SU AGROMED NESSUN CONFRONTO CON I LAVORATORI
Filctem Cgil: “Senza confronto progetti sterili. Chi segue il progetto non conosce la storia”
La notizia dello sblocco dei fondi per Agromed ci lascia sorpresi, perché come al solito sul nostro territorio si consuma un copione che finora ha solo prodotto progetti sterili, utili a drenare risorse pubbliche ma incapaci di generare ricchezza e benessere. È mancato ogni tipo di confronto sindacale e col territorio e dubitiamo che il rilancio dell’impianto come quello ex Miroglio passi da una decisione presa da poche persone, che tra l’altro erano già coinvolte nella vicenda. La mancanza di confronto con i lavoratori e i loro rappresentanti non può essere giustificata né per una questione di tempi, considerando che sono passati mesi dalla delibera Cipe, né per una questione di titolarità dell’argomento, considerando che solo grazie alla mobilitazione dei lavoratori ex Miroglio quel capannone è ora nelle disponibilità del pubblico. La mancata concertazione coi lavoratori dimostra da un lato la scarsa considerazione delle parti sociali, e quindi sembrano risuonare false le dichiarazioni sulla possibile ricollocazione dei lavoratori e le opportunità occupazionali, e dall’altro la scarsa conoscenza della storia di quel capannone che è stato teatro di una delle più importanti vertenze territoriali che ha coinvolto la provincia di Taranto. Evidentemente il gruppetto di imprenditori autoreferenziali che si è organizzato per la gestione dei fondi pubblici non ha avuto l’accortezza di informarsi adeguatamente, altrimenti saprebbe per certo che qualunque iniziativa venga presa in quell’impianto deve per forza coinvolgere i lavoratori ex Miroglio, che ora sono a casa senza alcun salario. Il confronto coi sindacati e coi lavoratori è troppo spesso considerato una perdita di tempo, ma solo da chi opera in progetti i cui fini sono prevalentemente egoistici. Non conosciamo alcun progetto riguardante Agromed, né quale piano industriale sarà realizzato, e esprimiamo quindi tutti i nostri dubbi a riguardo. Ci auguriamo che, perché quel capannone non diventi scenario di uno sterile progetto pensato per spartirsi soldi pubblici, si apra un confronto, sperando di non essere costretti, ancora una volta, come la Cgil fa da anni, a raccogliere i cocci di roboanti piani fondati sul niente, che alla fine danneggiano il territorio e impoveriscono la comunità.