GUERRA IN UCRAINA
Oggi è il 845° giorno di guerra
Zuppi: “Negoziato non è mai resa, ma oggi manca iniziativa della comunità internazionale”
”Il Papa ha detto ‘bisogna avere il coraggio di negoziare’ ed è stato interpretato come una resa, ma il negoziato non è mai una resa e ha ragione il Papa a dire che ci vuole coraggio, ma la pace si deve fare in tre, e quello che manca oggi è proprio la terza parte, la comunità internazionale, che deve cercare e trovare la pace, altrimenti per far finire i conflitti l’unico modo sono le armi”. Lo ha detto il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, a Repubblica delle idee.
”Il termine pacifista non mi ha mai convinto tanto – ha aggiunto – preferisco il termine che usa Papa Francesco, quello di artigiani di pace, pace e giustizia, che devono sempre essere unite. Molte volte scatta l’idea che il pacifista faccia il gioco del nemico, questo purtroppo è un meccanismo terribile. Il pacifismo invece – ha sottolineato Zuppi – deve diventare scelta, progetto, politica”.
Negli ospedali allo stremo continuano ad arrivare pazienti fragili evacuati dal fronte di Kharkiv
La zona di Kharkiv è nuovamente presa di mira dagli attacchi russi. E ora è arrivato il turno di evacuare anche per quegli anziani che erano rimasti nei piccoli centri.
Prodi: non si fa la pace se non c’è dialogo tra Usa e Cina
“E’ giusto che comincino a parlarsi e a ribadire la solidarietà, però come si fa a fare la pace se non c’è dialogo tra Usa e Cina e finché non ci saranno le elezioni (negli Stati Uniti ndr.) temo che il dialogo non inizierà”. Lo ha detto Romano Prodi a Repubblica delle idee, parlando della Conferenza di pace sull’Ucraina in Svizzera.
Media: La Cina respinge le accuse di non volere la pace
In un’editoriale intitolato “Perché il vertice di pace per l’Ucraina ‘otterrà poco’?”, il Global Times, quotidiano ufficiale del Partito comunista cinese, afferma che “accusare i paesi in via di sviluppo, tra cui la Cina, di rifiutare la pace non è in alcun modo sostenibile”, sottolineando che “fin dall’inizio della crisi ucraina, la Cina ha considerato il cessate il fuoco, la ripresa del dialogo e l’avvio di colloqui di pace come l’unica opzione praticabile per risolvere la crisi, che è anche l’opinione generale della maggior parte dei membri della comunità internazionale”.
“La Cina sostiene un vertice di pace per risolvere la crisi, ma ha più volte sottolineato che una conferenza di questo genere dovrebbe avere tre elementi importanti: il riconoscimento sia della Russia che dell’Ucraina, la partecipazione paritaria di tutte le parti e discussioni eque su tutte le proposte di pace. Questa non è solo l’opinione della parte cinese”, si rimarca nell’editoriale, in cui vengono rilanciate le dichiarazioni fatte oggi in Svizzera dal ministro degli Esteri saudita, Faisal bin Farhan, secondo cui “qualsiasi colloquio di pace credibile sul conflitto ucraino avrà bisogno della partecipazione della Russia”.
Nell’editoriale si afferma quindi che “la Cina rispetta il diritto degli altri Paesi a una diplomazia indipendente e autonoma e allo stesso tempo mantiene la propria autonomia nel promuovere colloqui di pace”. “In questo processo, possiamo chiaramente percepire il confronto tra due forze – prosegue il Global Times – una forza sta cercando di promuovere la narrazione del ‘bene contro il male e quindi di creare divisioni e scontri nella comunità internazionale sotto la frase ‘se sostenere la Russia’, mentre l’altra forza spera in un cessate il fuoco e nella fine della guerra, ed è ansiosa di promuovere gli sforzi congiunti della comunità internazionale per raggiungere la vera pace”. “La Cina non ha creato la crisi ucraina, né è parte della crisi, ma ha fatto tutto il possibile per promuovere i colloqui di pace. Dal documento intitolato ‘Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina’ al ‘consenso in sei punti’, la posizione della Cina è stata coerente ed è stata ampiamente riconosciuta dalla comunità internazionale, compresi molti paesi occidentali”, rivendica il quotidiano del partito comunista, ammonendo quindi sul rischio che “il conflitto si allarghi ulteriormente”. “La priorità assoluta è raggiungere un cessate il fuoco e la fine della guerra il prima possibile, e la cosa più importante è agire”, aggiunge il Global Times, secondo cui il vertice in Svizzera otterrà poco “in assenza di un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile”