LA GUERRA IN UCRAINA
Oggi è il quarantanovesimo giorno di guerra
Caritas Mariupol: “Due nostre collaboratrici deportate in Russia”
“Due nostre lavoratrici sono state forzatamente portate in Russia“. Lo ha rivelato il direttore della Caritas di Mariupol, Fr. Rostyslav Spryniuk, in un’intervista a Tv2000. Le due donne si trovavano nella sede della Caritas Ucraina di Mariupol in cui sono morte sette persone (due erano operatori della Caritas Ucraina che si erano rifugiati lì con i famigliari) sotto i colpi di un carro armato russo. “Sono state portate con la forza in Russia – ribadisce il direttore – I soldati russi la chiamano ‘evacuazione volontaria‘ ma quando l’evacuazione è sotto la minaccia delle mitragliatrici non si può chiamare ‘volontarià”. Le due lavoratrici, ha spiegato il direttore della Caritas di Mariupol – la cui intervista a Tv2000, anticipata stasera dal Tg2000, andrà in onda integralmente domani 13 aprile alle 15.15 nel programma ‘Siamo noi’- “erano nel centro Caritas ma in un altro edificio. Si sono salvate perché si trovavano sotto le scale. Sono state coperte dalle macerie ma sono riuscite a scavarsi una via d’uscita. Non possiamo rivelare i loro nomi, per non metterle in pericolo”.
“Bombe al fosforo su Zaporozhia”
“Gli occupanti russi continuano a commettere crimini di guerra bombardando edifici residenziali in insediamenti pacifici, anche con munizioni proibite. La notte del 12 aprile, il villaggio di Novoyakovlivka è stato bombardato da bombe al fosforo. A causa del tempo piovoso non ci sono stati incendi, nessuno è rimasto ferito o ucciso. Ci sono case danneggiate”. Lo ha riferito la comunità territoriale di Komyshuva, nella regione di Zaporozhia, citata da Ukrinform.
Procuratrice ucraina: “Si indaga su oltre seimila crimini di guerra”
La procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, ha detto che al momento sono oltre seimila, per la precisione 6.036 i casi di crimini di guerra commessi dalla Russia in Ucraina e su cui sono aperte indagini. In particolare Venediktova ha parlato del massacro a Bucha, vicino a Kiev, dove domani effettuerà un nuovo sopralluogo. “Qui stiamo ancora riesumando cadaveri dalle fosse comuni“, ha detto in un’intervista alla Cnn, precisando che quello che ha constatato sul campo non sono solo “crimini di guerra ma anche contro l’umanità”.
Quanto agli eventuali processi contro i responsabili, tema che si sta discutendo da giorni anche negli Stati Uniti e in Europa, la procuratrice ha dichiarato che l’Ucraina “vuole perseguire questi criminali nel Paese, in tribunali ucraini”. Ma “ovviamente c’è anche il percorso della Corte penale internazionale”. Al momento ci sono oltre 500 sospettati, inclusi alti ufficiali militari e alti funzionari russi.
Catturato l’oligarca ucraino filo Putin Viktor Medvedchuk
Il presidente Zelensky ha postato una foto dell’oligarca ucraino filo russo Viktor Medvedchuk in manette. Secondo il presidente sarebbe stato arrestato durante un’operazione speciale. Medvedchuk è alleato e amico personale di Vladimir Putin (che è padrino di una delle sue figlie) ed è stato capo dello staff dell’ex presidente ucraino filo russo Leonid Kuchma. Uomo di fiducia del Cremlino a Kiev fin dai tempi della Rivoluzione arancione, Medvedchuk era il nome che circolava nel caso Putin fosse riuscito a installare un governo fantoccio in Ucraina. Accusato dal governo di Zelensky di «alto tradimento» per il sostegno ai separatisti e lo sfruttamento illegale di risorse in Crimea, il 13 maggio 2021 finì agli arresti domiciliari, dopo il sequestro dei beni di famiglia (compreso un oleodotto) e l’oscuramento delle tre TV (112, NewsOne e ZIK) utilizzate per la campagna filorussa. Ma poi era riuscito a fuggire. Il super yacht Royal Romance (92,5 metri) ormeggiato a Fiume e ritenuto di sua proprietà è stato sequestrato dalle autorità croate.
Zelensky alla Russia: Medvedchuk in cambio nostri soldati
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proposto uno scambio di prigionieri dopo la cattura di Viktor Medvedchuk, oligarca ucraino tra i fedelissimi del leader russo Vladimir Putin. «Propongo alla Federazione russa lo scambio di questo tizio dei vostri» per uomini e donne ucraini catturati dalle forze di Mosca durante l’invasione.