FESTE PATRONALI E SAGRE SEGNALATE DA LECCEOGGI – SANTA SEVERINA A PISIGNANO
SANTA SEVERINA
PISIGNANO (Vernole) 8 gennaio
Otto gennaio. si festeggia la solennità di Santa Severina, vergine e martire patrona del casale e titolare di una chiesa alla periferia di Pisignano. Si tratta di una frazione di Vernole, dalle radici greche che l’antica comunità cristiana espresse in una evidente iconografia bizantina di cui l’immagine che più ha resistito nel cuore della gente di Pisignano resta la Madonna di Costantinopoli che dopo il concilio di Trento tende a cambiare terminologia in Mater Domini. IL tutto è documentato da una chiesetta in periferia dell’abitato dedicata a Santa Severina di cui espressamente si legge nel registro delle visite pastorali che quella originale era crollata (diruta) e che nel 1656 fu ricostruita a pochi passi da quella crollata e con le stesse pietre della “diruta cappella” per iniziativa di don Geronimo Severini “utilis dominus loci”. Don Geronimo Severini esercitava sulla chiesa parrocchiale di Pisignano “lo jus patronatus” e i suoi figli erano “clerici admissi ad servitium ecclesiae loci”. Man mano che i Severini si affermavano sul territorio, cresceva pure il culto della Santa. Si moltiplicarono le immagini della Santa in quattro versioni: una prima volta compare su una tela esposta dentro la ricostruita cappella in un gruppo di santi dall’identico nome: San Severino confessore, San Severino abate e Santa Severina vergine e martire.
La chiesa parrocchiale viene modificata nell’impianto rettangolare ed ampliata a croce latina, anche qui si introduce l’immagine di Santa Severina in due statue di pietra leccese, in una, esposta all’esterno, centrale sul frontespizio della stessa, stringe tra le braccia il casale del quale è stata dal vescovo di Lecce dichiarata protettrice; infine nel 1729 venne raffigurata in una statua lignea ed esposta nella residenza signorile della famiglia Severini.
Ogni anno durante la celebrazione della messa solenne, al momento del panegirico, il predicatore ricordava la leggenda che accompagnava il ricordo della ricostruzione della cappella in onore di Santa Severina. Questo il filo conduttore: “Un cavaliere naufrago nel mare Adriatico invocò la santa e a pericolo scampato sciolse il voto formulato nel pericolo: messosi in sella del proprio cavallo si inoltra nell’entro terra e dove il destriero si fermò e si inginocchiò proprio in quel luogo a Pisignano nel 1656, Geronimo Severini costruì la chiesa a Santa Severina”. Osservazioni conclusive. Il culto alla Madre di Dio resta fermo e sentito mentre il culto a santa Severina risente delle stagioni politiche. Infatti quest’ultimo tendeva a crescere fino all’avvenuta unità d’Italia, dopo di che tendeva a scemare fino a tal punto che mons. Francesco Minerva, vescovo di Lecce, ufficialmente ebbe a interdire le reliquie di Santa Severina.