ALMANACCO DEL GIORNO
ALMANACCO DI OGGI: giovedì 17 febbraio 2022
Settima Settimana dell’Anno 2022
Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 48 * giorni mancanti alla fine dell’anno 317
A Roma il sole sorge alle 07.02 e tramonta alle 17.45 ora solare)
A Lecce il sole sorge alle 6.42 e tramonta alle 17.39 (ora solare)
OGGI SI FESTEGGIA: San Donato
OGGI È: Giornata internazionale del gatto
Il 17 febbraio è il giorno dell’anno dedicato al più infedele degli animaletti da compagnia, il gatto. La festa del gatto venne introdotta nel 1990 da un referendum proposto ai lettori della rivista “Tuttogatto”.
La giornalista ideatrice dell’iniziativa, Claudia Angeletti, chiese appunto ai lettori di indicare il giorno più consono da dedicare alla festa dei mici, e la risposta scelta fu appunto il 17 di febbraio. Ecco le motivazioni:
Febbraio dal punto di vista zodiacale è legato al segno dell’acquario, il segno dell’intuito, della libertà e dell’anticonformismo; caratteristiche tipiche dei gatti!
Nel nord Europa il numero 17 ha un valore benefico, che significa anche “Vivere una vita sette volte”
Se si scrive in numeri romani ”XVII ” e si fa l’anagramma si ottiene “VIXI” , parola latina che significa “HO VISSUTO”; e chi più di un gatto, titolare di 7 vite, può dire di aver vissuto?
Nel territorio le iniziative per festeggiare i felini crescono di anno in anno: mostre, fiere, mercatini, spettacoli, vengono promossi da città, associazioni ed enti al fine di festeggiare e sancire ancor di più l’amore che molti nutrono per il gatto.
ACCADDE OGGI: 1992 – Scoppia Tangentopoli:
«Che ci fosse la corruzione in Italia si è sempre saputo, la classe dominante promanava questo puzzo di fogna che tutti sentivano, il famoso “turarsi il naso”». La lucida analisi di Indro Montanelli sullo “scandalo delle tangenti” sottolinea come la caduta del Muro di Berlino e la fine dell’incubo “comunista”, abbiano creato i presupposti per mettere sotto processo un intero sistema politico ed economico, segnando uno spartiacque nella storia della Repubblica Italiana.
Alle 17 di lunedì 17 febbraio davanti al Pio Albergo Trivulzio (ente pubblico milanese che ospita una casa di riposo per anziani) un’autocivetta dei carabinieri attende il momento giusto per far scattare l’operazione. Dentro la vettura c’è anche il giovane sostituto procuratore della Repubblica Antonio Di Pietro, che sta indagando su un giro di tangenti nella sanità meneghina. Di concerto con il magistrato, l’imprenditore Luca Magni entra nell’edificio per consegnare una “mazzetta” da 7 milioni di lire all’ingegnere Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio ed esponente del partito socialista.
Intascati i soldi, Chiesa viene tratto in arresto per concussione e messo sotto interrogatorio. È l’episodio chiave che scatena una bufera giudiziaria nello scenario politico nazionale e nel mondo dell’imprenditoria e dell’alta finanza. L’inchiesta, denominata Mani pulite, è condotta da un pool di magistrati, guidati dal procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, tra i quali oltre a Di Pietro figurano Gherardo Colombo e Ilda Boccassini.
Il quadro politico di quel periodo vede l’approssimarsi delle elezioni politiche (fissate per il 5 aprile), in vista delle quali si profila un’alleanza tra Democrazia Cristiana e Partito Socialista Italiano, quest’ultimo atteso dai festeggiamenti per il centenario della nascita. La notizia dell’arresto di Chiesa in questo contesto è destabilizzante e mette sulla graticola politici di tutte le forze parlamentari.
Le rivelazioni dell’ex presidente del Trivulzio fanno emergere un quadro più fosco di quello che i giudici si aspettavano e fanno scattare le manette per otto imprenditori coinvolti negli appalti della sanità lombarda. In primavera arrivano i primi avvisi di garanzia per politici e personaggi istituzionali, travolti da un fiume in piena che mina alle fondamenta i principali partiti italiani: dal PSI alla DC, passando per il Partito Democratico della Sinistra (ex PCI).
Non passa giorno che giornali e tg non aprano con un bollettino aggiornato di indagati e arrestati, tra i quali compaiono semplici impiegati pubblici accanto ad alti funzionari dello Stato, noti imprenditori ed esponenti dell’alta finanza. Il terremoto è in atto e sul banco degli imputati ci sono soprattutto i partiti, accusati di finanziarsi illecitamente attraverso mazzette milionarie versate da imprenditori amici.
