LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO LECCE vs SALERNITANA 20ª
Il Lecce in fase involutiva getta al vento una seconda occasione per allontanarsi dalla zona calda
I risultati delle ultime due partite portano a pensare al Lecce come una novella Penolope, dopo aver fatto una bella serie di prestazioni ed aver guadagnato 20 punti in diciotto partite pare voglia disfare tutto consegnando la palma della vittoria agli avversari per due volte di seguito. Le due sconfitte subite diventano vere e proprie batoste se si considera che il vincitore di turno è u diretto concorrente alla lotta per la salvezza. È vero che il margine tra i giallorossi e la terz’ultima posizione (Verona a 12 punti con una partita in meno, però) è rassicurante ma se il trend è questo non ci vorrà molto per depauperare quanto di buono si è fatto sinora.
Non sono dell’idea che siano diventati improvvisamente dei brocchi ma è estremamente importante che si ponga maggiore attenzione a tutto perché perdere fiducia sarebbe il male più grave che potrebbe assalire la squadra.
Il Lecce più che leccarsi le ferite, a mio avviso, deve fare un esame di coscienza molto approfondito ed individuare le cause che hanno portato a questi due insuccessi.
Col Verona, forse, si è peccato di presunzione e poi non si è trovata la forza per reagire? Con la Salernitana, invece, mi sembra che sia venuta fuori tutta l’inesperienza del gruppo (il Lecce è la squadra più giovane del campionato e l’esperienza si conquista solo col tempo); gli uomini di Nicola dopo aver colpito in avvio (entrambi i gol sono stati propiziati da errori dei giallorossi) hanno messo in atto tutti i trucchi e trucchetti che si adottano quando, una volta in vantaggio, si deve solo arrivare alla fine. I I due ko consecutivi contro Verona e Salernitana, sono ancor più pesanti se si considera la bagarre salvezza a cui queste società, oltre ad almeno altre quattro (Cremonese, Spamdoria, Sassuolo e Spezia) saranno costrette a partecipare per conquistare il diritto a conservare il posto nella massima serie calcistica italiana.
Ieri sera, giusto per un cenno tecnico/tattico alla partita, si è evidenziata l’assoluta necessità di avere sempre al massimo Strefezza e Di Francesco e per farlo bisogna trovare un sistema di gioco che non li costringa a frequentissimi ritorni sino alla propria aerea, cosa che, ovvio, ne esaurisce prima la carica atletica.
Un’altra annotazione che mi pare giusto fare è che almeno negli ultimi dieci minuti (tenuto conto anche degli ampi recuperi quasi sempre accordati) quando il risultato non è favorevole, Baroni deve provare a giocare con due punte per tentare di scardinare difese che diventeranno sempre più arcigne.
Eugenio Luciani
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