HomePoliticaIMPIANTO EOLICO NEL MARE DI OTRANTO/CSTRO: UN OBBROBRIO DA NON CONSENTIRE

IMPIANTO EOLICO NEL MARE DI OTRANTO/CSTRO: UN OBBROBRIO DA NON CONSENTIRE

IMPIANTO EOLICO NEL MARE DI OTRANTO/CSTRO: UN OBBROBRIO DA NON CONSENTIRE

Sul piano ambientale il Salento è stato già mortificato un altro scempio sarebbe delittuoso

Il progetto non ancora depositato per la costruzione di un impianto eolico nelle acque di mare tra Otranto e Castro sta immediatamente sollevando un vespaio di critiche e di opposizioni non appena è stato pubblicato.

Si tratterebbe di   Un centinaio di pale galleggianti, alte 250 metri, da posizionare tra i 10 e i 25 km dalla costa, con un cavidotto a terra previsto in località La Fraula, a Santa Cesarea.

Sarebbe un deturpare un luogo da sempre ammirato da tutti con un gravissimo danno all’ambiente e dalle conseguenze gravi per tutto il movimento turistico salentino.

Il nostro è un territorio votato al turismo e con tanti danni già subiti nel campo dell’agri-alimentare.

Si sta muovendo, per fortuna, anche la Regione tanto che si prevede un incontro, già convocato, tra gli assessorati allo Sviluppo Economico e all’Ambiente.

Nell’incontro più che entrare nello specifico del progetto (esame rimandato al momento opportuno) si lavorerà per delineare in maniera chiara la strategia da seguire all’interno del Pear (il piano energetico regionale) che dovrebbe essere approvato entro fine anno, mancano solo 64 giorni.

Nel Pear, come noto,  si dovrà prevedere la linea che la Puglia vuole darsi sulla transizione energetica, dagli impianti esistenti a quelli all’idrogeno all’eolico off shore, stabilendo cosa si vuole fare e quali le aree ritenute idonee. Un piano che dopo approvato dovrà essere reso noto a Roma dato che le Regioni hanno un ruolo marginale in sede di rilascio di autorizzazioni, che saranno competenza del Ministero.

Intanto ed è molto importante, arrivano i primi no secchi che ci auguriamo restino sempre così fermi e decisi.

Di seguito alcuni interventi sul tema:

Giovedì incontrerò l’azienda, che vuole presentarmi il progetto – annuncia l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci – . In linea generale – aggiunge – penso che iniziative come questa vadano inserite in un piano energetico regionale e che ci siano aree paesaggisticamente più compatibili rispetto ad altre per accogliere questi impianti. Quella tra Otranto e Castro personalmente la ritengo non compatibile”. Sulla stessa linea l’assessore regionale all’Ambiente Annagrazia Maraschio: “Non potremo consentire nel nostro territorio iniziative che vadano al di fuori di una pianificazione regionale che tenga insieme gli obiettivi della transizione energetica e gli interessi diffusi come la tutela del paesaggio. Non sarà compito facile nei prossimi mesi. Senza voler entrare nel merito del progetto, qui impressiona la vicinanza alla costa e personalmente ho una posizione di opposizione a impianti di questa portata”.

In Regione un’interrogazione urgente è stata già presentata all’assessora Maraschio da parte di Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani“Facciamo appello alla sua sensibilità e alla sua salentinità perché si opponga a questo piano scellerato – dice il consigliere regionale -. Non ci fa paura l’esercito di giganti dell’eolico off shore che avanza spedito alla conquista del mare del Salento e siamo pronti alle barricate per fermare l’aggressione al nostro patrimonio più prezioso: l’ambiente e il paesaggio. Chiediamo alla Regione di schierarsi dalla parte del territorio senza tentennamenti e senza condizioni, perché si impedisca di immolare sull’altare della transizione ecologica una delle coste più belle al mondo, quella che va da Otranto a Leuca”.

Un no “forte e convinto all’eolico offshore”, inoltre, arriva dagli amministratori del Movimento Regione Salento dei tre Comuni direttamente coinvolti, dunque l’assessore alle Politiche sociali di Castro, Valentina De Santis; i consiglieri comunali di Santa Cesarea Maria Corvaglia, Ivan Maschio, Sergio De Notarpietro; la consigliera otrantina Serena Paoletti. A loro avviso, “è veramente inquietante lo scenario prospettato” e annunciano sin da ora che “nessuna mancia, nessun accordo su un ipotetico ristoro, potrebbero farli cambiare idea”.

Non abbiamo ancora visto le carte, ci faremo un’idea solo dopo”, commenta, invece, il presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva. “Non siamo stati coinvolti – dice, infine, Nicola Panico, presidente del Parco Otranto-Leuca – ma non possiamo avere posizioni di apertura rispetto a un progetto che riteniamo incompatibile sia per l’aspetto naturalistico – e il riferimento è anche al sistema delle grotte presenti in quel tratto – che per quello paesaggistico. Il nostro è un no”.

 

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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