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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

Almanacco di oggi: venerdì 10 febbraio 2023

Sesta settimana dell’Anno 2023

Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 41 * Giorni mancanti alla fine dell’anno 324

A Roma il sole sorge alle 7.12 tramonta alle 17.37 (ora solare)

A Lecce il sole sorge alle 6.46 tramonta alle 17.17 (ora solare)

OGGI SI FESTEGGIA: Santa Scolastica

LE GIORNATE MONDIALI/INTERNAZIONALI:

  1. Giornata mondiale dei legumi

10 febbraio di ogni anno l’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), i governi di tutto il mondo e i rispettivi partner celebrano la Giornata mondiale dei legumi come riconoscimento dei valori nutrizionali di questi alimenti e del contributo che essi offrono ai sistemi agroalimentari sostenibili e a un mondo privo di fame.

Nel 2018 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di celebrare la Giornata mondiale dei legumi il 10 febbraio di ogni anno, assegnando alla FAO il ruolo di agenzia leader nella gestione della ricorrenza, alla luce dell’efficace contributo da essa fornito all’Anno internazionale dei legumi 2016.

Perché proprio i legumi? Ecco cosa occorre sapere:

I legumi, ossia i semi commestibili delle piante leguminose tra cui le lenticchie, i ceci e i fagioli Bambara, sono alimenti ad alto valore nutrizionale e ingredienti fondamentali di una dieta sana, nonché un’apprezzabile fonte di proteine e micronutrienti.

Rispetto ad altre colture alimentari di base, i legumi hanno un prezzo di vendita più elevato e sono quindi un’importante coltura commerciale per i piccoli produttori.

I legumi sono noti per la loro caratteristica di fissare l’azoto atmosferico, contribuendo ad arricchire il suolo di materia organica di alta qualità, e di aumentare la capacità del terreno di trattenere l’acqua. Queste proprietà consentono agli agricoltori di ottimizzare l’uso dei fertilizzanti e dell’energia nei sistemi arabili, con una conseguente riduzione anche delle emissioni di gas a effetto serra.

La coltivazione dei legumi richiede un minor quantitativo d’acqua rispetto ad altre fonti di proteine ed è essenziale per la biodiversità. Per esempio, la consociazione delle colture con i legumi accresce la biodiversità delle aziende agricole e crea un paesaggio più diversificato per animali e insetti.

I legumi possono essere conservati per mesi senza perdere il loro elevato valore nutrizionale; per tale ragione arricchiscono l’offerta di alimenti disponibili tra un raccolto e l’altro.

Come si può notare, i legumi possono contribuire a migliorare la sostenibilità dei nostri sistemi agroalimentari e sono alleati indispensabili nella lotta contro la povertà e in favore della sicurezza alimentare, della salute e nutrizione umana, e dell’ambiente. Più in generale, svolgono un ruolo chiave nel conseguimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.

 

  1. Giornata internazionale dell’epilessia

La giornata internazionale dell’epilessia, che ogni anno ricorre il secondo lunedì di febbraio, è un evento di sensibilizzazione in cui tutto il mondo punta i riflettori su una patologia neurologica molto comune, ma ancora oggi non ben conosciuta. E’ l’occasione per condividere ed affrontare i problemi delle persone con epilessia, delle loro famiglie e dei caregivers.

Questa giornata mondiale è un’iniziativa comune del International Bureau for Epilepsy (IBE) e della International League Against Epilepsy (ILAE).

ACCADDE OGGI: anno 1986 – Inizia il Maxiprocesso di Palermo:

«La corte!». Si apre così a Palermo il processo che mette per la prima volta alla sbarra la mafia, come organizzazione dotata di una gerarchia e di una strategia d’azione ben definite. Dietro questo risultato c’è la tenacia e il coraggio di uomini che pagheranno con la vita il loro essere, senza compromessi, al servizio dello Stato e della Legge.

