientifico C. De Giorgi Durante le visite della mattina, è prevista la partecipazione del paesaggista e agronomo Gianluca Tramutola che ha collaborato con il Comune di Lecce per la progettazione del Giardino CELESTINI: LE STANZE DEL PREFETTO dalle 9:30 alle 12:30 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni dell’Istituto Marcelline e Momenti musicali a cura del Liceo Classico Musicale Palmieri *Visita Riservata agli Iscritti FAI GESUITI: IL CIRCOLO CITTADINO dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 20:30 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni Liceo Scientifico C. De Giorgi e Momenti musicali a cura del Conservatorio Tito Schipa di Lecce FAI…I PARCHI NATURALI MARINA SERRA DI TRICASE PARCO NATURALE REGIONALE “COSTA OTRANTO S. M. DI LEUCA E BOSCO DI TRICASE” – VISITA TORRE PALANE D’in su la vetta della torre antica…che FAI!” dalle 16:00 alle 20:00 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico Classico “Stampacchia” di Tricase GALLIPOLI PARCO NATURALE REGIONALE “ISOLA DI SANT’ANDREA E LITORALE DI PUNTA PIZZO” – VISITA PARCO E MASSERIA DI PUNTA PIZZO dalle 9:00 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 19:30 Visite a cura dei Volontari FAI *Si consiglia di indossare scarpe chiuse e comode. L’itinerario prevede un sentiero all’interno del parco. RI…FAI IL TEATRO COMUNALE DI NARDO’ NARDO’ TEATRO COMUNALE DI NARDO’ dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 16:00 alle 20:00 Visite a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Classico Galileo Galilei di Nardò ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE LECCE – S.P. 100 Squinzano – Casalabate, km. 5.900 ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE – Bene FAI dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 19:00 I BENI E GLI ITINERARI DEL PROGRAMMA: LECCE (LE) OLIVETANI: CHIESA DI SAN NICCOLÒ E CATALDO – Bene promosso dai Volontari FAI. La storia di San Niccolò e Cataldo copre un arco di almeno sei secoli, dal XII al XVIII. Gabriele Riccardi realizza le due acquasantiere ricavate nelle colonne all’ingresso della chiesa; la statua di San Nicola, oggi collocata nella navata sinistra, era originariamente posta sull’altare maggiore (pure quest’ultimo rimosso nel Settecento per far posto all’attuale altare marmoreo), anch’esso rifatto dal Riccardi, cancellando l’abside medievale. Alla Chiesa, già nel Medio Evo, era associato il Monastero dei cui due chiostri, quello adiacente alla Chiesa, completato nel 1559, ospita uno straordinario pozzo a baldacchino. La chiesa, oggi BENE PROMOSSO DAI VOLONTARI FAI, rimasta per molto tempo accessibile solo durante la celebrazione delle Messe, è visitabile nei giorni lunedì, giovedì e sabato, dalle ore 9,30 alle ore 12,30. AGOSTINIANI: CHIESA DI SANTA MARIA DI OGNI BENE E GIARDINO Chiesa e convento furono dedicati alla “Madonna di Ogni Bene”. L’intitolazione deriva dal nome di una chiesetta, che era lì nei pressi, contenente un’immagine miracolosa della Vergine (dispensatrice di ogni bene), poi traslata nell’attuale chiesa. Al momento dell’insediamento dei frati osservanti cambiò nome, diventando Chiesa di S. Antonio di fuori (ancora adesso, sia pure acefala, nell’arco spezzato del frontone dell’ordine superiore, è presente la statua del Santo). La chiesa veniva definita pure dei “Coronatelli”, con rifermento all’immagine della “Madonna Incoronata” presente all’interno. L’appellativo, attribuito sia agli Agostiniani che agli Osservanti, fu gradualmente modificato, dalla malizia dei leccesi e non solo dai mutamenti dialettali, in “Cornutelli” e quindi in “Curnutiedhri”. Lo spazio che si sviluppava tra i Bastioni e la struttura cultuale, tra Settecento e Ottocento, fu spesso utilizzato per processioni, parate ed esercitazioni militari, cui partecipava buona parte della popolazione. Fu pure il luogo dove avvenivano le esecuzioni capitali. Il giardino ha avuto sin dalla sua origine, una funzione prevalentemente produttiva, come da tradizione dei giardini monastici. Il suo assetto attuale è frutto di una rievocazione progettuale che dà