LA GUERRA IN UCRAINA
Oggi è il 358 giorno di guerra
Assemblea generale Onu voterà bozza risoluzione pace
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite voterà la prossima settimana una bozza di risoluzione che sottolinea “la necessità di raggiungere, il prima possibile, una pace globale, giusta e duratura” in Ucraina. Lo riferisce Reuters. Il voto e’ fissato per il 24 febbraio, nell’anniversario dell’inizio dell’invasione russa. L’Ucraina e i suoi sostenitori sperano di aumentare l’isolamento diplomatico della Russia chiedendo voti a quasi tre quarti dell’Assemblea generale per eguagliare o superare il sostegno ricevuto a diverse risoluzioni lo scorso anno. Il vice ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Dmitri Polyanskiy, ha rifiutato di commentare la bozza di risoluzione, che gli Stati membri hanno ricevuto mercoledi’.
Wang yi, Cina pronta a promuovere soluzione politica
La Cina è pronta a unire le forze con la comunità internazionale per promuovere una soluzione politica alla crisi in Ucraina, lo ha dichiarato Wang Yi, direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, in un colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron a Parigi. “La Cina e’ pronta a cooperare con la comunità internazionale, inclusa la Francia, per promuovere un percorso di soluzione politica e raggiungere un cessate il fuoco in tempi brevi”, ha dichiarato Wang Yi in un comunicato pubblicato sul sito web del ministero degli Esteri cinese. Wang Yi ha inoltre affermato che la Cina attribuisce importanza al ruolo della Francia come grande Paese indipendente negli sforzi per risolvere la crisi. Wang Yi ha detto che la Cina ha adottato un atteggiamento obiettivo e imparziale nella questione ucraina e si e’ sempre impegnata a promuovere i colloqui di pace. Il ministero degli Esteri cinese ha riferito in precedenza che Wang Yi avrebbe visitato Francia, Italia, Ungheria e Russia dal 14 al 22 febbraio. E’ prevista anche la sua partecipazione alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, che si terrà dal 17 al 19 febbraio.
Kiev: alcune unità Wagner hanno subito perdite dell’80%
La Russia sta subendo pesanti perdite durante il suo assalto continuato alla città di Bakhmut, nell’oblast orientale ucraino del Donetsk. Lo affermano le autorità di Kiev, citate dai media ucraini. Il gruppo mercenario privato Wagner e agli altri i gruppi militanti sostenuti dalla Russia attivi nell’Ucraina orientale stanno perdendo fino all’80% di alcune delle loro unità d’assalto, ha dichiarato il viceministro della Difesa ucraino Hanna Malyar su Telegram.
Londra comunica il nome dell’ottavo britannico morto nella guerra in Ucraina
Si chiamava Jonathan Shenkin il paramedico 45enne morto in Ucraina lo scorso dicembre, l’ottavo britannico a perdere la vita nel conflitto dall’inizio dell’invasione russa. A identificarlo pubblicamente è stata la famiglia dell’uomo, originario di Glasgow, che “è morto da eroe in un atto di coraggio come paramedico”. Shenkin ha vissuto a Londra e Malta prima di arruolarsi nell’esercito israeliano e poi in quello ucraino; ha lavorato in Iraq, Afghanistan, Oman, Somalia, Angola, Filippine e Corea del Sud. “Stiamo sostenendo la famiglia di un cittadino britannico morto in Ucraina e siamo in contatto con le autorità locali”, ha fatto sapere il ministero degli Esteri di Londra.
Berlino: solo mezzo battaglione di Leopard 2 per l’Ucraina, in tutto 17 tank
Dopo le consultazioni con i partner Nato a Bruxelles, il ministro tedesco della Difesa Boris Pistorius ha detto che “non raggiungeremo la forza di un battaglione” di carri armati Leopard 2 per l’Ucraina, si tratterà quindi al momento di un mezzo battaglione. Lo riporta la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Oltre ai 14 carri armati promessi dalla Bundeswehr, infatti, solo il Portogallo è già pronto a fornire altri tre panzer del modello 2A6. Un battaglione ucraino è invece formato da 31 carri armati in totale. Pistorius ha però spiegato che la situazione potrà continuare a svilupparsi, in collaborazione con i partner. La Polonia, intanto, si appresta a inviare a Kiev altri 14 carri Leopard, ma del modello 2A4.
Nord Stream, Lavrov: il sabotaggio è diventato la ‘soluzione finale’ dell’Occidente contro la Germania
Le esplosioni avvenute sui gasdotti Nord Stream e Nord Stream 2 “sono diventate la ‘soluzione finale’ dell’Occidente alla questione del gas tedesco, in modo che la Germania non possa svolgere un ruolo indipendente e crescere come potenza europea di primo piano”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Lo riporta Ria Novosti.
Sabotaggio Nord Stream, Mosca chiede una riunione del Consiglio di Sicurezza Onu
La Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream del settembre scorso, dopo un’inchiesta pubblicata dal giornalista americano Seymour Hersh che indica come responsabili gli Usa con la complicità della Norvegia. Lo rende noto la missione di Mosca al Palazzo di Vetro, citata dalla Tass.
Studio Usa: almeno 6.000 bambini ucraini nei campi russi di rieducazione
L’Osservatorio sui conflitti, un programma sostenuto dal Dipartimento di Stato americano, che sta raccogliendo prove di presunti crimini di guerra e atrocità commesse dalla Russia in Ucraina, ha dichiarato che almeno 6.000 bambini ucraini sono stati “sistematicamente trasferiti” nei campi russi con particolare attenzione agli “sforzi di rieducazione”. L’Humanitarian Research Lab dell’Università di Yale, partner dell’iniziativa ha identificato almeno 43 strutture che vengono utilizzate per la rieducazione sistematica dei bambini. I campi sono pubblicizzati come ‘programmi di integrazione’, con l’apparente obiettivo di integrare i bambini ucraini nella visione del governo russo della cultura, della storia e della società nazionale”, osserva il rapporto. Almeno due dei campi hanno collocato bambini ucraini presumibilmente orfani presso famiglie affidatarie in Russia, e almeno altri quattro hanno sospeso il ritorno dei bambini alle loro famiglie in Ucraina.
Da stasera in Svizzera entra in vigore il price cap sul petrolio russo
In Svizzera entra in vigore stasera alle 18.00 il “price cap”, o tetto massimo, per i prodotti petroliferi russi. Lo ha deciso oggi il governo di Berna adeguandosi alle sanzioni adottate dall’Ue contro la Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca.
Il 4 febbraio scorso, precisa una nota governativa elvetica, Bruxelles ha adottato dei massimali di prezzo per i prodotti petroliferi provenienti dalla Russia, adeguando al contempo le relative disposizioni transitorie. Il commercio, l’intermediazione e il trasporto, ad esempio, di oli da riscaldamento provenienti dalla Russia o di origine russa sono consentiti solo se il prezzo al barile non supera i 45 dollari statunitensi.