ARTISTI IN VETRINA a cura di Raffaele De Salvatore
Una “Strega” ha spento la sua giostra
Gentile Anna Maria in arte GAM è conosciuta per le sue molteplici attività artistiche di un certo spessore culturale, la sua arte dalla tematiche forti e di una certa rilevanza prende forma attraverso la grafica, la pittura, la scrittura e il cinema. Il suo racconto comincia trent’anni fa con l’uso dell’inchiostro di china su cartoncino e poi successivamente con l’uso dei colori acrilici e ad olio senza tralasciare i pastelli e le altre tecniche. Con la mostra “Immagine dell’essere” GAM esordisce nel mondo dell’arte che conta con una tematica dove si vedono i suoi personaggi immersi tra folte “vegetazioni oniriche” sempre ritratti di spalle oppure senza volto che vagano in universi dove il tempo non esiste.
A seguire successivamente GAM sperimenta l’uso dei colori acrilici e ad olio creando sulle tele varie collezioni facendo scomparire dalle opere i suoi fantocci senza anima, anche se ne ipotizza le loro presenze nella collezione “Città nel tempo” dove si vedono case e dalle loro finestre illuminate si intuisce che sono abitate. Nel tempo GAM ha realizzato altre collezioni come: “Gli osservatori del silenzio”, “Statue” ed altre ancora. Nell’ultimo periodo le sue tele sono diventate i grandi schermi dei cinema e su di essi ha materializzato vari film rendendo protagonista sempre la sua bella e amata Lecce dove hanno preso vita i suoi personaggi e con essi i “fantocci senza anima” cominciano ad avere una forma, un volto un pensiero ma sempre sottomessi al volere dei suoi protagonisti principali uno su tutti è Zack il giostraio ideato per una serie di film che hanno lo stesso personaggio ma interpretato da diversi attori dove l’artista mostra al pubblico le varie sfaccettature della mente umana. Un personaggio forte e sicuro di se stesso anche se nel suo monologo dice: “…è stata una “Fata” che una notte d’estate ha spento la mia giostra… anch’io mi sono spento ho finito la mia ultima corsa…”, ecco ed è questo quello che GAM ha materializzato attraverso i suoi scatti fotografici “Silenzi”, dove vede le luci della sua “giostra” (la sua amata Lecce) che sono state spente forse da una “Strega”, le vetrine che erano brillanti e sfavillanti con tantissime luci non brillano più anche loro si sono spente e così tra vie della sua amata Lecce ritornano a vagare i fantocci senza anima e con essi sulla città scende il silenzio.
Raffaele De Salvatore