IL LECCE CONTRO LA TRADIZIONE NEGATIVA DELL’”OLIMPICO”
Dopo la storica vittoria del 1986 solo due pareggi con l’ultimo vent’anni fa
Le parole dette da D’Aversa prima della partenza per Roma attestano i propositi della sua squadra, oltre che suoi personali, dare una risposta secca e decisa al trend delle ultime cinque gare di campionato, oltre a quella d Coppa contro il Parma. Se poi a questo si aggiunge il fatto che da quasi vent’anni il Lecce non esce battuto dallo stadio “Olimpico” la voglia diventa ancora più forte e coinvolgente per tutti.
“Dobbiamo scendere in campo per cercare di fare risultato e per farlo bisogna mettere tutto l’entusiasmo, la personalità e la voglia di proporsi al meglio di ognuno di noi”
Era l’ormai lontano 22 settembre 2004 quando il Lecce, allenato da Zeman, ottenne un interesante pareggio per 2-2 con reti salentine siglate da Cassetti e Bojinov che per due volte portarono i giallorossi salentini a ripetere l’impresa della stagione 1985/1986 (20 aprile). Ed è proprio a quella stagione che risale l’unico successo pieno, una vittoria che è diventata storica per l’essere ancora l’unica ma soprattutto perché in pratica costò lo scudetto alla Roma del presidente Viola guidata da Erickson. Il Lecce, ultimo in classifica, già condannato alla retrocessione dopo aver vissuto da neofita il suo primo campionato in serie A, scese all’Olimpico quasi per dovere di firma, in un clima di festa per l’ormai quasi acquisito scudetto i romanisti erano convinti di fare un sol boccone della vittima di turno.
Passarono subito (7’) in vantaggio con Graziani ma poi l’inerzia della partita assunse un altro corso ed il Lecce prima con Di Chiara (34’) e poi con una doppietta di Beto Barbas (rigore al 42’ e gol al 53’) sconvolsero i piani dei padroni di casa che accorciarono al’82’ con Pruzzo ma non riuscirono a pareggiare perdendo la possibilità diu cucire lo scudetto sulle proprie maglie.
Da allora c’è stato un pareggio (1-1 rete di Pasculli) nella stagione 1988/1989 con Mazzone in panchina e poi quello già ricordato, poi niente più punti solo sconfitte, qualcuna pesante, e pure, è bene ricordarlo tante ingiustizie come quella patita lo scorso campionato con l’espulsione decretata a Hjulmad per un fallo (sì) ma solo da ammonire. Il Lecce che forse con Baroni in panchina avrebbe potuto conquistare un giusto pareggio fu invece beffato da un calcio di rigore (48’) di Dybala (che contro il Lecce è quasi sempre andato in gol) e da un gol segnato da Smalling (6’) con un netto fallo su Gendrey non rilevato dall’arbitro. Il momnetaneo pareggio leccese grazie ad una rete di Strefezza al 39’.
Mi auguro che oggi si dia un calcione alla tradizione ed il Lecce possa ritornare da Roma rinfrancato da una buona prestazione ma, soprattutto, da un buon risultato.
Ernesto Luciani