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ALMANACCO DEL GIORNO

ALMANACCO DEL GIORNO

Almanacco di oggi: martedì 28 febbraio 2023
Nona settimana dell’Anno 2023
Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 59 * Giorni mancanti alla fine dell’anno 306
A Roma il sole sorge alle 6.46 * tramonta alle 17.59 (ora solare)
A Lecce il sole sorge alle 6.22 * tramonta alle 17.38 (ora solare)
OGGI SI FESTEGGIA: San Romano
LE GIORNATE MONDIALI/INTERNAZIONALI: Giornata mondiale delle malattie rare
Si celebra nell’ultimo giorno di febbraio, (per convenzione nel sito indichiamo 28 febbraio) la Giornata mondiale delle malattie rare. Si dice rara una patologia che non colpisce più dello 0.05%, quindi 5 casi su 10mila persone. In Italia, sono oltre due milioni, e il 70% è in età pediatrica, le persone colpite da queste malattie genetiche che si stima possano variare tra le 6 mila e le 8 mila. Molto spesso sono di tipo ereditario, possono essere diagnosticate nell’infanzia, ma molte hanno una lenta evoluzione e quindi la diagnosi avviene in presenza ormai di un danno multiorgano. Infatti, le malattie rare interessano tutte le diverse discipline, ma le competenze specifiche sono fondamentali nella gestione (diagnosi e assistenza clinica) di questi pazienti.
ACCADDE OGGI: anno 1953 – Scoperta la struttura del DNA:
«Abbiamo trovato il segreto della vita!» L’annuncio trionfale del biologo Francis Crick sorprese i clienti dell’Eagle Pub di Cambridge, ignari che quella scoperta avrebbe dato un nuovo corso alla ricerca scientifica e maggiori speranze a milioni di pazienti affetti da malattie genetiche.
Le leggi di Mendel sull’ereditarietà avevano fornito la chiave dell’esistenza di un preciso codice genetico, già nel 1865. Da allora si erano fatti ulteriori passi in avanti in questo campo, grazie all’introduzione di nuovi metodi d’indagine. Fondamentale in tal senso si era rivelata la cristallografia a raggi X ideata da William Henry Bragg: una tecnica che permise di approfondire la struttura ed il funzionamento di molte molecole biologiche, tra cui gli acidi nucleici presenti nel DNA.
I primi a sfruttarla efficacemente furono Oswald Theodore Avery, Colin MacLeod e Maclyn McCart che nel 1944 riuscirono a dimostrare che i cromosomi, portatori dei caratteri ereditari, sono costituiti da catene di acido desossiribonucleico (DNA) e che è, pertanto, quest’ultimo il responsabile della trasmissione dei caratteri, necessari alla vita di un organismo. All’inizio degli anni Cinquanta si sapeva quasi tutto del DNA, tranne che forma avesse.
Il 1953 fu l’anno decisivo per l’aggiunta dell’ultimo prezioso tassello. In quell’anno la biologa inglese Rosalind Franklin, ricercatrice al King’s College di Londra, riuscì nell’impresa di fotografare il modello base della molecola del DNA, grazie alla tecnica della diffrazione dei raggi di X di Bragg. L’immagine, passata alla storia come Foto 51, finì nelle mani del direttore del laboratorio Maurice Wilkins che la mostrò a due colleghi del celebre Cavendish Laboratory di Cambridge.
I due, Francis Crick e James Watson, colsero l’occasione al volo e la utilizzarono per portare a termine le loro ricerche. Si arrivò così allo storico annuncio di Crick all’Eagle Pub, cui seguì un articolo sull’autorevole rivista Nature, che il 25 aprile dello stesso anno mostrò al mondo accademico «il segreto della vita»: il modello a doppia elica della molecola di acido desossiribonucleico. L’immagine ritraeva due filamenti con uno scheletro formato da molecole di zucchero (desossiribosio), unite tra loro da molecole di acido fosforico e avvolte intorno a un asse centrale, disegnando così un’elica.
In quel documento non si accennava minimamente ai meriti della povera Rosalind, che quattro anni dopo morì di cancro contratto per l’eccessiva esposizione alle radiazioni dei raggi X. Il suo nome rimase nell’ombra anche nel 1962 quando a Wilkins, Watson e Crick fu consegnato il Premio Nobel per la Medicina, «per le loro scoperte sulla struttura molecolare degli acidi nucleici e l’importanza nel trasferimento dell’informazione genetica nella materia vivente»
EVENTO SPORTIVO: anno 2010 – Concluse le XXI Olimpiadi invernali:
I Giochi invernali di Vancouver 2010 vanno in archivio con un risultato per nulla lusinghiero per l’Italia. Solo un oro, un argento e tre bronzi sono il risultato della spedizione olimpica azzurra in Canada.
Un bronzo arriva dallo slittino, manco a dirlo, da Armin Zöggeler, che aumenta ancora il suo record di medaglie vinte da un atleta azzurro in Olimpiadi consecutive, con 5 medaglie in cinque edizioni: bronzo a Lillehammer, argento a Nagano, oro a Salt Lake City e a Torino, bronzo a Vancouver (con il bronzo di Sochi 2014 saranno addirittura sei!).
Alessandro Pittin è terzo nel trampolino normale nella combinata nordica. L’unico campione olimpico italiano è Giuliano Razzoli che, vincendo la gara di slalom speciale, riporta in Italia questo titolo ventidue anni dopo la vittoria a Calgary 1988 di Alberto Tomba, e vince una medaglia olimpica nello sci alpino maschile che agli azzurri mancava dal 1994. Nella 15 km di sci di fondo, Pietro Piller Cottrer si piazza al secondo posto.
NACQUERO OGGI:
anno 1942 – Dino Zoff
anno 1951 – Gustav Thoni
anno 1959 – Gabriella Carlucci
anno 1962 – Antonello Riva
LA FRASE CELEBRE (Aforisma):
“Per coraggio di abnegazione la donna è sempre superiore all’uomo, così come credo che l’uomo lo sia rispetto alla donna per coraggio nelle azioni b…” (Mahatma Gandhi)
IL PROVERBIO DEL GIORNO:
Ci pècura si fà, lupu ssu mància (Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia)
I DOODLE DI GOOGLE: Li Bai:
«Solo, tra i fiori di un giardino, gusto una coppa di vino. La chiara luna, la invito: con la mia ombra siamo in tre». L’incipit della lirica Bere sotto la luna ricorda quanto il “satellite terrestre” fosse centrale nella poesia di Li Bai, uno dei massimi esponenti della letteratura cinese.
Noto in occidente come Li Po (altra pronuncia del suo nome, desueta in Cina), ha lasciato oltre mille componimenti che risentono fortemente della sua convinta adesione al taoismo, di una sconfinata immaginazione e del costante rifiuto della mondanità in favore dell’eremitaggio. Non meno centrale è l’amore per l’alcool, tradotto in poetiche bevute al chiaro di luna, che, secondo la leggenda, tentò da ubriaco di afferrare nel riflesso sull’acqua, finendo col morire affogato.
Il suo rapporto con la Luna è stato ripreso nel doodle locale (visibile in Brunei, Singapore, Cina e Hong Kong), pubblicato da Google nel 2011, in ricordo della sua nascita avvenuta nel 701 d.C.

luciani.2006@libero.it

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