LA GUERRA IN UCRAINA
Oggi è il 391° giorno di guerra
Vereshchuk: “Pace dopo il ritiro dei russi, leader cinese chiami Zelensky”
“Noi abbiamo i 10 punti avanzati dal presidente Zelensky e speriamo che la Cina stia con noi, dalla parte della verità e della giustizia – così in un’intervista al “Corriere della Sera”, la vicepremier ucraina, Irina Vereshchuk, a commento della visita di Xi Jinping a Mosca – i cinesi tengano conto che l’idea di imporre il cessate il fuoco è impossibile, se non preceduto dal ritiro russo dal territorio dell’Ucraina”, ha sottolineato la vicepremier che ha aggiunto riguardo la prevista telefonata tra Xi e Zelensky: “Sarebbe una mossa importante, hanno cose da dirsi”.
Vereshchuk: “Anche Hitler visitò Mariupol nel 1941 ed è bene ricordare che fine ha fatto”
Alla domanda se tema un invio di armi cinesi alla Russia, la vicepremier – intervistata dal Corriere – ha risposto di no: “Comporterebbe lo scontro diretto con l’Occidente. Penso che i dirigenti cinesi siano molto più intelligenti di quelli russi”. Rispetto invece alla richiesta a Mosca di rendere nota la lista dei bambini deportati, “non so cosa abbiano in testa. So però che la guerra finirà e loro saranno costretti a rendere conto dei loro crimini”. E sulla visita di Putin a Mariupol, “anche Hitler visitò Mariupol nel 1941 ed è bene ricordare che fine ha fatto”.
Soldati di Kiev a Sabaudia, l’appello al prefetto di Latina
“Dopo le notizie apparse su alcuni quotidiani riguardo l’addestramento di soldati ucraini a Sabaudia e in Sardegna, abbiamo deciso di scrivere al Prefetto di Latina, Maurizio Falco, per chiedere i chiarimenti che potrà darci sulla presenza di militari stranieri sul nostro territorio. Pur comprendendo la delicatezza dell’argomento e la conseguente segretezza di tutto quello che ruota intorno alla Difesa italiana, non possiamo nascondere la grande preoccupazione per l’argomento e soprattutto per la sicurezza dei nostri concittadini che vivono nelle zone limitrofe alla caserma Santa Barbara di Sabaudia e che forse, venuti a conoscenza degli eventi, possano temere per la propria incolumità”. Così in una nota il consigliere regionale Claudio Marotta e i parlamentari Filiberto Zaratti e Peppe De Cristofaro, esponenti di AVS del Lazio.
Fonti Ue: l’Italia firmerà il progetto per acquisti congiunti di armi
“In occasione della sessione congiunta del Consiglio Esteri-Difesa di oggi, 18 Paesi (17 Stati membri Ue più la Norvegia) hanno firmato il progetto dell’Eda (Agenzia Europea per la Difesa) per l’acquisto congiunto di munizioni. L’Italia non compare per ora tra i firmatari semplicemente perché al Consiglio non era presente il ministro Crosetto, che sottoscriverà il progetto con firma disgiunta”. Lo si apprende da fonti diplomatiche Ue.
L’accordo Eda di oggi – spiega la fonte – concerne l’acquisto congiunto di munizioni ed è collegato, ma non coincidente, con l’acquisto comune di armi per l’Ucraina (il cosiddetto pilastro due del piano). Il progetto Eda servirà agli Stati membri anche come piattaforma per poi fare gli acquisti congiunti in favore dell’Ucraina. Gli Stati membri che utilizzeranno il progetto Eda per l’Ucraina potranno in seguito chiedere un rimborso, a valere sulla nuova misura di assistenza dello European Peace Facility, in corso di approvazione e per la quale è previsto un finanziamento di 1 miliardo di euro aggiuntivo.
Non è invece previsto alcun rimborso per gli acquisti congiunti di munizioni per la ricostituzione delle scorte nazionali interne all’Ue nel quadro del medesimo progetto Eda. Oltre al progetto di Eda è possibile anche l’acquisto congiunto in consorzio con altri Stati membri.
Raab chiude la conferenza di Londra, raccolti 4,6 milioni per Cpi
“Sono stati raccolti 4 milioni di sterline in più” (4,6 milioni di euro) per sostenere le indagini della Corte penale internazionale (Cpi) sui crimini imputati ai russi nella guerra in Ucraina. Lo ha detto il ministro della Giustizia e vicepremier britannico, Dominic Raab, in una conferenza stampa al termine della conferenza di Londra fra i ministri della Giustizia di circa 50 Paesi partecipanti.
“La giustizia e la storia sono dalla nostra parte, ma serve pazienza”, ha aggiunto Raab riferendosi all’attività della Cpi che nei giorni scorsi ha emesso un mandato di arresto contro il presidente Vladimir Putin e un’alta funzionaria di Mosca. Il vicepremier rispondendo alla domanda di un giornalista ha detto che il leader cinese Xi Jinping, in visita a Mosca, potrebbe esercitare pressioni su Putin rispetto all’invasione dell’Ucraina ma non si aspetta molto in questo senso.
“La Cina come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e membro di spicco della comunità internazionale potrebbe e dovrebbe dire che le regole cardinali del diritto internazionale devono essere rispettate”, ha affermato Raab sottolineando che ogni azione di Pechino in questa direzione sarebbe benvenuta anche se non bisogna “avere aspettative troppo alte”.
Casa Bianca: “Putin vede in Xi una risorsa vitale perché la guerra va male”
Vladimir Putin vede in Xi Jinping una “risorsa vitale” perché la guerra in Ucraina “sta andando male”. È il giudizio del portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale Usa, John Kirby, per il quale Mosca e Pechino hanno inoltre un interesse comune a “sfidare” l’ordine internazionale sorto dopo la Seconda Guerra Mondiale. E tuttavia, ha aggiunto, Russia e Cina “non hanno alle spalle decenni di reciproca collaborazione e fiducia”. Il loro, ha aggiunto è un “matrimonio di convenienza”.
“Children of war”: un portale per contare i bambini deportati
Ci sono le fotografie, le date di nascita, la regione dalla quale risultano scomparsi. Sono i “Children of war”, i bambini della guerra. Anzi, i bambini vittime della guerra in Ucraina, ovvero tra quelli che dal 24 febbraio 2022 mancano all’appello, secondo l’omonimo portale governativo che aggiorna quotidianamente le drammatiche cifre. I dati più recenti recitano: 16.226 i minorenni ucraini che si segnala essere stati deportati dal 24 febbraio 2022 ad oggi, stando al National Information Bureau ucraino (ma la piattaforma rende anche conto di dati pubblicati da fonti aperte della Federazione Russa, secondo i quali il numero di bambini portati fuori dall’Ucraina raggiunge i 744.000). Per lo stesso periodo si contano 464 bambini morti e 935 feriti secondo l’ufficio del Procuratore Generale ucraino, 387 quelli che risultano ancora scomparsi stando alla Polizia, 308 invece sono stati restituiti e 10.576 sono stati ritrovati.