BUON ESORDIO DEL LECCE IN ATTESA DI TEST PIÙ PROBANTI

Un netto 7-0 ha salutato la prima uscita del Lecce nel suo rientro nel calcio che conta. Un risultato che, ovvio, non può e non deve influire più di tanto sul lavoro che sta svolgendo Meluso né, tantomeno, sul giudizio che i tifosi formuleranno a conclusione del match.

Queste partite valgono come il due di coppe, ovvero zero, salvo che per gli addetti ai lavori che sanno leggere fra le righe e capire dove è giusto intervenire e dove si può lavorare tranquillamente. Servono proprio a questo le amichevoli d’estate: fare conoscenza fra nuovi e vecchi, capirsi al volo, comprendere e mettere in atto le direttive del tecnico. Questi a sua volta deve entrare in ognuno dei suoi allievi (in passato l’allenatore era chiamato “Maestro”) per poi saperne sfruttare al massimo tutte le capacità, coprendo il più possibili le eventuali carenze.

Ieri la partita, peraltro la prima, non poteva dire più di quello che ha detto. Si è chiaramente visto come il lavoro di preparazione pesi sulle gambe dei calciatori così come si è subito avvertito quel piglio agonistico che ha permeato tutta la prova di tutti i calciatori scesi in campo

Per commentare la gara dirò che Liverani ha provato tutti i suoi tranne Armellino e Chiricò, e ha tratto di sicuro delle annotazioni su cui sviluppare il lavoro dei prossimi giorni. In particolare nel secondo tempo il tecnico leccese ha fatto ruotare i giocatori ma anche fatto modificare il modulo di gioco più volte finendo con l’attuare un offensivissimo 4-2-3-1. Tutte le indicazioni tratte ora saranno vagliate dal team tecnico.

Questo il commento di Liverani a fine gara: “Oggi è stata una giornata particolare, l’spetto tecnico è stato decisamente in secondo piano. Il quadro che ci ha circondato è stato toccante, la gente di qui sta ripartendo dal nulla e lo sta facendo alla grande, oggi era questo la cosa più importante. Per tornare al calcio posso dire di aver visto delle buone giocate e coloro che sono scesi in campo hanno fatto un ottimo minutaggio. È stato un buon test per il futuro”.

Ernesto Luciani