ALMANACCO DEL GIORNO
Almanacco di oggi: lunedì 29 maggio 2023
Ventiduesima settimana dell’Anno 2023
Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 149 * Giorni mancanti alla fine dell’anno 216
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A Lecce il sole sorge alle 5.20 * tramonta alle 19.10 (ora solare)
OGGI SI FESTEGGIA: San Massimino
OGGI È: Giornata internazionale dei Peacekeeper
La Giornata Mondiale dei Peacekeepers meglio note come forze di pace delle Nazioni Unite [detti anche Caschi blu, ndr] celebrata annualmente il 29 del mese di maggio, nacque con la Risoluzione 57/129 del 11 Dicembre 2002 per iniziativa dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che proclamò il 29 maggio (data della prima missione di pace avvenuta nel 1948 delle 63 effettuate fino al 2011) Giornata Internazionale per rendere omaggio alla memoria e al servizio di tutti quegli uomini e quelle donne che, nel nome della pace, hanno prestato la propria assistenza e in innumerevoli circostanze hanno prestato anche la vita (leggi calamità naturali, incidenti, malattie, violenze di ogni genere ecc.) mentre continuano, in giro per il mondo ad essere impiegati nelle operazioni di peacekeeping sotto l’egida della bandiera blu dell’ONU.
A questo scopo l’organo assembleare delle Nazioni Unite ha suggerito e suggerisce nel giorno della ricorrenza principalmente a tutti gli Stati membri e poi a tutte le organizzazioni non governative di organizzare eventi e manifestazioni che abbiano contenuti di tal genere nell’elenco delle inizative in programma. Credere in una Giornata del genere significa credere nella giustizia, aver fiducia nelle forze dell’ordine, nelle forze di pace all’estero, nell’amministrazione penitenziaria.
ACCADDE OGGI: anno 1953 – Primo uomo a scalare l’Everest:
Per i tibetani è la “madre dell’universo” («Chomolangma»). Per i nepalesi è il “dio del cielo” («Sagaramāthā»). Per l’Occidente è semplicemente il tetto del mondo. Dove per prima sventolò la bandiera britannica. A portarcela fu uno scalatore neozelandese che aprì la strada all’alpinismo estremo.
Nell’intervallo tra le due guerre mondiali, le grandi potenze coloniali cercarono di aumentare il proprio prestigio promuovendo spedizioni scientifiche per conquistare le vette più imponenti, in primis la cima più alta della catena dell’Himalaya, che dal 1865 il governo indiano intitolò alla memoria di Sir George Everest, responsabile dei geografi britannici in India.
Per trent’anni gli Inglesi provarono inutilmente a scalarla, con esiti spesso drammatici. Dopo i primi tentativi nel 1921, nel 1924 la missione di George Mallory e Andrew Irvine finì tragicamente con la scomparsa di entrambi. La lunga pausa dovuta alla Seconda guerra mondiale s’interruppe all’inizio degli anni Cinquanta, quando l’obiettivo tornò prioritario per il Regno Unito, al cui trono nel febbraio del 1952 era salita la 26enne Elisabetta II.
Nel frattempo l’occupazione cinese del Tibet aveva portato alla chiusura di questo passaggio, lasciando come unica via quella attraverso il Nepal. Di qui si inoltrarono gli alpinisti svizzeri André Roch e Raymon Lambert, che ebbero il merito di aprire la via sud dell’Everest, raggiungendo una quota compresa tra i 7.000 e gli 8.000 metri, mai toccata in precedenza.
Il loro risultato spianò la strada all’esploratore neozelandese Edmund Hillary, che a sedici anni aveva già scalato i rilievi del Southern Alps, a sud della Nuova Zelanda. I 3.765 di Mount Cook, tra foreste e ghiacciai, costituirono un valido banco di prova per approcciare la vetta himalayana. L’occasione arrivò poi nella primavera del 1953 con la spedizione inglese guidata dal generale John Hunt, cui prese parte insieme allo sherpa nepalese Norgay Tenzing.