In questo clima rovente si va al voto e i cittadini indignati dalle vicende di “Mani pulite” fanno sentire la propria protesta, penalizzando i grandi partiti e premiando forze emergenti come la Lega di Umberto Bossi. Nel frattempo, una prima significativa ammissione sul ricorso al finanziamento illecito arriva alla Camera dal segretario del PSI Bettino Craxi che, rivolto agli altri colleghi, parla di una diffusa consuetudine «all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale».
Nel prosieguo dell’inchiesta si manifesta un aspetto di notevole drammaticità: in tanti tra le persone coinvolte preferiscono togliersi la vita, altri non reggono alla vergogna del carcere e muoiono di crepacuore. Le indagini a fine anno arrivano a toccare i vertici della classe dirigente, su tutti Craxi che, dopo quattro avvisi di garanzia per reati di corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, è costretto a dimettersi dal PSI, dopo averlo guidato per quasi 17 anni.
La sua parabola di uomo delle istituzioni va incontro a un graduale declino fino alla latitanza ad Hammamet (Tunisia), da dove non farà più rientro in Italia. Insieme a lui spariscono dalla ribalta politica numerosi personaggi di rilievo mentre alcuni, come Giulio Andreotti, ne escono fortemente ridimensionati; medesima sorte tocca a grandi partiti come la DC, il PSI, il PSDI e il PLI che, dopo aver scritto un pezzo importante di storia italiana, tramontano definitivamente.
Ciò fa di Tangentopoli una cesura epocale che segna l’inizio di una Seconda Repubblica. Oltre alle 1.300 sentenze tra condanne e patteggiamenti, l’inchiesta produce forti conseguenze su più versanti, in primis su quello giudiziario con l’abolizione dell’immunità parlamentare, mediante la modifica dell’art. 68 della Costituzione.
Sul piano politico si affacciano nuove personalità, destinate ad occupare la scena nei decenni successivi, tra cui: l’imprenditore Silvio Berlusconi che fonda il movimento di centrodestra Forza Italia, vincendo le elezioni del ’94; l’ex magistrato Antonio Di Pietro che, smessa la toga, accetta nel ’96 l’incarico di Ministro dei Lavori Pubblici nel governo Prodi e due anni dopo fonda il partito Italia dei Valori.
Per quanto la vicenda di Tangentopoli continui a dividere analisti e addetti ai lavori, è indubbio che quella stagione abbia contribuito a svelare meccanismi tutt’altro che limpidi nella gestione della cosa pubblica. Qualcuno come l’economista Mario Deaglio ha provato a calcolare i danni ingenerati dal sistema delle tangenti: ai cittadini sono costate 10.000 miliardi di lire annui; il debito pubblico è schizzato fra 150.000 e 250.000 miliardi di lire; cui si aggiungono gli interessi sul debito tra 15.000 e 25.000 miliardi.
AVVENIMENTO SPORTIVO: – 1984 – Sci alpino, primo oro olimpico femminile:
Nello slalom speciale dei XIV Giochi Olimpici invernali di Sarajevo 1984, in Jugoslavia, Paoletta Magoni ha vinto il primo oro olimpico dello sci alpino femminile italiano.
Nella prima manche si è classificata terza, ma nella seconda ha fatto registrare il miglior tempo, vincendo la medaglia d’oro con 91 centesimi di vantaggio sulla francese Perrine Pelen.
Una giornata storica per lo sport italiano, considerando anche l’età (19 anni) e il fatto che il sesto posto è il suo miglior piazzamento in gare della Coppa del Mondo.
NACQUERO OGGI:
1964 – Enrico Lucci
1965 – Leonardo Pieraccioni
1968 – Giuseppe Signori
LA FRASE CELEBRE (Aforisma):
Al povero stendi la tua mano, perché sia perfetta la tua benedizione. (Siracide)
IL PROVERBIO DEL GIORNO:
Gennaio e febbraio, empie o vuota il granaio.
I DOODLE DI GOOGLE: Agniya Barto:
Amore e rivoluzione erano i due temi principali della poesia di Agniya Lvovna Barto, russa ebrea originaria di Mosca, che acquisì il secondo cognome italiano sposando l’ingegnere e scrittore italo-russo Pavel Barto. Agniya andò incontro al suo destino di poetessa declamando dei versi scritti in occasione della consegna dei diplomi alla scuola di ballo. Il ministro della Pubblica Istruzione, dopo averli ascoltati, le confidò di vedere in lei una futura poetessa.
Così fu e presto la sua attività si indirizzò al mondo dell’infanzia e a questo si legarono le sue opere più note, su tutti Giocattoli (raccolta di miniature poetiche per i più piccoli). A quest’aspetto si richiama il doodle locale (visibile in Russia), pubblicato da Google nel 2012, per celebrare il 106° della sua nascita.