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ALMANACCO DEL GIORNO

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ALMANACCO DI OGGI: venerdì 12 aprile 2024

Quindicesima settimana dell’anno 2024

Giorni trascorsi dall’inizio dell’anno 103 Giorni mancanti alla fine dell’anno 263

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OGGI SI FESTEGGIA: San Giulio    

OGGI È: La Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello Spazio

L’assemblea generale dell’Onu ha proclamato il 12 aprile Giornata Mondiale dei viaggi dell’Uomo nello Spazio, come ha riferito il rappresentante speciale della Federazione Russa, Vitalij Churkin.

In occasione del 12 aprile 2023, la giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello spazio è stata celebrata in tutto il mondo. Ricorrenza, molto attesa e apprezzata, segna il primo volo spaziale umano di Yuri Gagarin.

Il 12 aprile 1961 è una data che ha cambiato il corso della storia umana. Fu il giorno in cui l’umanità si elevò letteralmente oltre i confini del nostro pianeta. Yuri Gagarin, un astronauta russo, fu il primo uomo a volare nello spazio, spianando la strada per futuri esploratori spaziali e segnando l’inizio dell’epoca di viaggi spaziali.

Yuri Gagarin è diventato un simbolo della capacità umana di superare i propri limiti. Il suo coraggioso volo nello spazio ha segnato l’inizio di una nuova era, aprendo la strada a infinite scoperte e progressi nel campo dell’astronautica. Ma come è successo tutto questo? E come è diventato un eroe internazionale?

Il viaggio di Gagarin nello spazio fu il culmine del programma spaziale sovietico Vostok. Il 12 aprile 1961, a bordo del Vostok 1, Gagarin effettuò un orbita attorno alla Terra in 108 minuti, a una velocità di circa 27.400 chilometri all’ora. Durante il volo, Gagarin pronunciò le famose parole “Andiamo!”, segnando l’inizio dell’era dei viaggi spaziali umani.

La missione di Gagarin ha avuto un impatto straordinario su tutto il mondo. Non solo ha simboleggiato un enorme passo avanti per l’umanità, ma ha anche portato a un rinnovato interesse e entusiasmo per la scienza, la tecnologia e l’esplorazione spaziale. L’eroismo di Gagarin e la sua impavida avventura nello spazio sono stati celebrati in tutto il mondo, trasformando l’astronauta in una figura iconica dell’epoca.

È stata concepita come una festa per celebrare e commemorare il primo volo spaziale umano compiuto da Yuri Gagarin il 12 aprile 1961. Questo evento storico rappresenta una pietra miliare fondamentale per l’intera umanità, poiché ha aperto le porte all’esplorazione dello spazio e ha suscitato un profondo fascino verso l’ignoto.

Immaginiamo di fare un balzo indietro nel tempo, nel cuore della Guerra Fredda. Era un’epoca caratterizzata da tensioni e rivalità tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Entrambe le superpotenze si contendevano la supremazia tecnologica e militare, e in questo contesto, l’esplorazione spaziale divenne un terreno di scontro simbolico per dimostrare il dominio scientifico e tecnologico.

L’Unione Sovietica, guidata dal suo leader Nikita Khrushchev, era determinata a superare gli Stati Uniti nella corsa allo spazio. Avevano già ottenuto risultati significativi, come il lancio del satellite Sputnik nel 1957, il primo oggetto creato dall’uomo a orbitare attorno alla Terra. Tuttavia, l’obiettivo di inviare un essere umano nello spazio era ancora lontano.

ACCADDE OGGI: anno 1961 – Primo uomo nello spazio:

Conquistare per primi lo spazio, allo scopo di dominare meglio la Terra. Una sfida che per circa vent’anni vide contrapposti i due “grandi blocchi”. La fase iniziale vide trionfare quello sovietico, che portando l’uomo nello spazio alzò l’asticella della sfida e costrinse gli Americani a correre ai ripari.

Il clima di guerra fredda, imperante nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, vide Stati Uniti d’America e Unione Sovietica contendersi pezzi di mondo e dimostrare la propria potenza tecnologica e militare con una corsa sfrenata agli armamenti. In quest’ottica la conquista del cosmo garantiva due importanti risvolti: con il lancio di satelliti nello spazio sarebbe stato più facile spiare il nemico; farlo in anticipo sugli avversari avrebbe significato propagandare i rispettivi progressi scientifici.

Il lancio dello Sputnik nel 1957, primo satellite nello spazio, aveva assegnato il primo prestigioso round all’U.R.S.S., battendo sul tempo gli Americani che tre mesi più tardi mandarono in orbita l’Explorer 1. Nel 1960 il regime guidato da Nikita Krusciov sembrava pronto a un altro clamoroso sorpasso. Con il progetto Vostok si mirava, per la prima volta, a portare l’uomo nell’orbita terrestre.

Dalla primavera del 1960 al marzo dell’anno seguente vennero effettuati diversi lanci, utilizzando manichini e in molti casi animali, come cani e ratti, alcuni dei quali persero la vita durante il volo o in fase di atterraggio. La fase più drammatica si ebbe con la catastrofe di Nedelin: un missile intercontinentale esplose sulla rampa di lancio, provocando la morte di oltre 200 dipendenti. Un episodio che aumentò le condizioni di rischio per un eventuale coinvolgimento umano.

