LA GUERRA TRA HAMAS – ISRAELE
Oggi è il 97° giorno di guerra
Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Daniel Hagari:”Abbiamo portato i giornalisti internazionali nei tunnel perchè potessero denunciare i crimini di Hamas ”
Il portavoce delle Forze di Difesa israeliane, Daniel Hagari, ha dichiarato questa sera che le forze israeliane hanno localizzato un tunnel dove gli ostaggi israeliani erano tenuti in “gravi condizioni nel sottosuolo”.
“Abbiamo portato i corrispondenti internazionali in modo che potessero denunciare i crimini di Hamas contro l’umanità”, ha dichiarato.
Il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi: “Nessun villaggio libanese è fuori dall nostra portata”
Il capo di stato maggiore israeliano Herzi Halevi ha detto che le sue truppe potrebbero distruggere qualsiasi villaggio all’interno del Libano,aumentando la retorica contro Hezbollah. “Abbiamo combattuto a Gaza, quindi sappiamo come farlo in Libano, se necessario”, ha detto Halevi, citato in unadichiarazione dell’esercito israeliano, a un raduno di soldati a Gaza. “Dopo quello che avete fatto, non c’è villaggio in Libano in cui non possiate entrare e distruggere”, ha aggiunto.
La rappresentante speciale per violenza sessuale dell’ONU visiterà Israele
La Rappresentante speciale del segretario generale per la violenza sessuale nei conflitti, Pramila Patten, ha accettato l’invito di Israele a visitare il Paese a fine mese per esaminare le accuse di stupro e altri reati sessuali commessi dai combattenti di Hamas durante e dopo il 7 ottobre.Patten ha ottenuto dal ministero degli Esteri dello stato ebraico l’autorità investigativa che le consentirà di parlare con i sopravvissuti e con gli ostaggi israeliani liberati.Hamas è accusata di diffusi crimini sessuali contro le donne all’inizio del conflitto, evidenziati in un’inchiesta del New York Times pubblicata il mese scorso. L’inchiesta ha rilevato “uno schema di stupri, mutilazioni e brutalità estreme contro le donne negli attacchi contro Israele”.
Il ruolo di Patten in Israele non è di natura specificamente inquirente, secondo il suo ufficio, che ha descritto la visita come un viaggio di raccolta di informazioni. L’ufficio ha dichiarato che Patten avrebbe informato la stampa a New York dopo la visita.Questa dichiarazione ha suscitato la preoccupazione di Mark Regev, consigliere speciale del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, durante un’intervista alla Cnn: “La sensazione di gran parte di Israele, e in particolare delle organizzazioni femminili, è che le Nazioni Unite siano arrivate in ritardo, ma suppongo che si possa dire ‘meglio tardi che mai’. Sono emerse le prove che Hamas usa lo stupro come arma di guerra [e] brutalizza le donne. Una delle tragedie, degli orrori di questa situazione è che la maggior parte delle donne stuprate viene uccisa o il loro corpo mutilato. Questi sono crimini terribili, terribili contro le donne, terribili crimini contro l’umanità”.Il Times ha citato un portavoce di Hamas, Basem Naim, che ha dichiarato che il gruppo accoglie in linea di principio “qualsiasi indagine neutrale, equa, trasparente e professionale”, ma ha insistito sul fatto che le prove di violenza sessuale dovrebbero provenire da “campioni biologici” ottenuti attraverso esami forensi.Tali prove sono notoriamente difficili da raccogliere in tempi di conflitto armato.
Hamas: “Gli ostaggi non torneranno vivi alle loro famiglie fino a quando Netanyahu non accetterà le nostre condizioni”
Gli ostaggi “non torneranno vivi alle loro famiglie fino a quanto Netanyahu e i comandanti dell’Esercito non accetteranno le condizioni” poste da Hamas, a cominciare dalla cessazione completa delle ostilità a Gaza. E’ la posizione ribadita da Hamas per bocca di un membro dell’ufficio politico del gruppo, Osama Hamdan, in una conferenza stampa a Beirut, durante la quale ha parlato anche del procedimento per genocidio che si aprirà domani all’Aja contro Israele: “Chiediamo alla Corte internazionale di giustizia di non cedere alle pressioni dell’amministrazione americana, che è un partner nella continuazione della guerra contro il popolo palestinese nella Striscia di Gaza”.
Secondo quanto comunicato dal portavoce dell’esercito israeliano, i due giornalisti uccisi a Rafah “erano membri di organizzazioni terroristiche di Gaza”
Secondo quanto comunicato dal portavoce dell’esercito israeliano Hamza al-Dahdouh e MustafaThuria, i due giornalisti uccisi durante un raid israeliano vicino Rafah, nel sud della Striscia lo scorso 7 gennaio, “erano entrambi membri di organizzazioni terroristiche di Gaza attivamente impegnate contro le truppe israeliane”. “Prima dell’attacco – ha spiegato la fonte – i due hanno azionato droni con una imminente minaccia per i soldati”.Thuria – secondo la fonte – faceva parte di Hamas mentre al Dahdouh era della Jihad islamica.