FEDERICO BASCHIROTTO ANCHE IL LECCE COMPRA “ITALIANO”
Oggi la scena per la presentazione ufficiale è toccata a Federico Baschirotto, prelevato a titolo definitivo dall’Ascoli. A fare gli onori di casa il deus ex machina del calcio marcato leccese Pantaleo Corvino che ha esordito così: ”Abbiamo fatto tanto in questo mercato, sia in uscita sia in entrata. Oggi presentiamo Federico Baschirotto, un calciatore italiano, che mi fa pensare alle critiche che subiamo quando si dice che non puntiamo sugli italiani, magari provenienti da categorie inferiori. Vediamo quello che c’è dietro e Federico ha qualità, magari non conclamate, e potenzialità. Partiamo dalla considerazione di base che seguiamo chi si mette in evidenza. Abbiamo valutato Baschirotto e le sue potenzialità importanti”
Poi ha proseguito: “Ha dei numeri, che voglio analizzare nello specifico. Quando parliamo di qualità conclamate tutti sanno i numeri di elementi affermati. Le potenzialità invece non vengono riconosciute dato che si conosce poco delle categorie inferiori. Nell’aver pensato a Baschirotto insieme a Trinchera abbiamo tenuto conto di diversi aspetti. È dotato fisicamente per essere un terzino, non è facile trovare un terzino così dotato fisicamente, sa difendere e sa anche attaccare. Un Dani Alves con più fisico? No, è un ragazzo che abbiamo preso a titolo definitivo pensando appunto ai numeri. Prima dell’Ascoli, veniva dalla Lega Pro. Ha fatto il triplo salto mortale, a disposizione che le sue potenzialità non sono inosservate”.
I dettagli che hanno portato all’acquisto: “Sono diversi: 30 presenze in B più 2 tra Coppa Italia e playoff, ha fatto 4 gol, non è facile per un terzino. Due gol realizzati di testa, uno di sinistro e uno di destro, tutti in area di rigore. Si propone sempre in fase offensiva, sfrutta il colpo di testa con la sua altezza. È preciso nei passaggi: ha totalizzato il 78% nei passaggi, vincendo il 65% dei duelli aerei. È concentrato e attento, non essendo falloso. Ha ricevuto solo 4 ammonizioni e nessuna espulsione. Parliamo di potenzialità e sottolineo potenzialità. Per noi è linfa vitale pescare calciatori così. Questi numeri non sono passati inosservati e lo abbiamo introdotto nella nostra famiglia. Sono convinto che non deluderà”.
Ha quindi preso la parola il calciatore, ruolo terzino destro, proveniente dall’Ascoli, acquistato dal Lecce con un triennale con opzione per altri due anni, e si è presentato così: “I numeri del direttore mi caricano di responsabilità? Ringrazio Corvino. Le sensazioni sono ottime, io sono ambizioso e cerco sempre il massimo. Spero di confermare queste cifre anche in Serie A. Mi aspetto un campionato difficile ma possiamo dire la nostra. Saremo pronti”.
Un “leccese” nella sua storia: “Lecce e i leccesi nel mio destino? Direi. Mister Taurino alla Viterbese mi ha aiutato tanto ad arrivare in B e lì ho continuato il mio percorso fino alla Serie A. Nel 4-3-3 di Baroni c’è da lavorare ed entrare nei meccanismi, conoscere la squadra, i compagni. Col lavoro si troverà un amalgama”.
Il rapporto con l’enologia: “In famiglia abbiamo un’azienda agricola. Ci aiutiamo spesso e quando sono a casa in vacanza aiuto. Non ho assaggiato vini salentini, ho bevuto sempre sul Veneto, la Valpolicella, ma ora proverò i vini locali”.
Rapporto con gli avversari. “Non vedo l’ora di affrontare tutti. Voglio mettermi in gioco e non faccio differenze. Giocherò alla morte per vedere a che livello sono”.
Rapporto con i tifosi: “I tifosi? Forse non me l’aspetto. L’ho già capito che i tifosi sono attaccati alla maglia, ci aiuteranno nel percorso”.
Estate carica d’emozioni: “Tante emozioni. Sono partito per Cascia con l’Ascoli per fare bene, ero convinto di dare tanto lì. È arrivata la chiamata del Lecce e mi sono sentito orgoglioso, la Serie A non è per tutti. Ho pensato a quanto fatto negli anni, partendo dalle retrovie arrivando fino alla categoria più importante. Ho sempre creduto a una chiamata dalla A, non me l’aspettavo ma ci credevo”.
Debutto da far tremare i polsi: “L’Inter? Arriveremo al debutto con la mentalità di vincere. Anche se l’avversario è grande devi pensare alla vittoria e andremo in campo anche per vincere contro l’Inter. Col duro lavoro ci toglieremo delle soddisfazioni”.
Perché il “6” e chi è l’idolo da emulare: “Ho scelto il 6, avuto sempre in questi anni e in famiglia siamo sei. Il mio idolo? Sergio Ramos, un difensore che segna e a me piace segnare”.
Ernesto Luciani