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GUERRA IN UCRAINA

GUERRA IN UCRAINA

Oggi è il 882° giorno di guerra

Kiev rivendica il raid su una nave nel porto russo di Kavkaz

Lo stato maggiore delle forze armate ucraine ha rivendicato di aver colpito e danneggiato una nave russa nel porto di Kavkaz, sullo stretto di Kerch di fronte alla penisola di Crimea.

“Un altro risultato dell’azione coordinata delle nostre Forze di Difesa: il traghetto degli invasori è stato gravemente danneggiato nel porto di Kavkaz” nella regione di Krasnodar, si legge in una nota pubblicata su Facebook e rilanciata da Ukrinform. Secondo lo Stato maggiore, la Marina e altri elementi delle forze di difesa ucraine hanno inflitto “danni significativi” al traghetto Slavyanin. “Gli invasori utilizzavano questo traghetto per trasportare vagoni ferroviari, autoveicoli e container per scopi militari. Lo Slavyanin è il terzo e ultimo traghetto ferroviario che la Russia aveva nella regione. Continuiamo a distruggere il nemico, il suo equipaggiamento e le sue infrastrutture militari”, ha sottolineato lo Stato maggiore. Secondo le autorità russe, nel raid almeno una persona è morta e cinque sono rimaste ferite.

 

Zelensky: i droni sono arma chiave per colpire le armate russe

Il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky ha tenuto oggi una riunione con il comandante in capo Syrskyi e il capo di stato maggiore Barhylevych, che hanno riferito sulla situazione al fronte.
“Il nostro compito – afferma in un messaggio video – è garantire con tutti i mezzi e con tutte le nostre forze la costante ed efficace distruzione delle truppe russe, della loro logistica e delle loro importanti posizioni non solo direttamente in prima linea” ma anche in area alla portata delle armi “a lungo raggio. Stiamo lavorando con i nostri partner per aumentare questo livello di difesa. Ma mentre aspettiamo le decisioni dei nostri partner, cerchiamo le nostre soluzioni, le nostre opzioni. In questo caso la chiave sono i nostri droni, la nostra flessibilità nell’uso dei droni. I soldati ucraini hanno già dimostrato di essere dei veri innovatori in molti settori dell’uso dei droni. E vale la pena continuare, e continueremo così. Sono grato a tutti coloro che aiutano in questo senso: coloro che producono droni, coloro che li forniscono, coloro che formano gli operatori di droni. La leadership ucraina in questo aspetto tecnologico è davvero tangibile”, conclude.

 

Capo di stato maggiore del Regno Unito evoca lo spettro della guerra con Mosca

Il Regno Unito deve essere “pronto” entro tre anni a un’ipotetica guerra con la Russia: prospettiva “non inesorabile” ma neppure da escludere, e potenzialmente estesa a un cosiddetto “asse dello sconvolgimento” globale in grado di includere – oltre a Mosca – la Cina, l’Iran e la Corea del Nord. Lo ha detto oggi il generale Roland ‘Roly’ Walker, capo di stato maggiore della difesa britannica: evocando uno spettro non nuovo, ma raramente richiamato in modo così esplicito da un ufficiale in servizio degli alti comandi. E che appare pure un monito indiretto alla spending review sulla difesa avviata dal nuovo governo laburista.

 

Kiev: “Mosca rafforza il contingente nella regione di Zaporizhzhia”

La Russia sta aumentando il numero delle sue forze nell’oblast di Zaporizhzhia, dislocando almeno 2.000 soldati in più nelle ultime settimane. Lo ha dichiarato alla televisione nazionale Dmytro Lykhovii, portavoce del gruppo di forze ucraino Tavria, aggiungendo che finora non ci sono tuttavia ancora indicazioni che la Russia si stia preparando per un’altra offensiva nella zona.

La Russia ha continuato a colpire obiettivi civili in tutta la regione di Zaporizhzhia, ma le linee del fronte non sono cambiate sostanzialmente negli ultimi mesi. Il ministero della Difesa russo ha affermato di aver conquistato il villaggio assediato di Robotyne a maggio, ma Lykhovii ha negato che le truppe ucraine abbiano perso terreno nella zona.

 

Il leader serbo-bosniaco Dodik ribadisce il no alle sanzioni e l’amicizia con Mosca

Il leader serbo-bosniaco ha ribadito il no alle sanzioni alla Russia da parte della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina di cui lui stesso è presidente. In caso contrario, “perderemmo la faccia e una tradizionale amicizia” – ha detto Dodik oggi alla tv serbo-bosniaca Rtrs. I serbo-bosniaci al riguardo sono sulle stesse posizioni della Serbia, anch’essa contraria alle sanzioni.  Senza un consenso tra le due entità – l’altra è la Federazione croato-musulmana, favorevole alle sanzioni – la Bosnia-Erzegovina non può aderire al regime di sanzioni internazionali contro Mosca. Giustificando l’intervento militare russo in Ucraina – “Mosca aveva messo in guardia sulla inammissibilità dell’adesione dell’Ucraina alla Nato” –  Dodik ha detto che serbi e serbo-bosniaci hanno due Paesi amici nel consiglio di sicurezza – Russia e Cina. A suo dire, l’Occidente “punta a impossessarsi della grande quantità di minerali e materie prime di cui diposne la Russia.
L’Occidente non ha materie prime, per questo devono espandersi verso est, cosa questa che risale già a Napoleone”, ha affermato Dodik.

luciani.2006@libero.it

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