testimonianza delle originarie coltivazioni. In esso sono riconoscibili il frutteto con orti ornamentali e specie tipiche della macchia mediterranea. La presenza di aiuole di dimensioni e geometrie simili è un chiaro riferimento al tema della classificazione botanica e dell’orditura dei campi in piccole particelle. Il giardino ha una forte valenza didattica ed invita ad una fruizione rispettosa dei luoghi, della bellezza e fragilità della natura. * Durante le visite del 15 maggio e della mattina del 16 maggio è prevista la partecipazione del paesaggista e agronomo Gianluca Tramutola che ha collaborato con il Comune di Lecce per la progettazione del GiardinoCELESTINI: LE STANZE DEL PREFETTO Il cortile del Palazzo della Prefettura è il primo esempio di stile neoclassico a Lecce. Esso introduce nella città una visione architettonica nuova. Il neoclassicismo leccese non dimenticò le soluzioni del barocco, ne ereditò molte, ne adattò qualche altra in un nesso logico e ideale. Tuttavia, forse perché nato all’improvviso nel rigoglio della tradizione barocca, ne ignora il virtuosismo. La parte del Palazzo dei Celestini che guarda verso la Villa Comunale presenta uno scalone che conduce al primo piano. Qui una serie di sale e un salone di rappresentanza con ricchi arredi caratterizzano ancora oggi la residenza ufficiale del Prefetto. La facciata del Palazzo che guarda verso la Villa Comunale, divisa in due piani da una cornice, avanza nel corpo centrale che presenta nel piano inferiore tre grandi archi, due dei quali sono cieco ed uno aperto. Nel piano superiore, in corrispondenza dei due archi, si aprono tre finestroni inquadrati da semplici lesene. Sull’alto basamento il muro è a bugnato: interrompendo la superficie liscia, dà risalto al corpo centrale. Le pareti laterali presentano 9 finestre rettangolari. Il cortile differisce moltissimo da analoghe costruzioni precedenti: diversissimo per esempio l’effetto del cortile del Palazzo del Seminario. Gli elementi strutturali e portanti sono uguali: nel Seminario le arcate grandiose si impongono sulla superficie ed il muro liscio, che si alza su di esse, accresce l ‘impressione di questo dominio spaziale; nella prefettura, invece, tutti gli elementi sono in armonia tra loro e con lo spazio circostante. Il confronto con il Palazzo del Municipio, costruito nella metà del 700, richiama a differenze ancor più sostanziali. Il Municipio ha, infatti, l’impronta di un barocco leggero, armonioso ed elegante. *Visita riservata agli Iscritti FAI GESUITI: IL CIRCOLO CITTADINO Visitare il Circolo Cittadino situato al piano terra dell’antico Collegio dei Gesuiti significa vedere uno dei luoghi simbolo della vita sociale e culturale della città lungo l’arco di due secoli. Pur avendo cessato la sua attività, conserva ancora la sistemazione degli spazi con i suoi arredi. Entrando dall’ingresso sulla via Rubichi, si vede l’antico chiostro caratterizzato da arcate sorrette da robusti pilastri che ha mantenuto la struttura originaria ed è stato arricchito con alberi e aiuole divenendo un giardino. Nel 1929 è stata realizzata una fontana disegnata dall’architetto Piacentini. Si attraversano poi alcune sale arredate che conservano due busti raffiguranti il famoso cantante Tito Schipa; interessante anche un gruppo di piccole sculture in forma di caricature relative a personaggi leccesi del primo novecento. Si giunge poi attraverso la sala di lettura al grande salone testimone di tanti eventi dei quali si conservano numerose testimonianze che verranno illustrate. MARINA SERRA DI TRICASE PARCO NATURALE REGIONALE “COSTA OTRANTO S. M. DI LEUCA E BOSCO DI TRICASE” – VISITA TORRE DI PALANE Torre Palane si trova in un’area marina a Marina Serra, località nel territorio di Tricase in provincia di Lecce. Ricade nel Parco naturale regionale Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase, caratterizzato per la presenza delle maestose querce vallonee, che in Terra d’Otranto si trovano solo qui. Comunica a vista con Torre di Tricase a nord e Torre Nasparo a Sud. Domina la baia detta “la piscina” ricavata