CORONAVIRUS: SCUOLE E UNIVERSITÀ CHIUSE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE
Stasera il nuovo decreto. Le reazioni di maggioranza ed opposizione
Il governo ha deciso la chiusura di tutte le scuole e le università italiane da domani, giovedì 5 marzo, fino a al 15 marzo per gli effetti del coronavirus. Ecco l’annuncio da parte della ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina. “Abbiamo deciso di sospendere le attività didattiche al di fuori della zona rossa. Non è stata una decisione semplice, ma di impatto. Spero che gli alunni tornino al più presto a scuola”, ha aggiunto la titolare del Miur, assicurando “l’impegno” perché questo “servizio pubblico essenziale continui a essere fornito anche a distanza”.
“Abbiamo chiuso le scuole in via prudenziale” ha dichiarato poi il premier Giuseppe Conte che ha concluso “Noi della trasparenza abbiamo fatto sempre la nostra regola d’azione, verità e trasparenza”. Sulla chiusura delle scuole questa mattina ha detto “era stato chiesto al comitato tecnico-scientifico un ulteriore approfondimento”. Per questo “la notizia che è fuoriuscita è stata totalmente improvvida”. Stasera il presidente del Consiglio firmerà il secondo decreto con misure urgenti dedicato anche agli istituti scolastici.
Prima della comunicazione ufficiale, diversi i commenti di vari esponenti politici. Il leader della Lega Matteo Salvini ha affermato a tal proposito: “Urgente stanziare aiuti economici per i genitori che lavorano e che con le scuole chiuse hanno problemi con i figli a casa”.
Queste le parole di Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia: “La decisione della chiusura delle scuole impone scelte immediate per non lasciare sole le famiglie con figli che, peraltro, avranno anche difficoltà a poter utilizzare la ‘risorsa’ nonni ultrasessantacinquenni. Subito misure per smartworking, permessi retribuiti e, non meno importante, va esteso in maniera organica l’apprendimento a distanza. Non c’è tempo da perdere”.
Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha commentato: “Finalmente da Roma a Milano tutti hanno preso consapevolezza di quella che è realmente la situazione. Le notizie secondo cui il Consiglio dei Ministri ha deciso di chiudere le scuole fino a metà marzo conferma che la linea assunta da subito dalla Regione Lombardia era quella corretta, l’unica per fronteggiare davvero il diffondersi del virus. Ora più che mai bisogna remare tutti nella stessa direzione, senza polemiche per tutelare la salute dei cittadini”.
A ‘Un Giorno da Pecora’, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha detto: “Adesso serve lavorare, subito. Ho qualche idea in testa a riguardo, perché non si sa come dovrebbero fare visto che le famiglie di questi ragazzi, che devono andare a lavorare, bisogna fare in modo che possano avere qualcuno dove lasciare i figli. O si lavora a una misura tipo congedo parentale eccezionale, che secondo me è la soluzione migliore, oppure si studia una misura per dare alle famiglie un rimborso economico per un aiuto, per esempio con le baby sitter”.
La news sulla chiusura delle scuole di tutta Italia era nell’aria già da alcune ore. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, a una domanda sull’ipotesi di chiusura di tutte le scuole in Italia, aveva risposto così in alcune dichiarazioni riportate da ‘Ansa’: “Attendiamo l’esito della riunione in corso a palazzo Chigi”.
Coronavirus, bozza Dpcm: stop a strette di mano, limitazioni per anziani e palestre
L’Ansa anticipa la bozza del Dpcm attualmente sul tavolo del premiere Giuseppe Conte, riunito a Roma con i ministri. Stop alle strette di mano e agli abbracci, evitare di scambiare bottiglie e bicchieri.
Il testo prevede poi il rinvio di manifestazioni pubbliche e private, cinema e teatri compresi, che comportino un affollamento tale da non garantire la distanza di sicurezza di almeno un metro.
Si potranno tenere competizioni sportive, ma a porte chiuse. Le manifestazioni restano invece sospese nelle “zone rosse”. Divieto delle trasferte per i tifosi che risiedono nelle Regioni di Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e nelle province di Pesaro e Urbino e Savona.
Palestre, piscine e centri sportivi possono rimanere aperte a patto che rispettino le norme di igiene tra cui il lavaggio delle mani e il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno un metro.
Ci sono anche misure riguardanti ospedali e anziani. Questi ultimi, non solo quelli affetti da patologie croniche, dovranno limitare le uscite “non strettamente necessarie”, evitando luoghi affollati. Ridotte le visite di parenti alle case di riposo. Imposto il divieto per gli accompagnatori dei pazienti di fermarsi nelle sale di attesa dei pronto soccorso.
Stop a congressi, riunioni, meeting e eventi sociali per il personale sanitario e per il personale che garantisce i servizi essenziali e di pubblica utilità. Rinviati tutti i convegni.