Partita a marzo del 1953, tagliò il traguardo alle 11.30 del 29 maggio: Hillary e Tenzing raggiunsero gli 8.848 m della cima e qui, dopo aver piantato la bandiera britannica, si trattennero per 15 minuti. Qualcosa di più del famoso “quarto d’ora di celebrità” di Andy Warhol, perché per l’esploratore neozalendese significò andare incontro a fama e onori ed entrare per sempre nella storia dell’alpinismo. Il miglior modo per celebrare la recente incoronazione della giovane Regina, che lo nominò baronetto.
Considerato tutt’oggi una leggenda in Nepal, anche per aver contribuito con una fondazione a finanziare la costruzione di scuole, strade e ospedali nel paese asiatico, Edmund Hillary inaugurò l’era dei grandi scalatori dell’Everest, tra cui Reinhold Messner e Peter Habeler che, nel maggio del 1978, lo scalarono per la prima volta senza l’ausilio di ossigeno.
EVENTO SPORTIVO: anno 1985 – Juve Campione d’Europa dopo la strage dell’Heysel:
La finale della 30ª edizione della Coppa dei Campioni di calcio si gioca a Bruxelles nello stadio dell’Heysel. Manca circa un’ora all’ingresso sul terreno di gioco di Juventus e Liverpool, attese dalle due tifoserie, accorse in massa e divise nei vari settori dell’impianto belga, piuttosto fatiscente e ai limiti dell’agibilità.
L’incoscienza delle frange più accese del tifo inglese, i famigerati hooligan, trasforma l’evento sportivo in un tragico fatto di cronaca, destinato a rimanere indelebile nella memoria collettiva. Nell’intento di arrivare allo scontro fisico con i supporter juventini (non appartenenti al tifo organizzato bianconero, presente invece in un altro settore), sfondano le reti divisorie, inducendo gli impauriti spettatori italiani ad ammassarsi contro un muro. La ressa, la paura, l’impreparazione delle locali forze dell’ordine, il crollo del muro producono un tristissimo “bollettino di guerra”: 39 morti e diverse centinaia di feriti.
Il telecronista Bruno Pizzul non ha l’immediata percezione dell’entità della tragedia. I delegati dell’UEFA, preoccupati di scatenare ulteriori incidenti, decidono di far svolgere regolarmente l’incontro (quando nel terzo millennio sono sospese, giustamente, per cori razzisti).
Alcune reti televisive europee decidono di interrompere il collegamento, valutando di nessun valore la gara calcistica. Il risultato sportivo, 1-0 per la Juventus (rete di Platini su rigore), assegna alla squadra italiana il primo titolo di Campione d’Europa.
NACQUERO OGGI:
anno 1917 – John Fitzgerald Kennedy (+1963)
anno 1977 – Massimo Ambrosini
anno 1984 – Carmelo Antony
LA FRASE CELEBRE (Aforisma):
Il vero amore è come l’apparizione degli spiriti: tutti ne parlano, quasi nessuno li ha visti. (F. de la Rochefoucauld)
IL PROVERBIO DEL GIORNO:
Tra maggio e giugno fa il buon fungo.
I DOODLE DI GOOGLE: Il pianista e compositore Isaac Albeniz:
La corrente musicale nazionalista del romanticismo spagnolo trovò nel catalano Isaac Albeniz uno dei massimi esponenti. Le sue doti di bambino prodigio lo portarono a suonare il pianoforte in pubblico a soli 4 anni e a 7 a sostenere l’esame di ammissione al conservatorio di Parigi, respinto per la troppo giovane età.
Nell’ultimo ventennio del XIX secolo acquisì piena maturità di stile, conquistando i palcoscenici europei e statunitensi con le sue celebri suite per pianoforte, in cui rielaborò il patrimonio musicale nazionale. Il suo capolavoro assoluto, la suite Iberia, arrivò nel 1909, poco prima della sua scomparsa. Nel 2010 è ricorso il 150° della sua nascita, evento che Google ha salutato con un doodle locale (visibile in Spagna), dov’è rappresentato l’artista con una tastiera di pianoforte sullo sfondo.