DONNE DI IERI E DI OGGI a cura di SIlvana delle Rose: CLEOPATRA
CLEOPATRA – DONNA E DEA
Come si sa, la Storia è scritta dai vincitori i quali impongono la loro versione degli eventi. E’ quello che è successo a Cleopatra ad opera di Ottaviano, vincitore della regina ad Azio nel 31 a.C.
Cleopatra è l’ultima discendente dei Tolemei, una dinastia che ha governato l’Egitto dal 323 a.C., quando alla morte di Alessandro Magno i suoi generali si spartiscono l’immenso impero. Nata nel 69 a.C. nei lussuosi appartamenti di una delle concubine del faraone Tolomeo XII, Cleopatra era macedone. Era la settima ad ereditare questo nome che sottolineava il legame che la sua famiglia aveva con il mondo ellenico e significava “Gloria a suo padre” e forse fu veramente l’unica gloria per quel faraone, soprannominato dal popolo l’Aulete (flautista). Visse ad Alessandria, la grande Alessandria. Per proteggerne la gloria Cleopatra VII era disposta a tutto, anche a morire. E così è stato.
Sotto la dinastia dei Tolomei, l’Egitto conobbe un periodo di grande ricchezza e splendore, ma dopo l’espansione dei Romani Cleopatra teme l’invasione dei nuovi avversari e quando il padre muore nel 51 a. C., eredita un Paese in grandi difficoltà. Ma si doveva rinunciare definitivamente alla trascorsa grandezza? Una donna rifiutò di arrendersi alla Storia. Cleopatra è una donna di grandissimo talento politico, molto intelligente e, stranamente per l’epoca, molto colta. Poiché i re tolemaici adottarono l’usanza egizia di sposare le proprie sorelle, molti sovrani regnarono congiuntamente alle loro spose, che erano di stirpe reale. La famosa Cleopatra fu la sola regina tolemaica a regnare da sola, dopo la morte del fratello-marito Tolomeo XIII.
Secondo Plutarco (48 d. C. – 120 d. C.) parlava sette lingue, fu l’unica dei Tolomei a conoscere l’egizio e ad immedesimarsi nella cultura del suo popolo, anche dal punto di vista religioso. Aveva ricevuto un’istruzione di tipo greco che comprendeva anche geometria, aritmetica, astronomia, medicina.
Sapeva cavalcare, suonare la lira, dipingere e cantare. Non si limitò ad adorare gli déi cari ai suoi sudditi, ma si presentò lei stessa come emanazione della divinità Iside. Durante i primi tre anni di regno un colpo di stato le impose l’esilio e divenne invisa al popolo con l’accusa di seguire la politica filo-romana di suo padre. Doveva necessariamente cercare protezione in Cesare. Nessuna donna avrebbe osato tanto: eludendo i controlli dei nemici romani penetrò da clandestina nel Palazzo Reale, trasportata a spalle da un suo servitore in un tappeto avvolto per incontrare il vincitore di Farsalo, giunto ad Alessandria. Cesare aveva 52 anni, lei 21. La regina d’Alessandria gli cadde tra le braccia, lui ne diventò schiavo e le riconsegnò il trono. Nella battaglia, tuttavia, Cesare diede fuoco alla famosa biblioteca d’Alessandria insieme a 40 mila rotoli di papiro. Nove mesi dopo, Cleopatra diventò mamma di Tolomeo Cesare, detto Cesarione, figlio di Giulio Cesare.
Due anni dopo, nel 44, Giulio Cesare morì assassinato in una congiura a Roma.
Cleopatra, che si trovava a Roma in un ambiente ostile e pericoloso, rientrò in fretta in Egitto, fece uccidere il secondo fratello e mise sul trono, accanto a sé, Cesarione.
Ma com’era di aspetto la mitica regina? Plutarco ci informa che “ la beltà non era di quel tipo incomparabile che afferra istantaneamente. Ma il suo fascino era irresistibile e una delizia sentire la sua voce…” Mentre Dione Cassio fa notare che “era capace di conquistare i cuori più restii all’amore, perfino quelli che l’età aveva raffreddato…”
Di lei non ci sono giunti ritratti ufficiali. Da Svetonio (126 d.C. e lo conferma Dione Cassio, che scrive nel 3° sec. d.C.) apprendiamo che Cesare sfidando tutte le convenzioni fece erigere una statua d’oro alla donna che amava.
Era tuttavia impossibile che Cesare sposasse Cleopatra secondo il rito romano, non solo perché era già sposato con Calpurnia, dalla quale avrebbe potuto facilmente divorziare dal momento che non gli aveva dato figli, quanto e soprattutto perché Cleopatra era una donna straniera, ostacolo inammissibile per il diritto romano.