nella roccia arenaria per edificare lei stessa e per realizzare un approdo. Torre Palane fa parte della grande linea di sorveglianza che l’Imperatore Carlo V fece costruire a difesa del Regno, e questo era il tratto più esposto alla prepotenza turca durante i secoli XV-XVI. Fu edificata nel 1537 a seguito del saccheggio dei comuni di Castro e Marittima e dell’incendio di alcune località rivierasche e dell’entroterra. Il litorale dove sorge è ricco di insenature e calette, ideali, in quei secoli, per lo sbarco di insidiosi e pericolosi manipoli di pirati barbareschi. La torre, costruita con blocchi di arenaria estratti in loco, ha base troncopiramidale a lieve scarpa, mentre il corpo, sopra il cordolo, ha struttura parallelepipeda coronata da beccatelli. È alta 15m con lati lunghi di 9m e si trova a 15m dal livello del mare sottostante. Sul lato monte vi è una sopraelevazione dotata di caditoia, probabilmente postuma all’epoca della costruzione, per la difesa della porta d’accesso al primo piano, trasformata in finestra dopo l’apertura di una porta alla base. Torre Palane attualmente non è visitabile per restauri in corso d’opera ma la sua “storia”, nel 2020, è stata inserita nel censimento del FAI come luogo del cuore da salvare. L’apertura simbolica di Torre Palane è pertanto un’occasione per sensibilizzare il suo recupero e tornare viva per essere raccontata, da un punto di vista storico-artistico e naturalistico-botanico, a tutti gli amanti visitatori guidati dagli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico e Classico Stampacchia di Tricase. GALLIPOLI PARCO NATURALE REGIONALE “ISOLA DI SANT’ANDREA E LITORALE DI PUNTA PIZZO” – VISITA PARCO E MASSERIA DI PUNTA PIZZO Il Parco di Gallipoli si divide in due zone: l’isola di S. Andrea e l’area di Punta Pizzo, che si trova a sud della città. Si raggiunge percorrendo SS 101 (Lecce -Gallipoli) con uscita Punta Pizzo. Il Parco è nato per salvaguardare i caratteri di quella chorà erema –terra deserta- ricordata da Tucidide, uno straordinario ecomosaico in cui convivono ambienti estremamente diversificati e si intersecano rotte migratorie che vanno dal Nordafrica all’Europa centrale e ai Balcani. La Torre del Pizzo, realizzata dai proprietari fra il 1532 ed il 1563, domina solitaria la stupenda insenatura e guarda alla città. Da un atto notarile del 2 gennaio 1693, risulta che la Reverenda Madre Priora di S.Teresa aveva ottenuto dall’Università di Gallipoli l’uso del sito di demanio montuoso e macchioso, detto pizzo del cutriero, “per fare un aparo, per avere cera e altro di utile e comodo a detto venerabile convento”. Intorno alla metà del 1800 la proprietà fu acquisita dalla famiglia Provenzano di Matino ed in seguito, all’inizio del 1900, passò alla famiglia Di Mattina di Taviano, attuale proprietaria. Il parco, un autentico tesoro di biodiversità-quasi 1000 specie/Kmq, comprende gran parte della Zona di Protezione speciale, istituita dall’ Unione europea. Finalità del Parco, vinta la sfida con la grande speculazione edilizia, è garantire la ricostituzione degli ambienti originari e dei loro equilibri, promuovendo una corretta fruizione del territorio in una fascia costiera ad alta pressione antropica, significativo riferimento di pianificazione e buone pratiche per i sistemi costieri del Salento. La visita oltre ad offrire una prospettiva ed uno sguardo privilegiato di Gallipoli e dell’isola di Sant’Andrea, è un’opportunità per osservare da vicino un mosaico di biodiversità con fioriture di diverse piante incluse nella Lista Rossa Regionale. Importante è anche la presenza di uccelli migratori che, grazie alla posizione geografica di punta Pizzo, qui trovano un luogo di sosta e riposo. *Si consiglia di indossare scarpe chiuse e comode. L’itinerario prevede un sentiero all’interno del parco. NARDO’ TEATRO COMUNALE DI NARDO’ La storia del teatro comunale di Nardò trova origine nel desiderio della comunità neretina di essere anche lei protagonista della scena teatrale della seconda metà del XIX secolo. Il Teatro, situato nello Slargo detto “Largo del