CAVALLINO IL PROGETTO TEATRI A SUD OSPITA “TROIANE, FIGLIE DI UN DIO MINORE?”
Sabato 26 agosto (ore 21 – ingresso 5 euro – info 3892105991 – www.astragali.it) nel Museo Didattico Archeologico di Cavallino (ingresso via Sediolo) con “Troiane, figlie di un dio minore?” prosegue Teatri a Sud, progetto ideato e promosso da Astràgali Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, in collaborazione con l’Università del Salento e le amministrazioni comunali di Lecce, Cavallino e San Cesario di Lecce.
Lo spettacolo di Gabbianella Club è una trasposizione in lingua napoletana dalle “Troiane” di Euripide firmata da Iolanda Schioppi in scena (nel ruolo di Elena) con Agnese Laurenza (Ecuba), Josepha Pangia (Cassandra),
Caterina Giugno (Andromaca), Roberta Capuano (voce narrante).
L’autrice pone le basi per una riflessione sul tempo e il suo ripresentarsi nel presente in maniera puntuale, come se l’umanità intera fosse prigioniera di un incantesimo da sciogliere. Il testo prende a pretesto il mito e la storia delle Troiane per tessere un tessuto contemporaneo che dà voce all’amore, alla vulnerabilità della condizione umana, al potere, alla distruzione, al desiderio di libertà, all’assoggettamento e al dolore struggente di chi non ha forza e voce per essere sentito o vendicato ponendo l’attenzione alla lotta contro ogni forma di dominio per la libertà individuale.
Cogliendo l’eterno contemporaneo della civiltà classica dunque la storia delle Troiane si inserisce nel presente in un loop potente e disarmante attraverso voci di donne, condannate per contrappasso ad un destino cieco e disilluso, accentuato da una fede in un Dio che non è più salda.
Lo spazio all’interno del quale le donne si muovono, è un circuito chiuso, una gabbia pronta a trasformarsi ora in giaciglio d’amore e passione ora in tempio sacro, luogo li dove si incontrano e scontrano i personaggi che sollecitano interrogativi di natura etica, superati i quali, i confini che definiscono l’umanità sono destinati a vacillare. Una voce narrante è il fil rouge della storia delle quattro nobili donne, uniche sopravvissute alla guerra di Troia, connesse da un comune destino: la schiavitù. Il senso della fine e della desolazione giunge al di là degli effetti della guerra, iscrivendosi tra le possibili derive verso la disumanità.
Teatri a Sud è ascolto e confronto tra esperienze diverse, accomunate dalla necessità di una nuova traiettoria. Teatri, forme della scrittura, paesaggi sonori che nutrono la comunità, la sua trasformazione, i desideri e i sogni. Il sud dei teatri, reinventa la comunità, ne dà forma e sostanza.