LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO
La sconfitta con l’Ascoli crea grosse nuvole sul mondo Lecce
Contro l’Ascoli la squadra leccese ha offerto l’ennesima prova incolore con l’aggravante di non essere riuscita, come in passato, a rimediare portando a casa almeno il punticino di un pareggio rimediato sul filo di lana. Dall’inizio della stagione, i giallorossi, stanno dimostrando una certa difficoltà, che da oggi può dare la stura ad una vera e propria crisi, a conquistare l’intera posta. In altre occasioni la prolificità della prima linea ha compensato (salvo col Pisa) le sbavature più o meno clamorose della fase difensiva del proprio gioco, ieri Coda ha sbagliato due occasionissime e Mancosu ha fallito un penalty che avrebbero ancora una volta messo a tacere le critiche. Non è successo ed i due cecchini hanno fallito e quindi tutti salgono sul banco degli imputati. Non è esente da colpe anche lo stesso Corini che, come doveroso, si è assunte le proprie responsabilità nelle dichiarazioni del dopo partita.
Non si può decifrare il percorso della squadra. Non mi sembra che sia stato mai un cammino da grande squadra, anche se come tale viene presentata da tutti, in ogni match giocato ci sono ampie zone d’ombra con particolare riferimento a quella contro il Brescia (0-3) con il Pisa (0-3) con l’Empoli (0-2 poi rimediato a 2-2) ed infine ieri con l’Ascoli assoluto dominatore della scena in ogni zona del campo.
Sottil, dalla sua poltrona in tribuna (era squalificato), ha tele guidato la squadra imbrigliando le fonti del gioco leccese (Tachtsidis e Mancosu guardati a vista) con Sabiri e Bidaoui che hanno fatto il loro comodo a centro campo dettando la manovra offensiva e impostando i contrasti.
Mi si potrà obiettare che il Lecce è stato sfortunato in occasione delle occasioni mancate ma non si può parlare di sfortuna quando si sbaglia in maniera così clamorosa da far sorgere dubbi sui giudizi favorevoli espressi in passato, anche da me stesso. Coda e Mancosu ieri hanno in pratica condannato il Lecce ad una sconfitta che nessuno si aspettava ma che con il volgere dei minuti diventava sempre più logica conseguenza di quanto stavamo vedendo.
Alla ventunesima partita della stagione, ieri, il Lecce non ha mostrato ancora di aver una propria personalità di squadra e se sta dove sta in classifica lo deve solo agli exploit dei singoli componenti della formazione mandata in campo da Corini che spesso ha rimediato a situazioni difficili con cambi dettati dal momento. Ieri il Lecce ha fornito un’altra prestazione scadente, svogliata, presuntuosa, senza idee, senza gioco. Forse, come si suole dire, ha sbagliato l’approccio ed è rimasto sorpreso e sconcertato dallo spirito dell’avversario che ha messo in campo tutto lo scibile calcistico oltre alle doti tecniche di alcuni suoi elementi. Mi pare di poter dire che nel silenzio assordante del “Via del mare” ieri la penultima in classifica Ascoli ha fatto un figurone ed ha vinto, in rimonta, senza rubare nulla.
Ora non resta che concentrarsi sul prossimo impegno (per fortuna tra pochi giorni) che sarà giocato ancora a Lecce per tentare di ripartire subito.
Dopo ieri i due primi posti diventano ancora più lontani e solo un cambio radicale può far sperare ancora; per il posto fra le contendenti, via paly off, alla terza poltrona utile c’è ancora spazio perché se è vero che il programma societario è triennale è vero pure che è meglio cogliere le possibili occasioni subito senza rimandare a poi. Potrebbero non tornare.
Ernesto Luciani