CONTINUA IL “MOMENTO NO” IN CASA GIALLOROSSA
La pazienza dei tifosi ha un limite, e qualche avvisaglia è stata lanciata
Un Lecce che si può definire inguardabile fallisce miseramente la possibilità di ridurre (visto il pari della Juve Stabia) lo svantaggio dalla capolista e, anzi, deve ringrazia Mancosu per aver potuto evitare il secondo capitombolo stagionale a breve distanza dal primo (Catania circa un mese addietro). Si può dire che continua il “momento no” che ogni squadra, di solito, accusa nel corso della stagione, ma sarebbe troppo semplicistico perché il Lecce, in effetti, solo poche volte ha giocato bene e se nelle prime partite ha vinto lo deve, probabilmente, alla scarsezza degli avversari. Ora, il calendario gli sta mettendo di fronte squadre più dotate rispetto a quelle precedenti ed ecco l’astinenza dal gol, la vittoria dimenticata da quattro turni e così via. In effetti, anche quando ha vinto la squadra non ha mai convinto a pieno e i risultati sono venuti quasi sempre per la bravura di questo o quel giocatore e mai per un gioco corale o per trame studiate. Non siamo gli unici,ma il coro diventa sempre più folto, a dire che il Lecce da sempre ha sofferto a centrocampo. Padalino si ostina a far giocare la squadra col 4-3-3 salvo poi correggere, spesso troppo tardi, col 4-4-2 i suoi, sacrificando Lepore in una posizione non troppo consona alle sue possibilità e in più costringendo Arrigoni, ieri contro il Cosenza, Fiordilino, ad operare alcuni metri indietro rispetto a quello che servirebbe per essere più utile. Inoltre Mancosu (nella foto al tiro gol/salva risultato) è chiaramente un trequartista e schierato in mediana perde la possibilità di sfruttare a pieno le proprie qualità di suggeritore e di finalizzatore (il gol di ieri ne è una prova certa). Con un centrocampo così messo la difesa non sempre è protetta a sufficienza e l’attacco non sempre è rifornito dome dovrebbe; ergo il Lecce va in barca.
Per la verità dopo ieri abbiamo anche qualche dubbio sulla preparazione atletica, ma diamo tempo prima di esprimerci meglio.
In poche parole, è tempo di correre ai ripari. Intanto facendo giocare ognuno nel proprio ruolo naturale rinunciando alle ostinazioni personali anche perché i prossimi impegni sono ancora più difficili dovendo andare a giocare prima a Castellamare di Stabia e poi a Taranto per ricevere quindi il Matera. Se Padalino non correrà ai ripari potremmo vivere il resto della stagione guardando al futuro perché il presente ci sarà sfuggito di mano. A lui l’ardua sentenza, ma anche alla società.
Ernesto Luciani