HomePoliticaAMATI: «UN REGALO ALLA TAP RINUNCIARE A 50 MILIONI D’INVESTIMENTI PER OPERE PUBBLICHE»

AMATI: «UN REGALO ALLA TAP RINUNCIARE A 50 MILIONI D’INVESTIMENTI PER OPERE PUBBLICHE»

AMATI: «UN REGALO ALLA TAP RINUNCIARE A 50 MILIONI D’INVESTIMENTI PER OPERE PUBBLICHE»

Presa di posizione del presidente Fabiano Amati. I sindaci dei Comuni interessati divisi tra loro.

«È oramai tutto chiaro. Le multinazionali Tap e Snam vendono 20milioni di metri cubi di gas al giorno attraverso il gasdotto e la maggior parte dei sindaci, per paura di prendere posizione, non si presentano agli appuntamenti finalizzati a ottenere gli investimenti sui territori. E mentre tutto ciò accade, Tap e Snam ringraziano per il regalo. Confido in una presa di posizione del Presidente Emiliano, per pretendere da Tap e Snam ciò che la maggior parte dei sindaci vuole di fatto rifiutare», lo dichiara il presidente della Commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati. «Non c’è molto da girarci attorno – continua Amati –: uno stato di soggezione culturale nei confronti di pochi cittadini rumorosamente contrari, ci sta costringendo a perdere forse 50milioni di investimenti in opere. Si ha come l’impressione che gli esercenti di funzioni pubbliche, che sulla carta dovrebbero essere interessati a negoziare investimenti sempre più corposi, si siano messi a difendere i risparmi di bilancio di Tap e Snam. Certo, chissà quante parole saranno usate per accreditare un punto di vista auto-assolutorio, innestato su investimenti, risarcimenti, processi penali e chi più ne ha ne metta, senza cogliere però la potenza di un dato di fatto: ad oggi Tap e Snam hanno distribuito due miliardi di metri cubi di gas e continuano a farlo nelle proporzioni di 18-20 milioni di metri cubi al giorno, per cui non hanno alcun interesse a realizzare investimenti peraltro contrastati dalla maggior parte dei sindaci». «Spero tanto – conclude Amati – che il Governo nazionale o il Governo regionale si occupino della questione, interpretando il ruolo della ragionevolezza, affinché nemmeno un euro vada perduto nell’inseguimento di teorie non fondate sulla serietà e sull’equilibrio».

 

 

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