Carmine”, rispecchia architettonicamente i canoni dello stile Neoclassico comune alla costruzione della maggior parte dei Teatri italiani dell’epoca. Sebbene la struttura sia più piccola rispetto alle dimensioni di questi ultimi, l’ing. Tarantino riesce con grande abilità a rendere maestosa e imponente la facciata dell’edificio, conferendole dinamicità con due avancorpi laterali che la spingono più in fuori rispetto alla parte centrale. Nella parte inferiore sono presenti tre grandi fornici di ingresso decorate a bugnato con la tipica pietra leccese; in quella soprastante, appena sopra la cornice marcapiano, ben 5 finestroni che illuminano le stanze interne. Il teatro rimane in attività fino ai primi anni del secondo dopoguerra. Grazie a compagnie teatrali di notevole spessore, il “Comunale” riesce ad acquisire un posto di grande rispetto fra le altre strutture teatrali salentine, specializzandosi in spettacoli di operetta e successivamente, in epoca fascista, tramutandosi in cinematografo e sala per i famosi veglioni del Carnevale. Dimenticato in seguito al suo primo abbandono negli anni settanta del novecento, il recente restauro di questo bene ha riportato alla luce uno dei monumenti più significativi del territorio, permettendone la rinascita. Salendo gli scalini che portano all’entrata e attraversando il foyer; godendo degli splendidi affreschi della volta dal punto più ravvicinato offerto dal loggione, ci immergeremo in un tripudio di armonia neoclassica e di sprezzante rinascita barocca. Lasciandoci trascinare dalle emozioni che l’arte di questo monumento ha, nel tempo, instillato negli occhi di chi le ha prestato attenzione, avremo l’occasione di rivivere la storia di questo luogo. L’ABBAZIA DI S. MARIA DI CERRATE (LECCE), Bene FAI Immersa in un meraviglioso paesaggio di uliveti, alberi da frutto e aree coltivate, leggenda vuole che l’Abbazia sia stata fondata in seguito a una visione da parte del re Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce, a cui apparve l’immagine della Madonna, dopo aver inseguito una cerbiatta in una grotta. Storicamente, invece, la fondazione è attestata tra la fine dell’XI e gli inizi del XII secolo, quando Boemondo d’Altavilla – figlio di Roberto il Guiscardo – insedia un cenobio di monaci greci, seguaci della regola di San Basilio Magno, che riparano in Salento per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste di Bisanzio. Sorta in prossimità della strada romana che univa Brindisi con Lecce e Otranto, l’Abbazia viene ampliata fino a divenire uno dei più importanti centri monastici dell’Italia meridionale: nel 1531, quando passa sotto il controllo dell’Ospedale degli Incurabili di Napoli, il complesso comprende, oltre alla chiesa, stalle, alloggi per i contadini, un pozzo, un mulino, due frantoi ipogei. Il saccheggio dei pirati turchi nel 1711 fa precipitare l’intero centro in uno stato di completo abbandono che prosegue nel corso del XIX secolo fino all’intervento della Provincia di Lecce, nel 1965, che affida i lavori di restauro all’architetto Franco Minissi. Grazie a un bando pubblico promosso dalla Provincia di Lecce, nel 2012 il complesso viene affidato al FAI. Oggi, dopo un complesso intervento di restauro che ha permesso anche di riaprire al culto la Chiesa di Santa Maria di Cerrate, l’Abbazia è nuovamente visitabile e rappresenta uno splendido esempio di architettura romanica pugliese impreziosita da importanti affreschi che ne fanno un unicum nel mondo bizantino. Per l’occasione l’Abbazia organizzerà delle visite guidate del complesso abbaziale che restituiranno l’affascinante racconto della sua doppia anima di luogo di culto e masseria storica. Un tempo monastero di rito bizantino con scriptorium e biblioteca, poi centro di produzione agricola specializzato nella lavorazione delle olive. In programma anche visite guidate a stretto contatto con la natura con “Cerrate all’Aperto”: sarà un’occasione per scoprire aspetti inediti dell’Abbazia di Cerrate, per approfondire l’aspetto agricolo e naturalistico, non solo del Bene ma anche del paesaggio nel quale