Guerra Hamas – Israele
Oggi è il 407° giorno di guerra
Mikati all’Iran: “Fare pressioni su Hezbollah per mettere fine alla guerra”
Il primo ministro del Libano, Najib Mikati, ha chiesto all’Iran di aiutarlo a raggiungere un cessate il fuoco per mettere fine alla guerra tra Israele ed Hezbollah. Il premier sunnita ha chiesto a Teheran di fare pressioni sul “partito di Dio” sciita, Hezbollah, per convincerlo ad accettare una tregua. E proprio oggi un consigliere di Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, si è recato in Libano per una serie di colloqui.
L’Iran è il principale sostenitore di Hezbollah, che ha armato e finanziato per alcuni decenni. Dallo scorso settembre, da quando cioè Israele ha intensificato i suoi bombardamenti sul Libano, oltre 3.400 persone sono morte sotto il fuoco dell’esercito e dell’aeronautica di Tel Aviv. Secondo i media libanesi Lisa Johnson, ambasciatrice statunitense a Beirut, avrebbe consegnato un piano per il cessate il fuoco in 13 punti a Nabih Berri, presidente del parlamento libanese.
Da parte sua l’Iran ha fatto sapere di appoggiare qualsiasi decisione il governo libanese assumerà con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco con Israele. Lo scrive l’agenzia Reuters citando un funzionario iraniano e sottolineando che Teheran intenderebbe mettere fine al conflitto.
Pesanti bombardamenti su Dahiyeh, roccaforte sciita di Beirut
L’aeronautica militare dello Stato di Israele ha condotto la quarta serie di attacchi nell’area di Dahiyeh, una roccaforte di Hezbollah a Beirut, in Libano. L’esercito israeliano riferisce che tra gli obiettivi colpiti ci sono stati centri di comando di Hezbollah, strutture di stoccaggio di armi e altre “infrastrutture terroristiche”.
Questi attacchi, sottolinea Tsahal, “fanno parte degli sforzi continui dell’Idf per smantellare e degradare le capacità militari di Hezbollah nell’area di Dahiyeh, dove Hezbollah ha sistematicamente inserito le sue infrastrutture terroristiche tra la popolazione civile libanese, sfruttandola cinicamente come scudo umano”.
Prosegue sempre la nota delle forze armate israeliane: “Prima degli attacchi sono state adottate numerose misure per mitigare il rischio per i civili, tra cui la raccolta di informazioni preliminari, l’uso della sorveglianza aerea e l’emissione di avvisi preventivi alla popolazione dell’area”.
Israele, inviati 7mila avvisi di leva agli ebrei ultra-ortodossi
Il nuovo ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha dato l’ok per settemila avvisi di leva da inviare ad altrettanti ebrei ultra-ortodossi, noti anche come Haredim, che ora dovranno arruolarsi nelle Forze di difesa israeliane (Idf).
Lo scrive il Washington Post che cita un comunicato del ministero secondo cui la mossa mira ad “alleggerire il peso per i soldati regolari, di carriera e riservisti”, aggiungendo che l’esercito fornirà tutto il supporto necessario per “mantenere lo loro stile di vita religioso” degli Haredim.
La popolazione ultra-ortodossa rappresenta più del 12% dei cittadini israeliani e finora ha fornito un supporto cruciale al primo ministro, Benjamin Netanyahu, che in cambio aveva promesso loro l’esenzione dal servizio militare.
L’espansione delle guerre israeliane ha però incrementato le richieste dell’opinione pubblica per un cambiamento dello status quo, tanto che la questione ha rischiato di mandare in frantumi la già fragile coalizione che sostiene Netanyahu.
In un post su X l’ex ministro della Difesa, Benny Gantz, ha invitato il suo successore Katz a “mandare tutti gli ordini di reclutamento e a non fermarsi a metà. Tutti devono essere arruolati, tutti devono ricevere un ordine. Siamo in guerra”.
Libano, 11 morti in 4 attacchi israeliani
Quattro attacchi israeliani nel sud del Libano hanno provocato oggi 11 morti. A essere prese di mira Ain Qana, nella provincia meridionale di Nabatiyeh, e diverse parti della provincia di Tiro. Nell’incursione che ha colpito una casa ad Ain Qana sono rimasti uccisi madre, padre e tre figli di una stessa famiglia.
Lo riferiscono i media di Stato libanesi, che non rendono nota l’età delle vittime. Altri tre attacchi delle forze di Tel Aviv nella provincia di Tiro, sempre nel sud del Paese, hanno causato altre sei vittime e 32 feriti.
Il comunicato Unifil: “Violazione grave delle leggi umanitarie”
L’Unifil interviene con un comunicato ufficiale su Telegram dopo la granata caduta sulla base italiana di Shama, nel sud del Libano: “Ricordiamo con forza a tutti gli attori coinvolti i loro obblighi per garantire la sicurezza del personale e delle proprietà dell’Onu. I deliberati attacchi contro i peacekeeper sono una grave violazione delle leggi umanitarie internazionali e della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu numero 1701”.