IL CALCIO SOSPESO RISCHIA DI FERMARSI DEL TUTTO
Gli organi federali, il Coni, l’Aic oltre che il Governo devono intervenire per risolvere il problema
Il calcio è fermo dalla prima domenica di questo mese di marzo che sta per lasciarci e l’andamento del coronavirus non mi pare dia troppo speranze per una ripresa a breve.
Il virus che ha colpito anche all’interno del mondo calcistico, alcuni calciatori ne sono risultati contagiati, tanto in senso sanitario quanto in quello finanziario. In questo momento di stallo, ovviamente, il mondo del calcio si preoccupa molto per quello che potrà essere il futuro di molte, forse moltissime società, sotto l’aspetto economico/finanziario. I dirigenti si interrogano sul futuro della propria società e pongono quesiti, finora senza risposta, a chi, responsabili dello sport, deve assumere delle decisioni di ampia portata che devono tener conto di tanti fattori oltre che far coincidere gli interessi del calcio italiano con quello europeo.
È evidente che la data della ripresa agonistica sarà dettata dalla fine dell’emergenza sanitaria per cui parlarne ora mi pare del tutto fuori luogo.
Gli organi federali europei, da parte loro, invece, hanno come priorità quella di concludere la stagione giocando magari anche a giugno, luglio e agosto.
Non tutti i club, però, sono concordi sull’idea di ripartire oltre una certa data perché ritengono che si allungherebbero troppo i tempi con la conseguenza che si comprometterebbe anche la prossima stagione.
Contrario a quanto propongono Fifa e Uefa è, ad esempio, il presidente del Torino Cairo che, interpellato sulla questione, ha dichiarato “Noi presidenti non siamo tutti d’accordo. C’è chi antepone i propri interessi a quelli generali, al momento mi pare però che la maggioranza ha un unico modo di vedere le cose. Benissimo voler salvare campionati e coppa – ha detto ancora Cairo a Sky Sport – ma andare oltre il 30 di giugno può essere un problema, intaccando il campionato successivo, si comprometterebbero, così, due stagioni e non una sola. Finire alla 30 luglio farebbe slittare tutto: ferie, mercato ed inizio della preparazione ad ottobre”.
Altro argomento scottante è, poi, quello degli emolumenti dei calciatori. Le società hanno la necessità, per contenere il peso sui propri bilanci, di ridurre le uscite e quindi chiedono di ridurli. Un esempio arriva dalla Juventus che, al di là di quanto sarà deciso con l’assenso dell’Aic, ha chiuso un accordo con i propri tesserati e procederà alla riduzione dei prossimi stipendi.
Una soluzione potrebbe essere, per recuperare soldi, consentire il ritorno, nel campo degli sponsor, alle società di scommesse nello sport nel calcio. Il loro intervento porterebbe di nuovo ingenti capitali nelle casse delle società.
Eugenio Luciani