LA PARTITA VISTA IL GIORNO DOPO – Napoli vs Lecce
Il Lecce con una prova intensa blocca il Napoli e apre al futuro
C’è un vecchio adagio leccese che recita così “mattune subbra mattune e se ‘ntisa ‘nu parìte” e vuol significare che mattone dopo mattone si alza un muro, traslato al calcio sarebbe punto dopo punto si conquista la salvezza.
Ed è quanto ha fatto il Lecce a Napoli conquistando, con merito ma soprattutto con tanto spirito di sacrificio, un punto che vale tanto, anzi tantissimo perché nell’immediato vale per la classifica ma è ancora più pesante per lo spirito dei giallorossi.
A leggere la formazione del Lecce con attenzione si nota che nell’undici sceso in campo c’erano giovani ancora alle prime esperienze nel massimo campionato ma nessuno ha tremato nella bolgia del “Maradona” e col passare dei minuti ognuno si è reso interprete della sua parte con maggiore convinzione e sempre più auto fiducia.
I giallorossi per molti, ieri, erano dati per vittima sacrificale della macchina azzurra che solo qualche giorno prima aveva tramortito il Monza sotto una valanga di reti.
Certo Spalletti ha forse ecceduto nel turnover ma neppure Baroni è andato leggero visto che erano ben quattro i giocatori che nell’impegno contro l’Empoli non erano partiti dal primo minuto.
Uno di questi, Colombo, è stato il protagonista assoluto della partita; non ha giocato oltre le proprie possibilità, non ha governato il gioco della squadra ma è stato il protagonista di due momenti topici della partita.
Ha dimostrato grande sicurezza quando, decretato il rigore a favore del Lecce, si è impossessato del pallone mettendo tutti d’accordo e con il bene placido di Baroni; poi i fischi dello stadio lo hanno indotto a calciare (molto bene, tanto da segnare malgrado l’intervento di Meret) per poi strozzare in gol la gioia del primo gol in campionato (ed a Napoli) perché l’arbitro non aveva ancora dato l’ok per riprendere il gioco. Colombo si accinto a battere dagli undici metri una seconda volta e Meret, scommettendo sulle scelte dell’avversario, si è buttato dalla parte giusta mettendo in angolo.
A quel punto, e con l’aggravante che dopo due minuti il Napoli era riuscito a sfondare la Marginot giallorossa, si poteva pensare ad un blocco mentale del giovane Colombo ed invece no su suggerimento di Hjulmad, a quasi dieci minuti dal rigore fallito, ha stoppato il pallone e da fermo ha lasciato partire un missile telecomandato che si è insaccato nel sette della porta degli azzurri rimettendo il risultato in parità.
La partita poi è andata vanti sui binari che si sapeva potesse percorrere: Napoli all’atta e Lecce a difendere a tentare qualche sortita in avanti.
La ripresa è stata quasi un monologo dei padroni di casa e questo ci ha dato un’altra conferma della buona politica attuata da Corvino al calcio mercato.
Sugli scudi ecco il portiere Falcone che potendosi occupare degli avversari e basta e senza colpi di gran classe da parte loro è riuscito a tenere inviolata la propria porta con interventi precisi ed efficaci. Falcone e Colombo sono una nuova conferma del principio corviniano “puoi sbagliare la moglie ma non il portiere e la prima punta”
Eugenio Luciani
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