ALMANACCO DEL GIORNO Almanacco di Sabato 16 Marzo 2019
Almanacco di Sabato 16 Marzo 2019
Undicesima settimana dell’anno
Giorni dall’inizio dell’anno: 75 * Giorni rimanenti alla fine dell’anno 290
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OGGI SI FESTEGGIA: Sant’ Eriberto
ACCADDE OGGI: 1978 – Sequestro Moro:
Durato 55 giorni, si concluse con la condanna a morte dello statista. Sono stati i più lunghi della storia della Repubblica italiana, segnando il passaggio tra due epoche e il tramonto di un progetto politico.
Il 1977 aveva segnato una decisa svolta verso lo scontro violento sul piano politico e sociale, combattuto tra i gruppi eversivi di sinistra e di destra e tra questi e le forze dell’ordine. Il ’78 non era iniziato con migliori auspici: la sera del 7 gennaio si era consumata la strage di Acca Larentia, in cui avevano perso la vita tre giovani del Movimento Sociale.
Sul piano politico c’era una situazione instabile, che a meno di due anni dalle elezioni aveva già portato alla caduta del governo monocolore della Democrazia Cristiana, guidato da Giulio Andreotti. Per dare una risposta convincente al Paese, attraversato da una profonda crisi sociale, il presidente della DC Aldo Moro sostenne l’ipotesi di un governo di solidarietà nazionale, con la partecipazione dei comunisti.
Si trattava di un gesto politico di considerevole portata, Enrico Berlinguer, segretario nazionale del PCI, si diceva pronto al compromesso storico, rivendicando lo strappo con Mosca. Le resistenze però erano forti sia all’interno della DC, sia tra gli alleati internazionali dei due principali partiti italiani.
Da un lato gli USA timorosi che, nell’ottica della guerra fredda, un partito filosovietico al governo avrebbe potuto minare i piani militari della NATO. Dall’altro l’URSS giudicava tale prospettiva una forma di emancipazione dal modello sovietico, in favore di quello americano. In questo scenario destò molti sospetti il coinvolgimento di Moro nello scandalo Lockheed, dal nome dell’azienda americana che ammise di aver pagato tangenti a politici e militari stranieri, per vendere a Stati esteri i propri aerei. Ne uscì con una piena assoluzione il 3 marzo, tredici giorni prima che accadesse l’irreparabile.
La mattina di giovedì 16 marzo Moro era atteso alla Camera, dove Andreotti avrebbe dovuto presentare il nuovo governo con il sostegno, per la prima volta, dei comunisti. Alle 9 scese dalla sua abitazione romana e salì a bordo della Fiat 130 blu di ordinanza, seguita dall’Alfetta bianca della scorta. All’incrocio tra via Fani e via Stresa, ad attenderlo un commando di 19 brigatisti (11 secondo un’altra versione), armati di mitragliette automatiche e pronti a far scattare un agguato in pieno stile RAF (gruppo terroristico tedesco di estrema sinistra).
La fotografia che si parò davanti alle prime persone accorse sul posto era agghiacciante: sulla strada un tappeto di bossoli e sangue, nei due abitacoli crivellati di colpi i corpi senza vita di Domenico Ricci (appuntato dei Carabinieri), Oreste Leonardi (maresciallo dell’Arma), Francesco Zizzi (vice brigadiere di Polizia), Giulio Rivera e Raffaele Jozzino (entrambi agenti di Polizia).
Dopo 48 ore le Brigate Rosse rivendicarono l’attentato e il sequestro di Moro, attraverso una foto dello stesso, ritratto con alle spalle la famigerata “stella a cinque punte” e un comunicato in cui si annunciava che il presidente della DC sarebbe stato processato da «un tribunale del popolo». La reazione dei cittadini si tradusse in cortei e manifestazioni per gridare il proprio dissenso alla violenza brigatista.
Le istituzioni reagirono approvando una serie di “leggi speciali” volte a dare più poteri alle forze dell’ordine e agli investigatori nell’attività di contrasto al terrorismo. Sul piano politico emersero forti divisioni tra chi era per trattare con i sequestratori, come il PSI, e la maggioranza (DC e PCI in testa) che era invece per la linea dura. Nonostante il dispiegamento di forze, con migliaia di blocchi stradali e perquisizioni, le indagini sembravano non portare da nessuna parte.
Nei 55 giorni che seguirono ci fu uno stillicidio di comunicati delle BR, ipotesi giornalistiche e polemiche politiche, con il blocco moderato che accusava l’area comunista di essere contigua agli ambienti brigatisti. Il conflitto sociale non si fermò e alcuni episodi, come l’omicidio di due giovani di sinistra del centro sociale “Leoncavallo”, lo esacerbarono ulteriormente. Nel frattempo le speranze di vedere liberato Moro si facevano sempre più deboli, nonostante gli accorati appelli di personalità di rilievo mondiale, come papa Paolo VI e il presidente degli Stati Uniti d’America, Jimmy Carter.
