IDROSCALO – A CHI GIOVA LA PROTESTA? SICURAMENTE NON A SANTA MARIA AL BAGNO
L’idroscalo di Santa Maria al Bagno è una iniziativa innovativa, una scommessa importante, a basso impatto ambientale, ed è per questo che è legittimo avere fiducia nel successo dell’operazione, pur nei margini dell’incertezza che c’è sempre in qualsiasi novità.
Per questo nessuno in perfetta buona fede può affermare che questo intervento potrà nuocere alla Memoria di quella straordinaria stagione che è stata vissuta durante il Campo di Accoglienza di Santa Maria al Bagno. Casomai è vero il contrario.
Il comitato creato ad arte e furbescamente sobillato sull’argomento, ha avuto come unico risultato quello di danneggiare l’immagine di Nardò e della sua Marina e foraggiare di argomenti una polituca sterile e incapace di proporre idee innovative per la Città. Inoltre le polemiche sull’inquinamento sono risibili: lo stesso tipo di intervento è in atto in altre zone d’Italia molto attente all’ambiente, come le Cinque Terre, e ciò perché i moderni idrovolanti sono mezzi ecosostenibili, con un pescaggio in mare di circa mezzo metro, con motori a basse emissioni, sigillati e silenziosi.
Fa riflettere poi che a schierarsi contro l’idrosuperficie siano gli stessi che là, su quella costa, vorrebbero fare il porto, che sarebbe si impattante sulla balneazione.
L’idrosuperficie per l’atterraggio, invece, è un’opera non invasiva, individuata a largo, con una distanza dalla costa di 200 metri. Solo là, a 200 metri dal bagnasciuga, ci sarà l’area riservata, segnalata e separata dalle rotte abituali delle navi e dalle unità da diporto e chiaramente separata dai bagnanti. Solo quelli che si tuffano dagli yacht fanno il bagno a più di 200 metri dalla costa. Grillo e D’Alema ne sanno qualcosa.
Peggio sono le accuse “politico-ideologiche” tendenti a far pensare che si voglia rimuovere la memoria. Se un’amministrazione investite 200.000 mila euro per salvare il Museo della Memoria e dell’Accoglienza dalle ataviche infiltrazioni di acqua piovana, riqualificare il museo e salvare i Murales di Zvi Miller, che rischiavano di marcire non può scientemente puntare al contrario.
Sarebbe invece un bel volano per il giardino della Memoria e l’idroscalo potrebbe rilanciare itinerari turistici nei quali il Museo potrà essere centrale.
Questi sono i fatti, il resto è polemica negativa per Santa Maria al Bagno, che nulla porta né al Museo né al futuro idroscalo né agli abitanti della frazione di Nardò! Ciò detto non ci rimane che vedere realizzata l’opera che sarà destinata a far diventare la nostra marina sinonimo di accoglienza e di interesse turistico culturale. Il Museo della Memoria, assieme alle opere che sono state realizzate dall’amministrazione comunale, va’ collocato nel grande canale mondiale dell’approfondimento turistico-culturale ebraico, in modo da arricchire la già irripetibile offerta di esperienze di questo splendido tratto di costa salentina e neretina. Sicuramente ci sarà chi nella nuova amministrazione sarà mosso da queste idee per valorizzare la storia di Santa Maria al Bagno, anche attraverso l’idroscalo.
Questa è un’occasione di sviluppo, di civiltà, di ecosostenibilità e di modernità culturale e turistica.
Lasciamo la polemica a chi non ha nulla da proporre, pensiamo a costruire e vivere il futuro.
Giuseppe Fracella già amministratore della Città di Nardò