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GUERRA HAMAS – ISRAELE

GUERRA HAMAS – ISRAELE

Oggi è il 234° giorno di guerra

Massacro di profughi a Rafah, almeno 35 morti in un raid israeliano. Tel Aviv: “Obiettivo era Hamas”

Sono almeno 35 i morti e altre decine i feriti nell’attacco israeliano sul campo profughi vicino a Rafah.

“L’occupazione israeliana ha commesso un terribile massacro bombardando intensamente e intenzionalmente il centro per sfollati di Barkasat dell’UNRWA a nord-ovest del governatorato di Rafah”, scrive l’ufficio del governo di Hamas. Gli attacchi “hanno provocato la morte di 30 martiri e decine di feriti”, un bilancio poi alzato a 35 morti.

L’esercito di Israele ha confermato l’attacco di ieri sera a Rafah, precisando di aver mirato una sede di Hamas mentre era in corso una riunione di alto livello del gruppo terroristico. “L’attacco è stato effettuato contro terroristi, che sono un bersaglio in conformità con il diritto internazionale, utilizzando munizioni di precisione e sulla base di informazioni di intelligence che indicano l’uso dell’area da parte di terroristi di Hamas”, dice l’esercito, secondo cui l’attacco avrebbe causato un incendio che si è diffuso in un campo per sfollati palestinesi, causando vittime tra i civili. Quanto accaduto, ha spiegato, è ora oggetto di indagini.

La presidenza dell’Autorità nazionale palestinese considera che Israele abbia commesso un “atroce massacro” nel campo di Rafah. “Questo atroce massacro da parte delle forze di occupazione israeliane è una sfida a tutte le risoluzioni di legittimità internazionale”, dichiara la presidenza, che accusa le forze israeliane di “prendere deliberatamente di mira” le tende degli sfollati.

 

“Hamas ringrazia Pedro Sanchez”, il video postato dal ministro israeliano Katz manda su tutte le furie il governo spagnolo. Richiamato l’ambasciatore

“Pedro Sanchez, Hamas la ringrazia per i suoi servizi”. Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz posta un video su “X”, accompagnato da un video in cui si susseguono le immagini di due ballerini che accennano passi di flamenco, intervallate da quelle drammatiche dell’attacco del 7 ottobre, con il sottotitolo ‘gracias espana’. Un chiaro attacco alla decisione spagnola di riconoscere lo stato della Palestina che sarà ratificata il 28 maggio (come faranno anche Irlanda e Norvegia, destinatarie di analoghi video postati nei giorni scorsi), che manda su tutte le furie il governo spagnolo, nel mezzo di una crisi diplomatica con Israele, con tanto di richiamo dell’ambasciatore dello stato ebraico dalla capitale iberica. È “provocatorio ed esecrabile”, ha commentato il ministro degli esteri spagnolo, José Manuel Albares, in conferenza stampa da Bruxelles. “non ci lasceremo intimidire da nessuno rispetto alla nostra decisione di riconoscere lo stato della Palestina, né cadremo in provocazioni”, ha aggiunto il responsabile della diplomazia iberica. Criticando anche l’uso “offensivo” di “uno dei maggiori simboli della cultura spagnola, il flamenco”. Albares ha poi fatto riferimento, rispondendo a una domanda, a una dichiarazione di ieri della titolare della difesa del suo governo, Margarita Robles, secondo cui a Gaza è in corso “un autentico genocidio”: la ministra ha espresso “un’opinione” su una situazione che ora la giustizia internazionale sta “esaminando”, ha spiegato Albares riferendosi al procedimento in corso alla Corte dell’Aja.

 

luciani.2006@libero.it

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