ANTONIO CONTE E GAZIANO PELLÈ PORTANO AVANTI IL “GRUPPO” ITALIA
Non mi chiamate partigiano ma quando, nei minuti di recupero della partita vinta con merito dall’Italia contro il Belgio, Graziano Pelè ha segnato il gol del 2-0, non ho saputo frenare un urlo di liberazione, ma anche e soprattutto di orgoglio salentino perché due salentini due hanno contribuito a dare alla nostra Nazionale quel successo che pochi ci attribuivano in sede di previsioni.
Antonio Conte, non troppo benvoluto anche nella sua Lecce, ieri sera ha messo in scena un’opera d’arte. Senza grandi artisti, ma con tanti uomini, in campo, il Commissario Azzurro, ha dato ancora una volta prova di come sa fare il proprio lavoro. Intelligenza, conoscenza, volontà e poi tanto cuore. Antonio Conte ha saputo plasmare un “gruppo” che forse non andrà lontanissimo ma certamente ieri sera ha riportato entusiasmo tra i tifosi azzurri.
Senza parlare di Graziano Pelè, un artigiano del pallone anche lui, ma quanto lavora sul campo. Con la stessa voglia di riuscire di quando ancora quasi imberbe indossava la maglia giallorossa e conquistava, anche grazie ai suoi gol, vittorie che rimarranno nella storia del calcio giovanile leccese. Ieri sera ancora una volta ha eseguito alla lettera i dettami di Conte, e con lui tutti gli altri a partire da quel Giaccherini che sarà piccolino ma ha anche otto polmoni, e alla fine si è tolto anche il gusto di firmare on un gol una prestazione encomiabile. Ieri sera ho visto un’Italia aggressiva, sempre pronta al raddoppio e alla pressione, il calcio che predica da sempre Antonio Conte, vittima peraltro di un curioso episodio in occasione dell’esultanza per il primo gol, allorché per un eccesso di euforia si è procurato un taglio al naso, perdendo sangue per tutta la partita.
È stata una vittoria di grinta e di cuore, conquistata facendo intravedere anche il bel gioco, ma, soprattutto, amministrandola nel modo più corretto possibile. Tattica e tecnica sono alla base del calcio. Bene l’Italia di ieri sera ha dimostrato di essere in possesso dell’una e dell’altra. Non ci resta che andare avanti pronti a lottare ancora, loro in campo, noi in poltrona sperando di poter ancora una volta (e più volte) raccontare gesta importanti dei nostri rappresentanti in azzurro.
Ernesto Luciani