GUERRA HAMAS – ISRAELE
Oggi è il 151° giorno di guerra
Kamala Harris riceve Benny Gantz, priorità sono ostaggi, tregua e aiuti a Gaza
Ottenere l’accordo per la liberazione degli ostaggi, aumentare gli aiuti umanitari e un cessate il fuoco di sei settimane: sono le priorità che la vicepresidente Usa Kamala Harris ha indicato per il colloquio – in corso a Washington – con Benny Gantz, membro centrista del gabinetto di guerra, volato negli Stati Uniti “su sua richiesta” e senza il consenso del premier Benyamin Netanyahu, di cui è un rivale politico. Harris ha assicurato che lei e Joe Biden sono “allineati e coerenti sin dall’inizio” sul diritto di Israele di difendersi ma anche sul fatto che troppi civili palestinesi innocenti sono stati uccisi, che occorrono più aiuti e che bisogna liberare gli ostaggi.
Oltre ai colloqui con Harris, Gantz incontrerà oggi il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale per il Medio Oriente Brett McGurk e Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. Gantz dovrenne incontrare anche il leader della minoranza repubblicana al Senato Mitch McConnell. Domani vedrà il segretario di Stato Antony Blinken.
Forum delle famiglie degli ostaggi, “Non perdoneremo Netanyahu se non libererà i rapiti”
“Il popolo di Israele non perdonerà il premier Netanyahu e il governo se non riusciranno a porre fine agli atti orribili che gli ostaggi hanno già subito per 150 giorni”. Lo scrive in una nota il forum delle famiglie degli ostaggi israeliani in reazione al rapporto delle Nazioni Unite che conferma abusi sessuali durante il massacro del 7 ottobre e sui rapiti in mano ad Hamas a Gaza.
“Cosa c’è ancora da dire o fare affinché Netanyahu e i membri del governo siano determinati a fermare la crudeltà che le donne e gli uomini ostaggi sopportano giorno dopo giorno? È palesemente ovvio che le donne ostaggi stanno attraversando l’inferno in ogni momento, ogni minuto. In questo momento, l’Idf mantiene una forte presenza a Gaza e lungo i suoi confini, dando a Israele il sopravvento. Allo stesso tempo, lo schema di Parigi è stato approvato da tutte le parti coinvolte nell’accordo. Non si deve permettere che la discussione di dettagli minori comprometta questo accordo” continua la nota.
Onu, fondate ragioni di credere a stupri fatti da Hamas
Patten, assieme a un gruppo di esperti, e’ stata per due settimane e mezzo a febbraio scorso in Israele e Cisgiordania. Sulla base delle informazioni che sono state raccolte “da fonti molteplici e indipendenti, ci sono fondate ragioni di credere che violenze sessuali legate al conflitto abbiano avuto luogo durante l’attacco del 7 ottobre in diverse localita’ alla periferia di Gaza, compresi stupri e stupri di gruppo in almeno tre luoghi”, tra cui il sito dove si svolgeva il festival Nova, afferma il rapporto stilato dalla rappresentante Onu. Malgrado gli appelli fatti affinche’ le vittime di violenze sessuali testimoniassero, non se ne e’ presentata nessuna. I componenti della missione Onu hanno potuto intrattenersi con alcuni sopravvissuti e testimoni degli attacchi del 7 ottobre e con membri dei servizi di sanita’ e hanno visionato cinquemila fotografie e cinquanta ore di filmati degli attacchi. Hanno in compenso potuto dialogare con alcuni tra gli ostaggi liberati e raccogliere “notizie chiare e convincenti che alcuni hanno subito varie forme di violenze sessuali legati al conflitto, compresi stupro e tortura a sfondo sessuale cosi’ come trattamenti sessualizzati crudeli, inumani e degradanti” ha riferito Patten in una conferenza stampa. “Abbiamo buone ragioni di credere che simili violenze siano ancora in corso” ha aggiunto. Tra le difficolta’ incontrate, Patten ha elencato “la mancanza di fiducia dei sopravvissuti agli attacchi del 7 ottobre e delle famiglie degli ostaggi verso le istituzioni nazionali e internazionali, tra cui l’Onu”, e “l’assenza di prove medico-legali esaustive”. “La reale portata delle violenze sessuali nel corso degli attacchi del 7 ottobre potrebbe richiedere mesi o anni per emergere e potrebbe non essere mai realmente conosciuta”, conclude il rapporto Onu.
Unrwa, “Israele ha torturato alcuni nostri dipendenti arrestati”
Agli interrogatori veniva chiesto dell’attacco di Hamas del 7/10. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, ha dichiarato oggi che le autorità israeliane hanno torturato alcuni membri del suo staff durante gli interrogatori. “Alcuni membri del nostro personale hanno riferito alle squadre dell’Unrwa di essere stati costretti a confessare sotto tortura e maltrattamenti” mentre veniva chiesto loro dell’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre, ha precisato l’agenzia Onu.
Israele richiama ambasciatore all’Onu, il ministro degli esteri giustifica: “Per consultazioni”
Il ministro israeliano degli Esteri, Israel Katz, afferma di aver richiamato l’ambasciatore di Tel Aviv presso le Nazioni Unite per consultazioni accusando l’organizzazione di aver tentato di nascondere un rapporto sugli episodi di violenza sessuale che sarebbero stati perpetrati da Hamas durante l’attacco del 7 ottobre. Lo riporta The Times of Israel, citando un post su X di Katz. “Ho ordinato al nostro ambasciatore alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, di tornare in Israele per consultazioni immediate riguardo al tentativo di tenere nascosto il grave rapporto sugli stupri di massa commessi da Hamas e dai suoi sostenitori il 7 ottobre”, afferma Katz.
“Nonostante l’autorità concessagli, il segretario generale delle Nazioni Unite” Antonio Guterres “non ha ordinato la convocazione del Consiglio di Sicurezza alla luce di quanto accertato, per dichiarare Hamas un’organizzazione terroristica e imporre sanzioni ai suoi sostenitori”, aggiunge Katz.