LA GUERRA IN UCRAINA
Oggi è il ventottesimo giorno di guerra
Secondo fonti americane esistono due visioni della guerra e i suoi possibili sviluppi, non contraddittorie, ma con potenziali esiti opposti. La prima è che Putin sta perdendo, si sente con le spalle al muro, e quindi pur di salvare la pelle alza il livello dello scontro, scatenando una tempesta di missili ipersonici, e considerando anche il possibile uso delle armi chimiche o quelle atomiche. Questo scenario rappresenta una grave minaccia esistenziale, ma parte dal presupposto che il capo del Cremlino è nei guai e non ha molte vie d’uscita. La seconda versione è che Mosca ha fallito gli obiettivi iniziali dell’invasione, però adesso ha corretto la sua tattica. Con i bombardamenti scatenati sulle retrovie ucraine non sta solo terrorizzando i civili, ma distrugge anche i depositi di armi, mezzi, carburanti e altri materiali logistici indispensabili per alimentare la resistenza. Così sta rovesciando la situazione, e trasformando l’iniziale sconfitta nel presupposto per una vittoria sul terreno, che potrebbe arrivare nel giro di un paio di settimane.
Di certo c’è che lo scenario di partenza era diverso. Putin forse immaginava una guerra-lampo, la ribellione dell’esercito a Zelensky e la sua destituzione in tempi rapidi. Non è andata così. E in più, come ha spiegato il generale Giorgio Battisti, è probabile che Mosca abbia inviato meno soldati rispetto a quelli necessari per un’avanzata rapida. C’è di più. «Sembra che la campagna d’Ucraina stia incontrando maggiori difficoltà del previsto in termini di avanzamento» ha detto ad Al Jazeera il professor John R. Deni, docente presso lo Strategic Studies Institute dell’US Army War College. «Questo è molto probabilmente il risultato di una scarsa pianificazione, di un morale scadente, di una logistica inferiore e della dura resistenza delle forze ucraine». Della stessa opinione il portavoce del Pentagono John Kirby, che ha parlato ieri con la Cnn: «Stiamo vedendo contrattacchi delle forze ucraine contro Mosca. I russi sono in difficoltà».