Una seconda guerra di mafia (la prima risale al 1962) aveva insanguinato la Sicilia all’inizio degli anni Ottanta. Gran parte delle famiglie era stata decimata dalla furia omicida dei Corleonesi, capeggiati dal boss Salvatore Riina, e in questa mattanza erano stati coinvolti anche uomini di legge e delle istituzioni che avevano cercato di contrastare il fenomeno. In particolare, l’uccisione del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, nel 1982, aveva generato grande sdegno nell’opinione pubblica, motivando l’azione di alcuni magistrati riuniti nel pool antimafia dal giudice Antonino Caponnetto.

Tra questi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano impegnati a tentare un nuovo approccio nelle indagini. Lo scenario in cui si muovevano era contraddistinto dalla totale negazione del fenomeno mafioso o, nel migliore dei casi, di una sottovalutazione di esso. Un’inversione di tendenza c’era stata con la legge 646/1982 che introduceva il reato di associazione mafiosa, approvata otto mesi dopo il brutale assassinio del suo promotore, Pio La Torre.

Di qui si arriva alla preparazione del processo. A mettere sulla strada giusta il giudice istruttore Falcone sono i “pentiti”, uno in particolare e il primo della storia: Tommaso Buscetta. Soprannominato il “boss dei due mondi” per la sua lunga permanenza negli Usa, Buscetta è stato per 40 anni in contatto con tutti i vertici delle famiglie mafiose, pagando a caro prezzo il suo allontanamento (due figli uccisi insieme ad altri familiari). Le sue rivelazioni, raccolte in 400 pagine di interrogatorio, svelano al magistrato ramificazioni e segreti della cupola siciliana.

Le richieste di rinvio a giudizio sono oltre 400 e per far fronte a questo numero si decide la costruzione di un’aula bunker a ridosso del carcere palermitano dell’Ucciardone. Viene realizzata una fortezza inespugnabile, con porte blindate e vetri antiproiettile. E’ qui che la mattina di lunedì 10 febbraio si apre il più grande processo che sia mai stato realizzato contro la criminalità organizzata.

I numeri sono impressionanti: 474 imputati, di cui 221 detenuti, 59 a piede libero e 194 giudicati in contumacia, perché latitanti. Ad essi si aggiungono oltre 900 tra testimoni e parti lese e 180 difensori, senza contare i 600 giornalisti che seguono l’evento. Motivo per cui vengono adottate misure di sicurezza eccezionali, in primis l’impiego di tremila agenti a presidiare l’area, al fine di evitare attentati e fughe.

Tutto è stato studiato nei minimi dettagli per evitare che il procedimento si blocchi. In particolare, per scongiurare il rischio di defezioni, vengono nominati due pubblici ministeri, due presidenti di corte, due giudici a latere, mentre i giudici popolari sono sedici. Di fronte a loro centinaia di imputati seduti tra i banchi o rinchiusi dietro le sbarre, cui vengono contestati: 120 omicidi, traffico di droga, estorsione e il nuovo reato di associazione mafiosa.

La tensione regna fin dalle prime battute e da parte degli accusati ogni pretesto è buono per contestare e rallentare il dibattimento. Gli osservatori studiano i loro comportamenti e dalle loro reazioni s’intuisce il peso “politico” dei personaggi chiamati a rispondere: in religioso silenzio quando parlano i boss che contano; urla e contestazioni di fronte ai collaboratori di giustizia, ritenuti dei “traditori”. Lo scenario muta profondamente all’annuncio dell’ingresso di Buscetta.

Per decisione del presidente di lui viene ammessa solo la ripresa televisiva di spalle e delle mani, procedura estesa anche agli altri pentiti. Comincia a parlare confermando quanto rivelato in precedenza al giudice Falcone, e pronunciando per la prima volta in un tribunale l’espressione «Cosa nostra». E’ così che gli affiliati chiamano l’organizzazione, suddivisa in famiglie, ognuna con il nome del rione palermitano o del comune della provincia posti sotto il proprio controllo. Al vertice della piramide c’è la «commissione», formata dai «capimandamenti» espressi da tre famiglie.

