FALCONE NUOVO PORTIERE GIALLOROSSO “IL LECCE ERA NEL MIO DESTINO”
Quando ci sono da presentare undici acquisti (e non è ancora finita) è evidente che gli appuntamenti per farlo sono davvero tanti. In questa circostanza è stato il turno di Wladimiro Falcone, romano, classe ’95, alto 1,95, 12 presenze in Serie A di cui 11 da titolare, un torneo di B (Cosenza) e una promozione nel torneo cadetto.
A lui il compito di prendere l’eredità di Gabriel tra i pali della porta giallorossa. È lui, infatti, il prescelto per il ruolo di estremo difensore della squadra salentina nel prossimo torneo di serie A che ormai bussa alle porte con il prologo dell’impegno di Coppa Italia, venerdì 5 agosto.
Come sempre accade in questi casi a prendere la parola è, prima di tutto, il Responsabile dell’Area Tecnica Pantaleo Corvino, che ha detto: “Presentiamo Falone, un portiere e sapete bene quale importanza diamo a questo ruolo. Riteniamo, nonostante solo 12 presenze in A, di aver fatto una scelta importante. È un ‘angale’ specialista nel parare anche i calci di rigore e sa giocare con la palla”.
La parola è passata poi al diretto interessato
“La presenza di Corvino ha influito molto sulla scelta, non lo conoscevo di persona, ma la sua fama parla per lui, sono voluto venire qui per provare un’esperienza nuova e c’è stato sin da subito un approccio perfetto, un buon livello tecnico e con il mister è andata bene, mi ha spiegato alcune cose. Mi trovo alla perfezione anche con i preparatori dei portieri”.
Poi ha proseguito parlando della sua pur breve carriera calcistica
“Ho lavorato con Osti, Faggiano, il Direttore Trinchera a Cosenza e ho avuto come preparatore Fabrizio Lorieri, Lecce, quindi, era un po’ nel mio destino e quando bisognava decidere c’era qualcosa dentro di me che mi voleva far venire. Osti e Faggiano mi hanno detto che la piazza è molto importante, quasi da Champions League, con tifosi molto calorosi. Il Direttore Trinchera, poi, mi ha chiamato il giorno dopo la fine del campionato chiedendomi se fossi disposto trasferirmi. Ho scelto la maglia 30 perché il 3 e il mio numero fortunato, ma un portiere con il 3 è strano. Mi sento pronto, so che ci sarà molto lavoro da fare durante le partite, ma sono abituato a questo tipo di torneo e spero di rendermi utile alla squadra. Volevo andare via da Genova, c’erano altre squadre che mi cercavano, ma era ferma intenzione venire nel Salento e fortunatamente tutto è andato per il meglio”.
E poi ancora
“Ho iniziato a 11 anni, prima ho praticato nuoto e basket e sono sempre stato in porta e dopo il primo anno alla Lodigiani, mia madre era indecisa se farmi proseguire o meno, ma un dirigente le ha detto che avevo potenzialità e ho continuato. Sui rigori sono stato non so se fortunato a bravo, però ho sempre avuto questa dote, sempre un dirigente a Roma mi ha detto che sui rigori un portiere non ha mai nulla da perdere e quella frase l’ho fatta mia. Essendo alto, le uscite mi piacciono e parlando con i giocatori mi hanno detto che si sentono più sicuri quando il portiere esce bene. Fare una bella uscita è una cosa che mi dà molto godimento”.
La stagione della svolta
“Questa annata per me è fondamentale, ho giocato sempre in C, una stagione in B e10 partite in A, ho fatto bene, ma so che nel massimo torneo questa deve essere la stagione della svolta, sono contento della fiducia e farò in modo di ripagare tutti”.
Il giro di boa in carriera
“Avevo paura di rimanere nel pantano della C, ma c’è stato un anno a Lucca dove, dopo aver fatto un girone di andata così e così, un preparatore Enzo Biato mi ha parlato, ha lavorato sulla mia testa e mi ha migliorato e da lì ho disputato una grande stagione, poi anche in B con il direttore Trinchera ho fatto bene”.
Rapporto con i difensori
“Il rapporto con i difensori è fondamentale per un portiere, ho sempre avuto un’ottima intesa con loro, in questi pochi giorni che sono qui con i compagni di reparto ci siamo intesi e spero possa proseguire così”.