LA RIFORMA SULLE CdC VA AVANTI SENZA TENER CONTO DEL VOLERE DELLA BASE
ALEA IACTA EST: approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri del 25 agosto 2016 il decreto legislativo di riordino delle Camere di commercio.
Ecosistema camerale: “Dal Cdm ancora un testo penalizzante e nessun ascolto della base. Continueremo a rivendicare una giusta riforma”.
Soddisfazione del Governo e, in particolare del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per l’approvazione, ieri pomeriggio nel corso del primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, del testo di decreto legislativo di attuazione della legge delega n.124/2015 nella parte riguardante il riordino delle Camere di commercio.
Una riunione nella quale si è discusso del terribile terremoto che ha colpito il Centro Italia e delle misure di emergenza per la ricostruzione. Un dramma per il quale profondo è il dolore e massimo è il rispetto degli uomini e delle donne di Ecosistema camerale che nella circostanza, nonostante l’imminenza del Cdm, hanno scelto il silenzio, anche sui social, in segno di assoluto riguardo verso le vittime. E il pensiero resta ancora a quanti stanno soffrendo per la perdita dei loro cari e per tutti coloro che, meritevolmente e incessantemente, stanno prestando soccorso alle popolazioni colpite dal sisma.
E con rispetto, con la consapevolezza piena delle priorità, Ecosistema vuole, però, riaffermare che l’attuazione della riforma ipotizzata – varata in prima lettura per poterla sottoporre all’iter previsto – non porterà alcun vantaggio al sistema imprenditoriale e non sarà utile al miglioramento di questa parte di Pubblica amministrazione. Al contrario di quanto è stato affermato al termine della riunione, non vi sono stati nessun confronto, nessuna partecipazione, nessun ascolto delle proposte, al contrario veramente innovatrici, pervenute dalla base, neppure quando queste garantivano un 1 miliardo di euro all’anno di costi in meno a carico delle imprese.
Se questi sono i presupposti, se per oltre due anni gli operatori del Sistema camerale sono rimasti inascoltati, nonostante le numerose proposte presentate, allora iniziative come Open Government Forum rischiano di rappresentare solo operazioni di immagine.
Invece, dalle ben confezionate slide pubblicate sul sito del Ministero dello Sviluppo economico, in attesa di un testo tenuto riservato per mesi, emerge per le Camere di commercio un quadro fatto di taglio di risorse e funzioni, con gravi rischi per i territori, così fragili e così bisognosi di Enti intermedi vicini e attenti, per le imprese, che probabilmente dovranno richiedere gli stessi servizi fino ad oggi assicurati dalle Camere a soggetti di natura privata, con finalità di lucro e assenza di terzietà (con un verosimile incremento dei costi e altrettanto probabile decremento di esperienza e professionalità) e, non da ultimo, per i lavoratori, destinati a mobilità, nel migliore dei casi, e a un improbabile riassorbimento per quelli in regime di diritto privato.
Dalle slide invece non emergono quali saranno i benefici per le imprese, ad eccezione della riduzione del 50% del diritto annuale (è bene ricordare che nella maggioranza dei casi corrisponde a circa 50 euro annui), nulla riguardo alla semplificazione, alla sburocratizzazione, all’innovazione, temi dei quali il Governo discute da mesi e che dovrebbero essere assolutamente prioritari per una reale ripresa economica del Paese.
Resta, peraltro, irrisolta la questione di un reale cambiamento nel sistema di governance (che non può essere, come sostenuto nelle slide del Mise, il rafforzamento del controllo ministeriale), per il quale, diversamente da quanto previsto dalla legge delega, non è in effetti prevista una forma di partecipazione diretta delle imprese al governo delle Camere di commercio e, men che meno, è rispettato, come dovrebbe essere in ogni Organismo democratico, il sacrosanto principio del “No taxation without representation”.
Ecosistema camerale continuerà ad esercitare nel corso dei prossimi mesi la funzione di advocacy delle competenze operanti nelle Camere di commercio italiane e del ruolo degli Enti camerali a sostegno del Paese, anche affiancando e sostenendo iniziative sindacali a tutela del lavoro e del servizio pubblico.
Non è finita, insomma, e noi non ci arrendiamo, affermando con forza il diritto a partecipare e ad una giusta riforma.
ESC – Ecosistema camerale