IL CALCIO TORNA IN CAMPO IL 13 GIUGNO LO HANNO DECISO LE SOCIETÀ CHE ORA ATTENDONO L’OK DEL GOVERNO
Finalmente qualcosa è stato deciso nel mondo del calcio, anche se manca ancora, e non si rigiocherà senza che esso arrivi, il permesso da parte del Governo.
La Lega calcio a maggioranza, 16 le società favorevoli, ha deciso di riprendere il calendario della stagione 2019/2020 a partire da sabato 13 giugno; le altre quattro hanno votato la data di sabato 20 giugno.
La scelta di ripartire il 13 giugno si giustifica anche con la volontà da parte delle società di provare a concludere anche la Coppa Italia. Del resto è questo il parere espresso a maggioranza dai club della serie “A” espresso dal presidente di Lega Paolo Del Pino.
Adeguandosi alle indicazioni della Uefa di chiudere la stagione di club entro il 2 agosto per lasciare spazio alle fasi conclusive di Champions ed Europa League, se si riuscisse a ripartire il 13 ci sarebbe spazio anche per giocare le semifinali di ritorno e la finale di Coppa Italia, ovvero Juventus-Milan e Napoli-Inter, dopo che le gare d’andata si erano concluse rispettivamente sull’1-1 e sull’1-0 in favore del Napoli. La finale si giocherebbe, in gara secca a Roma, in data, ancora, da definire.
Come noto le “giornate” mancanti alla fine, sul campo, sono 12, più alcuni recuperi relativi alla 25a giornata, ovvero Inter-Sampdoria, Hellas Verona-Cagliari, Torino-Parma e Atalanta-Sassuolo.
Ora, però, come detto in apertura si attende il parere decisivo del Governo pensando anche al rigido protocollo secondo il quale in presenza di una positività al coronavirus, l’intera squadra dello stesso giocatore dovrà essere posta in isolamento.
“Auspichiamo la ripresa del campionato solo in piena sicurezza dopo apposite misure e seguendo il protocollo – ha spiegato a riguardo il ministro Spadafora -. Il Governo ha sempre tenuto una linea precisa e coerente mettendo la salute al primo posto, non era possibile in nessun modo riaprire prima per spinte strumentali.
Sappiamo che la necessità di terminare i campionati nasce non solo da motivi sportivi ma anche per legittime motivazioni economiche – ha poi aggiunto Spadafora -. Fino ad oggi il quadro generale dei contagi non consentiva fughe in avanti. Ad oggi l’unico Paese che ha scelto una data precisa è la Francia, ma la data è quella della chiusura anticipata del campionato”.
Intanto un primo passo è stato fatto, il secondo verrà. Almeno così sperano le venti società interessate affinchè il campionato sia portato a termine ed il calcio non rischi di andare in default
Eugenio Luciani