GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE
Oggi è il 135° giorno di guerra
Israele-Palestina, da Oslo a Trump: i piani di pace falliti negli ultimi decenni
Dopo mesi di conflitto a Gaza, si lavora a una road map per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi ancora in vita. Si lavora a un accordo di pace e una soluzione che appare complicata, anche guardando ai tentativi di risolvere le tensioni sempre naufragati negli ultimi decenni. Dalla stretta di mano Rabin-Arafat al vertice di Camp David, fino alle proposte per “Due Stati, due popoli” e il Peace for Prosperity: ecco le tappe senza esito per risolvere la questione.
Tajani: “Civili palestinesi non hanno nulla a che vedere con Hamas”
“Oggi al G7 abbiamo affrontato anche la questione di Gaza e abbiamo detto cose precise: bisogna arrivare a due popoli, due Stati perché è l’unica soluzione per risolvere i problemi di quell’area. Poi bisogna lavorare per un immediato cessate il fuoco per permettere la liberazione degli ostaggi israeliani e per portare aiuti alla popolazione civile palestinese che non ha nulla a che vedere con Hamas”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Chesarà su Rai3. “Voglio ricordare che l’Italia sta aiutando la popolazione civile – ha aggiunto – con la chiarezza che neanche un euro debba finire nelle mani dei terroristi”. Tajani ha infine sottolineato che bisogna “ridare potere all’autorità nazionale palestinese per riammodernarsi e buttare fuori Hamas dalla Striscia di Gaza. Bisogna anche dare una speranza ai palestinesi altrimenti Hamas rischia di diventare un catalizzatore delle speranze”.
Tel Aviv, migliaia in piazza chiedono le dimissioni di Netanyahu
Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv ed altre città per chiedere le dimissioni del governo di estrema destra guidato da Benjamin Netanyahu e nuove elezioni. I dimostranti, tra i quali vi sono i familiari degli ostaggi, chiedono al premieri di accettare il cessate il fuoco e l’accordo per il rilascio degli ostaggi ancora in mano ad Hamas. Proteste si sono registrate anche nei pressi della villa di Netanyahu a Caesarea.
In Egitto un’area logistica per ricevere gli aiuti per Gaza
Le forze armate egiziane stanno allestendo una zona logistica per ricevere gli aiuti per Gaza vicino al valico di Rafah. Lo ha annunciato il governatore del Nord Sinai Abdel Fadil Shusha, spiegando che scopo dell’opera è ridurre il traffico della regione, ora ingolfato dai camion, e facilitare il trasporto e il lavoro della Mezzaluna Rossa egiziana. L’area, in fase di realizzazione, comprende parcheggi per camion, magazzini custoditi, uffici amministrativi e alloggi per gli autisti, ed è dotata di mezzi di sussistenza ed elettricità. Gli aiuti arrivano via terra, mare e aria. Oggi sono entrati a Gaza 60 camion di aiuti umanitari e 4 cisterne di carburante, tutte attraverso il valico di Rafah, regolarmente aperto dopo i disordini di ieri sul lato palestinese. Verso Gaza si sono diretti carichi di alimentari, medicinali e carburante consegnati all’Unrwa e alla Mezzaluna Rossa Palestinese, mentre in Egitto sono giunti feriti e malati, e persone con doppia nazionalità. Al porto di Al-Arish è arrivata intanto una nave con 4.544 tonnellate di aiuti proveniente dagli Emirati, la seconda proveniente dal vicino Paese del Golfo.