Intanto, dopo la morte di Cesare, Marco Antonio, Marco Emilio e Ottaviano, si erano uniti nel “secondo trimvirato” per sconfiggere i cesaricidi. Alla fine di quell’anno la Repubblica romana risultava così divisa in due: Ottaviano prese il controllo dell’Occidente e Antonio dell’Oriente, mentre Lepido fu presto marginalizzato.
La vittoria di Filippi dette a Marco Antonio il dominio della parte orientale del mondo romano. La regina, gli andò incontro a Tarso e seppe attrarlo con la sua raffinatezza principesca greco-orientale per procurarsi ciò di cui aveva bisogno per progredire: la potenza militare.
Nella primavera del 40 Antonio, tornato in Italia e rimasto vedovo di Fulvia, fece lega con Ottaviano, di cui sposò la sorella. Intanto Cleopatra dava alla luce due gemelli, Alessandro Elio e Cleopatra Selene. Per alcuni anni la coppia rimase separata, ma nel 36 mentre Antonio stava preparando una spedizione contro i Parti, non potendo resistere più alla sua regina, torno tra le sue braccia e nacque un altro figlio. Come si può resistere a lungo al fascino di una dea?
Fallita la spedizione partica, Antonio rientrò in Egitto, sempre più preso di passione per la sua regina causando, per questo, profonde umiliazioni alla moglie Ottavia. Nel 34 si volse contro l’Armenia, tornandone vittorioso e carico di spoglie. Di tale vittoria, con grave scandalo dei romani, Antonio celebrò il trionfo in Alessandria con Cleopatra e i tre figli. Il sogno di una monarchia universale, più grande di quella concepita dal conquistatore macedone, con capitale Alessandria o Roma, appariva sempre più vicino.
Il tradizionalismo dell’opinione pubblica romana fu profondamente scosso dalla inconsueta procedura trionfale: Cleopatra ebbe il titolo di “regina dei re” e fu associata nel culto a Iside.
Ma a distruggere questo sogno provvide Ottaviano, fattosi paladino del nazionalismo romano.
La politica di Cleopatra e Antonio, tesa a dominare tutto l’Oriente, favorì infatti la reazione di Ottaviano, che accusò la regina di minare al predominio di Roma e convinse i Romani a dichiarare guerra all’Egitto. Fu dichiarata guerra alla regina, non ad Antonio. Cleopatra aveva fatto costruire una flotta possente di circa 300 navi di grossa stazza.
Nel 31 a,C, le forze navali romane si scontrarono con quelle di Antonio e Cleopatra nella battaglia di Azio. Visto che la battaglia era persa la regina ordinò alla sua scorta personale di aprirsi un varco nella flotta romana e riparò ad Alessandria, seguita da Antonio. Dopo la vittoria Ottaviano invase il Regno tolemaico d’Egitto e, dopo una breve resistenza, entrò ad Alessandria.
Nel 30 a.C., dopo il suicidio di Antonio per non essere torturato e fatto prigioniero da Ottaviano, Cleopatra, fallito il tentativo di sedurre il glaciale Ottaviano, si rinchiuse nel mausoleo dei Tolomei e, secondo la versione classica di Plutarco, si uccise facendosi mordere da un aspide. Ipotesi moderne propongono alternative, come il suicidio con l’uso di veleni.
Plutarco nel suo Vita di Antonio, racconta come Cleopatra decise di usare questo animale e ci presenta una Cleopatra crudele, ma tormentata ed insicura “…Cleopatra raccoglieva ogni sorta di veleni mortali, tra i più forti che ci fossero, e di ciascuno di essi provava se erano efficaci e nello stesso tempo indolori, propinandoli ai detenuti in attesa di morire. Poiché vide che quelli istantanei procuravano una morte subitanea, ma dolorosa, e i più dolci non erano rapidi, provò gli animali, osservandoli di persona, mentre venivano applicati uno dopo l’altro. Fra tutti trovò quasi solo il morso dell’aspide, che induceva nelle membra un torpore sonnolento e un deliquio dei sensi, senza per questo arrecare spasimo o provocare gemiti; non appariva che un lieve sudore alla fronte, mentre le facoltà percettive svanivano, si rilasciavano dolcemente, e resistevano a ogni tentativo di risvegliarle e richiamarle in vita, come chi dorme profondo…”. e probabilmente scelse questo.
Il sogno di Cleopatra si infrange ancora una volta e definitivamente ad Azio nel 31 a.C. Aveva 39 anni. Con la regina morì anche il Regno d’Egitto, ridotto a provincia romana.
E’ stata una degna fine? Più che degna… degna dell’ultima regina di una grande stirpe! Non poteva essere altrimenti, se dopo duemila anni il suo nome è ancora celebrato.