A GIORNI INIZIERÀ IL “SEI NAZIONI”
Il prestigioso torneo di rugby prenderà il via il prossimo 6 febbraio. L’Italia alle prese con un ricambio generazionale.
Il 6 febbraio prenderà il via il Sei Nazioni, una manifestazione che tutti gli appassionati di rugby hanno segnato sul calendario con la matita rossa, visto che si tratta di un torneo che riserva sempre grande spettacolo con grande soddisfazione per loro.
Al prossimo Sei Nazioni una possibile sorpresa potrebbe chiamarsi Irlanda, che sembra avere tutte le carte in regola, anche e soprattutto per via di non avere alcuna assenza eccellente e vivere un buon stato di forma, ma non è l’unica chiave di lettura da seguire. Certo, Francia e Inghilterra sono quelle big che hanno i favori del pronostico: gli inglesi, in modo particolare, cercano il bis dopo la vittoria dello scorso anno, mentre la selezione transalpina pare ormai aver raggiunto un grado di maturità tale per cui si deve puntare alla vittoria del titolo.
Come è stato ben messo in evidenza nel corso di una recente intervista rilasciata da Maxime Mbanda al blog sportivo L’insider, così come dalle parole del ct sudafricano Franco Smith, l’Italia si trova nel bel mezzo di un percorso di ricambio generazionale. Dunque, sarebbe del tutto errato aspettarsi di vedere i risultati nell’immediato.
Un’Italia che fa del suo lato “verde” un punto di forza, ma anche un “neo”, dal momento che l’esperienza, a questi livelli, fa tantissimo, così come l’abitudine a prendere parte a partite di un certo spessore internazionale. Detto questo, anche il capitano Luca Bigi ha voluto sottolineare, qualche giorno fa, come è un tale privilegio prendere parte a questo tipo di torneo, che l’Italia sarà sicuramente pronta a tutto quello che l’aspetta.
E pensare che il più “anziano” in campo sarà proprio lui, Luca Bigi, il capitano che di anni ne ha 29 e che supera di ben cinque lunghezze l’età media della squadra, che scende addirittura a 24,5 anni. Un primato visto poche altre volte a queste latitudini.
Il costruttore di risultati, Franco Smith
In realtà si chiama Petrus François Smith, ma per tutti è ormai diventato “Franco”. Un ct che in tanti non hanno perso tempo a paragonare a un vero e proprio costruttore. Smith ha un’ottima conoscenza sia dell’Italia che degli italiani: la prima volta che mise piede sul nostro territorio fu ben vent’anni fa e ha sempre messo in evidenza come alla Nazionale azzurra non difetti certo il talento, ma quest’ultimo non è sufficiente in una disciplina come il rugby se non viene accompagnato anche dal fisico e da una notevole forza di volontà.
Certo, bisogna avere coraggio nell’abbassare così tanto l’età media della Nazionale, ma chi è stato chiamato in Nazionale ha comunque tutte le carte in regola per fare bene. Anche per via del fatto che Franco Smith, il ct, non ammette alcuna deroga dal punto di vista dell’attaccamento ai colori azzurri e dell’impegno da porre sul campo.
L’Italia, al prossimo Sei Nazioni, potrebbe giocarsela con Scozia e Galles che, al momento, si possono tranquillamente paragonare a due vere e proprie incognite. Gli appassionati si aspettano tanto da Matteo Minozzi, di anni 24, che rappresenta l’attacco più in forma dell’intera Nazionale, anche se è da due mesi che non scende in campo. In ogni caso, nessuna ossessione per colpa di un passato avaro di vittoria, ma bisogna concentrarsi solo sul futuro, che qualche soddisfazione in più potrebbe portarla.