LA “BUONA SCUOLA” A DISCAPITO DELLA FAMIGLIA I DOCENTI IN SIT.IN
Una mail con le destinazioni definitive dove prendere servizio, tutte al Nord: ha avuto inizio così l’incubo “Buona Scuola” per centinaia di docenti della provincia di Lecce. Loro non ci stanno e manifestano sotto la sede della Prefettura.
È tempo di grande ansia e preoccupazione per le centinaia di docenti che a breve grazie alla “Buona Scuola” dovranno raggiungere le sedi di lavoro loro assegnate: tutte al nord. In molti hanno protestato portando i cartelli delle sedi da raggiungere davanti alla sede della Prefettura in un pacifico ma fermo sit-in. Dopo aver trascorso una vita da precari, si sperava che con la mobilità nazionale obbligatoria prevista dalla legge 107 dello scorso anno si potesse raggiungere uno status migliore. Invece no, dopo un anno di prova ecco la tanto attesa assegnazione della nuova sede: per loro. Tutto bene? Neppure aparlarne perché, oggi, quella cattedra è sinonimo di valigia in mano, e ad essere più realisti sembra quasi un atto di deportazione forzata.
Si tratta, peraltro, prevalentemente di donne, quindi mogli e madri messe di fronte ad un bivio esistenziale: accettare il dictat di un percorso che da tempo viaggia a senso unico direzione “buona scuola”: il loro posto le attende al Nord, là dove altri docenti saranno invece trasferiti nel tacco d’Italia, o gettare la spugna e restare a casa? È in corso una partita a dama con pedine, che sono però delle persone, spostate da una parte all’altra della scacchiera ma che potrebbe arrivare ad una svolta martedì mattina quando a Palazzo Adorno la Provincia sottoporrà all’attenzione della Deputazione salentina le proposte tecniche per evitare una vera e propria emigrazione di massa.