LA GUERRA IN UCRAINA
Oggi è il 321° giorno di guerra
L’Onu conferma la morte di quasi 7.000 civili
L’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha confermato la morte di 6.952 persone e 11.144 casi di feriti civili in Ucraina a seguito dell’invasione su vasta scala della Russia. L’Onu ha sottolineato che il bilancio effettivo delle vittime è molto più alto perché ci sono ritardi nel ricevere informazioni da alcuni luoghi dove sono in corso i combattimenti e molti rapporti devono ancora essere confermati. “Questo vale, ad esempio, per gli insediamenti di Mariupol (regione di Donetsk), Izyum (regione di Kharkiv), Lysychansk, Popasna e Severodonetsk (regione di Luhansk), dove, secondo i rapporti, si sono verificati numerosi casi di morte o ferimento di civili”, aggiunge l’organizzazione.
Delegazioni di Kiev e Mosca in Turchia questa settimana per discutere problemi umanitari
La capo delegazione turca Seref Malkoc ha annunciato che rappresentanti di Russia e Ucraina si incontreranno in Turchia questa settimana per discutere di una serie di problemi umanitari, tra cui un possibile scambio di prigionieri e la costituzione di un corridoio umanitario. “Nel trilaterale cercheremo di stabilire una road map che riguardi diritti umani, diritti dei minori e lo scambio di feriti e prigionieri”, ha detto Malkoc in un punto stampa con la controparte ucraina Dmytro Lubinets. La capo delegazione turca non ha specificato la data del trilaterale, tuttavia la due giorni di incontri dovrebbe avere luogo tra domani e giovedi, a margine di una conferenza sui diritti umani in programma nella capitale Ankara. “In Russia ci sono prigionieri tra cui donne e bambini bloccati. L’obiettivo è trovare delle soluzioni sia per i soldati che per i civili”, ha detto Lubinets. La conferma della partecipazione della Russia agli incontri è arrivata anche da parte della capo delegazione russa Tatiana Moskalkova, che ha confermato alla stampa russa il viaggio in Turchia.
Portavoce Sunak: su tank a Ucraina, Regno Unito non ha ancora deciso
Il governo del Regno Unito non ha ancora preso una decisione definitiva sulla possibile fornitura di carri armati Challenger 2 all’Ucraina. Lo ha detto il portavoce del primo ministro Rishi Sunak, commentando i recenti resoconti della stampa. Sky News ha riferito, citando fonti, che per la prima volta dall’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina, il Regno Unito sta valutando la possibilità di fornire i suoi carri armati Challenger 2 all’Ucraina.”Non abbiamo preso alcuna decisione definitiva sulla fornitura di carri armati in questa fase… Fino a quando non saranno prese decisioni su questo genere di cose, non commenteremo le speculazioni su quale ulteriore equipaggiamento possa o meno essere inviato. Continueremo a discutere con le controparti ucraine su quale sia la forma migliore (di aiuto) che possiamo fornire. E questo viene fatto in collaborazione con i nostri alleati”, ha detto il portavoce, citato dal quotidiano The Guardian.
Pentagono: daremo a Kiev anche mezzi per riconquistare territori
Gli Stati Uniti e gli alleati internazionali forniranno agli ucraini “non solo mezzi per difendersi, ma anche per riconquistare territori”. Lo ha riferito il portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, rispondendo ad una domanda sulla richiesta da parte ucraina di carri armati e altri mezzi corazzati.
Kuleba a Baerbock: “Prima consegnate i carri Leopard meglio è e meno morti ci saranno”
Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha sollecitato alla sua controparte tedesca Annalena Baerbock la consegna dei carri armati tedeschi Leopard per il prima possibile. “Ne abbiamo bisogno per liberare le nostre città, i villaggi e tutto quello che è sotto occupato dai russi”, ha affermato. I carri sono necessari “per salvare le nostre infrastrutture dell’energia, per salvare gli ucraini dai crimini dei russi”, ha aggiunto. “Più tempo ci vorrà, più persone moriranno a causa della mancanza di armamenti delle forze ucraine”, ha aggiunto. Berlino ha nel frattempo promesso a Kiev altri 40 milioni di euro di fondi destinati allo sminamento e per rafforzare la connettività internet.