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Guerra in Ucraina

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Oggi è il 954° giorno di guerra

Brics, Mosca: Erdogan ha confermato partecipazione a vertice Kazan

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha confermato la propria partecipazione al prossimo vertice Brics nella città russa di Kazan. Lo ha detto oggi il vice ministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov.
“Il presidente Erdogan ha confermato la sua partecipazione alla sessione outreach/Brics+ del 16esimo vertice Brics”, ha detto Ryabkov nel corso di una conferenza stampa dedicata ai preparativi per il vertice di Kazan, in programma dal 22 al 24 ottobre.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Tass, Ryabkov ha aggiunto che “il conflitto in Ucraina sarà una delle questioni che verranno discusse, ad alto livello, quando daremo il benvenuto al leader turco a Kazan”.

 

Colloquio telefonico tra Austin e Umerov sulle priorità difensive dell’Ucraina

Il Segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin e l’omologo ucraino Rustem Umerov hanno discusso in un colloquio telefonico le priorità difensive dell’Ucraina: lo ha reso noto la portavoce del Pentagono, Sabrina Singh. Umerov ha inoltre aggiornato Austin in merito alla situazione sul campo e sulle necessità operative delle forze di Kiev.

 

Lituania: futuro organizzazioni internazionali dipende da guerra

“La vittoria dell’Ucraina determinerà il futuro non solo della sicurezza europea, ma anche delle organizzazioni internazionali. Le nostre decisioni determineranno se la fiducia negli accordi multilaterali rimarrà o se permetteremo che le regole siano dettate da criminali”. Lo ha detto oggi a Strarburgo il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, durante un incontro con il segretario generale del consiglio d’Europa (Ce), Alain Berset, e il presidente dell’Assemblea parlamentare del Ce, Theodoros Rousopoulos.

“Molti paesi sperano ancora che la Russia cambi. E in effetti, questo Paese è ancora in grado di cambiare, ma solo in peggio”, ha aggiunto Landsbergis sottolineando che sta diventando sempre più difficile trovare una spiegazione alla mancanza di restrizioni alla libertà di movimento di cui molti portavoce del Cremlino continuano ad avere in ambito internazionale.

 

Russia: chiesti 9 anni per americano accusato di ‘aggressione’

I pm russi hanno chiesto nove anni e un mese di reclusione per il cittadino americano Robert Gilman, accusato di aver picchiato un ispettore e un investigatore nel carcere in cui è detenuto in Russia per una condanna a tre anni e mezzo inflittagli per una presunta aggressione in stato di ubriachezza a un poliziotto. Il processo si svolge nel tribunale di Voronezh. La sentenza è attesa per il 7 ottobre. A riportare la notizia sono le agenzie di stampa statali russe Tass e Ria Novosti.

Secondo Ria Novosti, Gilman si sarebbe dichiarato colpevole e avrebbe detto di aver picchiato l’ispettore carcerario e l’investigatore dopo che, a suo dire, avrebbero insultato suo padre, e dopo che l’ispettore gli avrebbe “provocato dolore” ai genitali durante una perquisizione. Ria Novosti sostiene che, secondo gli investigatori, Gilman avrebbe dato un pugno in testa a un ispettore del carcere in due occasioni. E una volta lo avrebbe “colpito in faccia con il pugno destro”. Sempre secondo l’accusa, il cittadino americano avrebbe colpito un investigatore “provocandogli una commozione cerebrale”.

Le imputazioni nei confronti di Gilman non sono verificabili in modo indipendente e non è possibile verificare se dietro la presunta dichiarazione di colpevolezza vi siano state minacce o pressioni indebite. In questi anni, diversi cittadini americani sono stati arrestati per accuse ritenute di matrice politica o dei pretesti del Cremlino per poter poi usarli come “pedine di scambio” per il rilascio di cittadini russi detenuti in Paesi occidentali.

 

Migliaia di persone manifestano in piazza “contro la guerra” a Berlino

Migliaia di persone hanno partecipato oggi a Berlino a una manifestazione “contro la guerra”, che aveva come parola d’ordine, tra le altre, il rifiuto dell’invio delle armi a Kiev per aiutarla a respingere l’invasione russa.
“Negoziati! No alle armi”, ‘No alla guerra’ e ‘Il pacifismo non è ingenuo’ sono alcuni degli slogan che si sono letti sui cartelli portati dai manifestanti – meno di 10.000 secondo la polizia di Berlino – che hanno risposto all’appello di un collettivo della sinistra radicale.
Riuniti nel centro della capitale in un giorno festivo che celebra la riunificazione tedesca, molti partecipanti sventolavano bandiere con la colomba della pace. Qua e là c’erano anche cartelli con slogan antiamericani.

La manifestazione si è svolta una settimana prima della visita di Stato a Berlino del Presidente Joe Biden, la prima dopo quella del Presidente Ronald Reagan nel 1985, secondo quanto comunicato dalla Presidenza tedesca. Biden dovrebbe anche partecipare a una riunione degli alleati dell’Ucraina sul sostegno militare al Paese a Ramstein, una base militare statunitense nella Germania occidentale.
La populista di estrema sinistra Sahra Wagenknecht, che ha partecipato alla manifestazione, chiede da tempo di fermare le forniture di armi a Kiev e respinge i piani di dispiegamento di missili a lungo raggio statunitensi in Germania.
Questa stessa posizione ha contribuito al recente successo elettorale del suo nuovo partito in tre elezioni regionali nella parte orientale del Paese.
Alternativa per la Germania (AfD), di estrema destra, ha ottenuto risultati storici in queste elezioni facendo leva sulla sua linea anti-migranti e sul crescente rifiuto, soprattutto nell’ex DDR comunista, della politica di sostegno incondizionato all’Ucraina del Cancelliere Olaf Scholz.

 

luciani.2006@libero.it

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