Il 6 maggio, le BR comunicarono l’esecuzione della condanna a morte. Tre giorni dopo il corpo di Moro fu rinvenuto in via Caetani, nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, parcheggiata, simbolicamente, tra via delle Botteghe Oscure e Piazza del Gesù (dove avevano sede rispettivamente il PCI e la DC). Della strage di via Fani e dell’omicidio Moro furono accusati e processati 14 brigatisti, la maggior parte dei quali oggi è in regime di semilibertà.
EVENTO SPORTIVO: 1898 – Nasce la FIGC:
A Torino nel 1898 fu fondata la “Federazione Italiana del Football” (FIF), denominazione mantenuta fino al 1909 quando divenne Federazione Italiana Giuoco Calcio, ugualmente nota con l’acronimo FIGC.
Inizialmente vi aderirono cinque società: Genoa Cricket and Athletic Club, Football Club Torinese, Internazionale Torino, Reale Società Ginnastica Torino e Unione Pro Sport Alessandria. Il primo presidente fu l’ingegnere Mario Vicary.
La Federazione, riconosciuta dalla FIFA nel 1905 (è nell’UEFA sin dalla costituzione di quest’ultima nel 1954), organizzò immediatamente il primo campionato di calcio italiano vinto dal Genoa, con un torneo svoltosi in un giorno a Torino.
La FIGC, nel terzo millennio, dirige e organizza l’attività delle squadre nazionali, controlla i campionati professionistici (Lega di Serie A, Lega di Serie B, Lega di Serie C) e i campionati a carattere dilettantistico sia a livello interregionale (Serie D, Calcio a 5, Calcio femminile) che a livello regionale attraverso i Comitati Regionali e le Delegazioni Provinciali e Locali.
NACQUERO OGGI:
1920 – Tonino Guerra – “poeta del cinema”
1941 – Bernardo Bertolucci – regista
1977 – Manuela Levorato – ex atleta velocista
LA FRASE CELEBRE
Quando i potenti litigano, ai poveri toccano i guai (Fedro)
IL PROVERBIO:
Marzo senz’acqua, april senz’erba.
IL SEGNO ZODIACALE: PESCI – Dal 20/02 al 20/03
Personalità:
Ciò che più colpisce della sua personalità è quella sorta di candore ed innocenza che traspare dalle sue azioni ed emozioni. Il bisogno di sentirsi amato e protetto, inoltre, lo rende umile e devoto, e sempre pronto a sacrificarsi per il bene comune. Ricettivo al massimo grado, è perfettamente consapevole dell’esistenza di un’umanità varia e complessa che gli ispira fede, speranza, compassione, e gli conferisce una personalità magica ed affascinante. Per la sua natura mite e generosa viene facilmente sfruttato dagli altri, che spesso approfittano della sua estrema disponibilità e tolleranza. Quando viene offeso, maltrattato o apertamente criticato, diventa sfuggente, impenetrabile, e si “tuffa” nelle acque più profonde del suo essere, in un universo tutto suo, inaccessibile
Amore:
I sentimenti occupano una posizione di primo piano nella sua vita, è un innamorato dell’amore e ha di esso un’idea estremamente romantica e assai poco realistica. Arriva infatti a idolatrare l’essere amato
Lavoro:
Il lavoro riveste un ruolo centrale nella sua esistenza, esso significa indipendenza economica, vita interessante e varia, e quindi libertà. Quello che per lui conta è un’occupazione che possa svolgere in assoluta autonomia, senza dover rendere conto a nessuno dei suoi movimenti, e che gli dia modo di sviluppare la sua creatività e la sua inventiva
Salute:
La salute è per lui un problema, anche se questo non significa assolutamente che egli sia debole o malaticcio: quello che non va è il suo atteggiamento mentale nei confronti della malattia.
I DOODLE DI GOOGLE: Cesar Vallejo:
Pur avendo pubblicato in vita solo tre libri di poesie, César Abraham Vallejo Mendoza è considerato uno dei grandi innovatori nella letteratura del XX secolo, sempre in anticipo su qualsiasi corrente.
Nato a Santiago de Chuco (un villaggio del Perù), sperimentò di persona, lavorando in una piantagione di canna da zucchero, le condizioni di sfruttamento dei contadini che riportò in versi nei suoi scritti. La sua vicinanza al mondo intellettuale socialista e le sue idee rivoluzionarie gli procurarono l’avversione delle autorità peruviane, fino all’arresto. Costretto all’esilio a Parigi, trascorse qui gli ultimi anni di vita, per gran parte in estrema povertà.
L’immagine mesta di Vallejo seduto su una panchina è stata ripresa nel doodle locale (visibile in Perù), pubblicato da Google nel 2012, nel 120° anniversario della sua nascita.