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GUERRA HAMAS – ISRAELE

GUERRA HAMAS – ISRAELE

 Oggi è il 268° giorno di guerra

L’Arabia Saudita ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare il Libano

L’Arabia Saudita ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare il Libano mentre crescono i timori di un’escalation del conflitto tra Hezbollah e Israele. E’ quanto riporta l’agenzia di stato saudita Spa, ripresa da Al Jazeera. L’ambasciata saudita a Beirut ha esortato i suoi cittadini a lasciare “immediatamente” il Libano, aggiunge l’agenzia.

 

Il ministro israeliano Katz, riferendosi all’Iran: “Un regime che minaccia la nostra distruzione merita di essere distrutto”

“L’Iran minaccia oggi di distruggere Israele se Israele risponderà pienamente agli attacchi di Hezbollah dal Libano. La mia risposta all’Iran è chiara: 1) Se Hezbollah non cessa il fuoco e non si ritira dal sud del Libano,agiremo con tutta la forza fino a quando la sicurezza non sarà ripristinata e i residenti potranno tornare alle loro case; 2) Un regime che minaccia la distruzione merita di essere distrutto”. Così scrive in un post su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz.

 

Noa Argamani, uno dei 4 ostaggi liberati l’8 giugno, è intervenuta con un video messaggio alle manifestazioni a tel Aviv:”Non dimenticare ostaggi ancora a Gaza”

La giovane Noa Argamani, una dei quattro ostaggi liberati l’8 giugno, ha rotto il silenzio con un video trasmesso a Tel Aviv durante le proteste contro il governo Netanyahu dei parenti degli ostaggi. “Anche se sono a casa, non possiamo dimenticare coloro che sono ancora a Gaza”. Argamani è stata salvata con altri tre ostaggi, dopo otto mesi di prigionia nella Striscia di Gaza, in un’operazione condotta dall’esercito israeliano in pieno giorno nel campo profughi di Nuiserat al centro di Gaza, dove erano detenuti. “La principale preoccupazione durante la prigionia erano i miei genitori”, ha aggiunto la giovane riferendosi alla delicata situazione in cui si trova sua madre, malata terminale di cancro. “E’ un grande privilegio essere accanto a mia madre dopo 8 mesi di incertezza”, ha detto nel video trasmesso in quella che oggi è conosciuta come la “piazza degli ostaggi” a Tel Aviv, punto di partenza delle proteste settimanali contro il governo e per il rilascio degli ostaggi. Il caso di Noa Argamani è stato uno dei più noti da quando si è diffuso sui social network il video del momento in cui i militanti l’hanno rapita e trasportata in moto nella Striscia di Gaza il 7 ottobre. Anche oggi le famiglie degli ostaggi hanno protestato nuovamente davanti al quartier generale militare di Kirya a Tel Aviv, per chiedere al governo israeliano di concludere un accordo con Hamas che consenta la liberazione dei loro cari. Inoltre, centinaia di manifestanti hanno bloccato il traffico allo svincolo di Amiad nell’Alta Galilea come parte delle proteste antigovernative settimanali che si svolgono in tutto Israele per chiedere elezioni anticipate.

 

La polizia contro i manifestanti a Gerusalemme (RaiNews Widget Item)

Decine di migliaia di dimostranti si sono radunati a Tel Aviv, dove nelle ultime settimane si è tenuta la più grande manifestazione antigovernativa. Altre migliaia marciano ad Haifa e si radunano a Gerusalemme, così come nelle città meridionali di Beersheba e Mitzpe Ramon.Separatamente, l’Hostages and Missing Families Forum, che rappresenta alcuni parenti di alcune delle 252 persone presumibilmente tenute in ostaggio a Gaza, sta tenendo il suo raduno settimanale a Hostages Square a Tel Aviv

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L’amministrazione Biden ha presentato una nuova formula della bozza di accordo per la tregua e il rilascio degli ostaggi

L’amministrazione Biden ha nei giorni scorsi presentato una nuova formula per parti della bozza di accordo per la tregua e il rilascio degli ostaggi nel tentativo di superare le differenze tra Israele e Hamas e raggiungere un’intesa. E’ quanto rivela su Axios il giornalista Barak Ravid citando tre fonti che descrivono il nuovo tentativo degli americani di far avanzare la proposta di accordo in tre fasi approvata dal gabinetto di guerra e presentata il mese scorso da Joe Biden. Secondo le fonti, il nuovo tentativo dei mediatori Usa, insieme a quelli di Qatar e dell’Egitto, è relativo sull’articolo 8 della proposta, incentrato sui negoziati che dovrebbero iniziare tra Israele e Hamas durante l’applicazione della prima fase per arrivare alla seconda che dovrebbe portare ad una “calma sostenibile” a Gaza. Hamas vuole che questi negoziati siano concentrati solo sul numero e identità dei prigionieri palestinesi che saranno rilasciati in cambio di ogni soldato in vita o ostaggio maschio di Hamas.  Israele, dal suo canto, invece vuole poter affrontare la demilitarizzazione di Gaza ed altre questioni in questi negoziati. Ora gli americani avrebbero formulato in modo diverso l’articolo 8 nella speranza di poter trovare un’intesa tra le parti. “Gli Stati Uniti stanno lavorando sodo per trovare una formula che permetta di raggiungere l’accordo”, spiega una delle fonti di Axios, mentre un’altra sostiene che se Hamas la accetterà “questo permetterà di chiudere l’intesa”.

 

 

luciani.2006@libero.it

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