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GUERRA HAMAS – ISRAELE

GUERRA HAMAS – ISRAELE

Oggi è il 225° giorno di guerra

I tre ostaggi che erano al festival di Nova

I corpi degli ostaggi recuperati a Gaza, sono quelli di Shani Louk, Amit Buskila e Itzhak Gelerenter. Tutti e tre erano al Festival musicale di Nova vicino al kibbutz Beeri, attaccato da Hamas il 7 ottobre. Ma erano riusciti a fuggire, rifugiandosi nel kibbutz di Mefalsim a ridosso dall’enclave palestinese. Lì sono stati raggiunti dai miliziani della fazione islamica  “uccisi in maniera atroce”, ha detto Hagari senza specificare in quale parte di Gaza siano stati trovati, grazie a un’azione congiunta di intelligence tra lo Shin Bet (la Sicurezza interna di Israele) e l’esercito stesso avviata sulla base di “informazioni ottenute durante gli interrogatori dei terroristi catturati”. I resti sono stati portati in Israele per il riconoscimento mentre il premier Benyamin Netanyahu ha detto di avere il “cuore spezzato per unaperdita così grande”. Poi ha aggiunto che Israele “riporterà a casa tutti gli ostaggi: vivi e morti”. “Il ritorno del corpo di Shani è la risposta definitiva per la nostra famiglia”, sono state le meste parole del padre della ragazza.

 

Usa, in arrivo nuovi aiuti a Gaza grazie al molo provvisorio

A Gaza sono in arrivo ulteriori aiuti umanitari americani via Cipro, dove saranno caricati su navi che consegneranno il materiale al molo provvisorio realizzato dagli Usa al largo della Striscia:  lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby

 

L’Italia e 12 Paesi chiedono a Israele di fermare l’operazioone a Rafah

L’Italia si è fatta promotrice di una lettera, firmata anche dai ministri degli Esteri di 13 Paesi, al ministro israeliano, Israel Katz, in cui si sottolinea la contrarietà ad un’operazione su vasta scala nella città al confine con l’Egitto. Israele ha diritto a “esercitare il proprio diritto alla difesa” ma “deve rispettare il diritto internazionale” e l’operazione su larga scala a Rafah “avrebbe conseguenze catastrofiche sulla popolazione civile”, scrivono le diplomazie di Italia, Canada, Danimarca, Francia, Finlandia, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Olanda, Regno Unito, Svezia, Australia e Corea del sud, coordinati da Antonio Tajani per la presidenza del G7. E chiedono “un piano credibile per proteggere i civili”.

I 13 ministri hanno poi sottolineato che Israele deve consentire “l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza attraverso tutti i valichi pertinenti, compreso quello di Rafah” mentre è di oggi la notizia che sono arrivati i primi aiuti dal molo galleggiante realizzato dagli Usa e completato nei giorni scorsi.

Dell’operazione a Rafah e delle sue conseguenze si sta dibattendo, su richiesta del Sudafrica, alla Corte internazionale dell’Aja. Oggi è stata la volta della contro arringa di Israele secondo cui la denuncia di Pretoria è “una presa in giro” della “atroce accusa di genocidio. Del tutto separata da fatti e circostanze”.

 

luciani.2006@libero.it

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