La sua deposizione va avanti per una settimana e tra i punti salienti toccati, c’è l’escalation di violenza imputabile alla crescente tensione tra Corleonesi e vecchie famiglie del capoluogo siciliano. Messi con le spalle al muro, boss come Pippo Calò, Luciano Liggio e Michele Greco passano al contrattacco, cercando di screditare Buscetta ma senza fortuna. Altrettanto preziose sono le rivelazioni di altri due pentiti, Salvatore Contorno e Vincenzo Sinagra, grazie ai quali si viene a sapere che molte delle persone scomparse sono state assassinate dalla mafia e sciolte nell’acido per cancellare ogni traccia.

Particolari macabri che colpiscono i presenti e l’opinione pubblica nazionale. Il processo va avanti per due anni circa e il 16 dicembre 1987 arriva la sentenza. Su 474 imputati, 360 vengono condannati e tra questi ci sono pericolosi boss latitanti, come Riina e Bernardo Provenzano, catturati rispettivamente nel 1993 e nel 2006. In appello e in Cassazione le condanne si riducono a 60, tra la delusione di Falcone e Borsellino che cominciano a sentirsi abbandonati nella loro lotta.

Gli attentati di Capaci e via D’Amelio nel 1992 non riescono a cancellare i risultati delle loro inchieste e del conseguente Maxiprocesso che vanno ben oltre le condanne effettive: da qui in avanti nessuno può più ignorare l’esistenza di “Cosa nostra” e sottovalutarne la forza pervasiva nel tessuto politico, economico e sociale.

AVVENIMENTO SPORTIVO: anno 2006 – Iniziano le Olimpiadi di Torino:

Fino al 26 febbraio, Torino ed altre otto località piemontesi sono al centro dell’attenzione mediatica planetaria e degli appassionati di tutto il mondo per i XX Giochi Olimpici invernali.

Uno dei momenti principali della cerimonia di apertura (avvenuta allo Stadio Olimpico di Torino) è quando il presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, con la tradizionale formula di rito, dichiara ufficialmente “aperta, a Torino, la celebrazione dei XX Giochi Olimpici invernali”.

La diffusione televisiva della cerimonia sarà la trasmissione più vista del 2006, con ben 1,8 miliardi di contatti. Il giuramento olimpico è pronunciato dallo sciatore alpino Giorgio Rocca (a nome degli atleti) e da Fabio Bianchetti (a nome dei giudici). L’ultimo tedoforo, con il compito di accendere il braciere olimpico, è la fondista Stefania Belmondo, l’atleta italiana che ha vinto il maggior numero di medaglie olimpiche (10). Conclude la cerimonia il maestro Luciano Pavarotti (è la sua ultima esibizione in pubblico!).

I numeri sono importanti, a testimoniare la diffusione degli sport invernali: 2.508 atleti provenienti da 80 paesi per 84 competizioni in 13 sport (nel 1956 a Cortina d’Ampezzo erano 821 da 32 nazioni per 24 gare).

NACQUERO OGGI:

anno 1962 – Piero Pelù

anno 1964 – Francesca Nei

anno 1988 – Francesco Acerbi

LA FRASE CELEBRE (Aforisma):

Chi esige o minaccia perde ogni diritto alla cortesia (Joseph Kessel

IL PROVERBIO DEL GIORNO:

Addhru ‘ncete muti àddhri nu lucìsce mai

(Laddove ci sono molti galli a cantare non spunta mai giorno)

I DOODLE DI GOOGLE: Olimpiadi di Torino:

Nella storia delle Olimpiadi l’Italia è comparsa tre volte come paese organizzatore. Dopo Cortina d’Ampezzo (1956) e Roma (1960), nel 2006 è stata la volta di Torino dove, dal 10 al 26 febbraio, sono stati ospitati i XX Giochi olimpici invernali. Ottanta nazioni partecipanti rappresentate da 2.508 atleti che si sono sfidati in gare di 15 discipline invernali.

Stravinta dalla Germania (seguita da USA ed Austria), la competizione ha visto la squadra italiana raccogliere un magro bottino (11 medaglie) e piazzarsi al nono posto. Google ha acceso i riflettori sull’Olimpiade pubblicando giorno per giorno diversi doodle globali, ispirati alla cerimonia d’apertura e alle varie discipline, dal pattinaggio su ghiaccio al curling.

luciani.2006@libero.it

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