Tuttavia non c’era molto tempo, visto che gli USA avevano programmato per marzo del 1961 il lancio del Mercury con un astronauta a bordo, poi rimandato a maggio. Nel frattempo l’agenzia spaziale sovietica RKA era stata incaricata di addestrare 20 cosmonauti, tra i quali sarebbe stato scelto il miglior pilota. La selezione premiò Jurij Alekseevič Gagarin, che il 12 aprile si accomodò all’interno della capsula del Vostok sulla rampa di lancio del Cosmodromo di Bajkonur (nella steppa del Kazakistan).

Il razzo si alzò alle 9.07 (ora di Mosca) e pochi minuti dopo Radio Mosca annunciò trionfalmente la notizia. Tutti i vari passaggi funzionarono senza problemi, anche perché i comandi erano azionati da terra e il pilota poteva fungere solo da spettatore passivo. Lo stesso aveva a disposizione riserve d’ossigeno e provviste alimentari per dieci giorni, nel caso fossero insorti inconvenienti al sistema computerizzato.

Non ce ne fu bisogno. Gli 89 minuti di volo trascorsero senza contrattempi e la navicella riuscì a eseguire un’orbita terrestre completa prima di rientrare nell’atmosfera. Alle 10.35, a una quota concordata di 7.000 m, Gagarin si catapultò dalla capsula e appeso al paracadute atterrò nei pressi della città di Engels. Venne accolto come un eroe e la propaganda sovietica fece risaltare al massimo l’evento.

Non v’era dubbio che con la sua impresa era stata scritta una pagina storica del progresso scientifico, destinata ad allargare gli orizzonti delle conquiste umane. Tra i suoi primati, anche quello di osservare che il colore predominante della Terra, vista dallo spazio, era il blu. Gagarin descrisse in numerose interviste lo spettacolo cui aveva assistito, esortando il genere umano a impegnarsi di più nella conservazione del pianeta.

EVENTI SPORTIVI: anno 1970 – Il Cagliari di Gigi Riva è campione d’Italia:

Lo stadio Amsicora di Cagliari, stracolmo di tifosi, non aspetta che il triplice fischio finale per esultare e festeggiare la conquista dello scudetto 1969/70. Il Cagliari è in vantaggio sul Bari per un gol a zero, grazie ad una rete di testa di Gigi Riva (il bomber isolano e della Nazionale), messa a segno nel primo tempo.

Sono lunghissimi i minuti finali che separano la squadra di Manlio Scopigno dalla conquista matematica del tricolore addirittura con due giornate di anticipo sulle inseguitrici Juventus ed Inter. Alle 17.12, al 43° minuto, Sergio Gori firma il raddoppio e scatena l’entusiasmo dei tifosi che a fine partita invadono il campo.

Un successo meritato, rafforzato dalla classifica finale (il campionato è a 16 squadre e la vittoria vale due punti) che vede il Cagliari primo con 45 punti, seguito dall’Inter a 41 e dalla Juventus a 38. Capocannoniere del campionato, per la terza volta, è Gigi Riva con 21 reti.

Cinque neo campioni d’Italia sono presenti anche nei successivi Mondiali di Messico ’70, conclusi con l’Italia al secondo posto. I convocati dal c.t. Valcareggi sono Riva, il capitano Cera, Gori, Albertosi e Domenghini.

NACQUERO OGGI:

anno 1948 – Marcello Lippi

anno 1973 – Christian Panucci

anno 1978 – Luca Argentero

LA FRASE DEL GIORNO (Aforisma)

Tu vorresti avere per sposo Prisco; non mi stupisco, Paola: sei saggia. Ma Prisco di te non vuol sentirne: ed è saggio anche lui. (Marziale)

IL PROVERBIO DEL GIORNO:

Aprile cava la vecchia dal covile.

I DOODLE DI GOOGLE: Antonio Meucci e il telefono:

Il nome di Meucci, a oltre un secolo di distanza dalla sua morte, continua a dividere Italia e Stati Uniti d’America, con la prima a difendere il merito del padre del telefono e i secondi a contestarne il primato. Resta comunque una storia di un geniale inventore emigrato dalla Toscana a Cuba e di qui nell’America delle grandi opportunità. Il suo interesse per la trasmissione vocale maturò durante alcuni esperimenti sull’elettroterapia (condotti su richiesta di amici medici) e si perfezionò mentre lavorava come tecnico di scena nei teatri. Il risultato fu un sistema in grado di trasmettere e ricevere la voce umana, cui dette nome di “Telettrofono”. Non disponendo del denaro necessario per il brevetto, poté soltanto depositare il “caveat” (nel diritto americano, corrispondeva a una prenotazione del brevetto valevole per un anno e rinnovabile, ma oggi non più in uso) che non riuscì a rinnovare. Questo spianò la strada ad Alexander Graham Bell, che il 7 marzo 1876 ottenne il brevetto del telefono elettrico. Ciononostante il contributo di Meucci viene oggi riconosciuto dalla scienza e nel 2008, nel bicentenario della sua nascita, Google lo ha ricordato con un doodle locale (visibile in Italia).


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