IL LECCE È ANCORA ARTEFICE DEL PROPRIO DESTINO
Premesso che questo non è il momento di fare analisi ed esami vari o processi a qualcuno è vero che, grazie all’incedere quantomeno incerto del Lecce a partire dalla partita interna col Sassuolo, lo stato d’animo dei tifosi leccesi è via via passato da un’eccessiva esaltazione ad una psicosi dell’ultimo atto.
Esaltati da un cammino che quello successivo rende miracoloso gli appassionati dei giallorossi ad un certo punto hanno sperato di vivere la più bella stagione della propria squadra nel massimo campionato italiano; poi, appunto a partire dalla sconfitta con il Sassuolo, il panorama è via via cambiato ed ora, a due giornate dalla fine, serpeggia aria di preoccupazione se non di paura.
Il Lecce è scivolato sempre di più verso il basso per la sua, stagionale, incapacità di vincere in casa propria con avversari diretti nella lotta per la salvezza. Dopo i pareggi interni con Empoli, Monza e Cremonese nel girone d’andate e la sconfitta contro la Salernitana nel girone di ritorno, si sperava che contro Sampdoria, Verona e Spezia sul proprio terreno i giallorossi sapessero conquistare quei punti necessari a raggiungere una salvezza tranquilla con qualche giornata d’anticipo sulla fine. Invece i nostri ragazzi sono riusciti a recuperare solo 2 punti sui 9 disponibili facendo compiere un bel balzo in avanti sia allo Spezia e soprattutto al Verona che nella lotta finale a tre si presenta come la favorita a prevalere malgrado il gap di 3 punti nei confronti del Lecce ed uno verso lo Spezia.
In un malaugurato arrivo a pari punti delle tre squadre, infatti, i veneti nella classifica avulsa che verrebbe presa in considerazione contano su 7 punti lo Spezia 5 ed il Lecce 2, il chè sancirebbe la sua retrocessione al termine della trentottesima giornata di calendario.
Un vero peccato. Da mordersi le mani per i tanti punti gettati al vento.
Come detto, però, ora non è tempo di elucubrazioni negative né di calcoli previsionali spesso fallaci; ora è solo tempo di stare uniti sperando che a partire da Baroni e poi ogni singolo calciatore chiamato in causa diano il massimo perché è necessario fare punti e non importa se a Monza o col Bologna è importante fare quattro punti per evitare di dover bere al calice amaro della retrocessione decretata proprio all’ultima gara.
Ernesto Luciani