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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO

RIDATEMI IL MILIONE di Andrea Pasquale

                                                                  “Ridatemi il milione: Cronache cinesi di un fallimento annunciato” di Andrea Pasquale è un romanzo a 3D: divertente, dissacrante e destabilizzante.

Raccontato in prima persona dalla protagonista Bevvy, giovane e avvenente ragazza italiana capitata in Cina per una scommessa fatta in un momento di debolezza alcolica. Si dovrebbe applicare la dicitura “Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti non è da ritenersi puramente casuale” perché è una storia sapientemente romanzata ma basata su personaggi e vicende reali.

Bevvy è ricca di spirito di iniziativa e autoironia, strumenti con cui affronta tutte le sue numerose peripezie ed è molto ben caratterizzata attraverso le sue stesse parole ed i dialoghi intimi con Genoveffa (il suo grillo parlante, l’istinto che la mette in guardia dal cacciarsi nei pasticci e che lei, naturalmente, ignora), è un personaggio a cui ci si affeziona subito; la incontriamo in una stazione di polizia dove, applicando il “metodo Jalisse”, racconta con fiumi di parole gli avvenimenti che l’hanno portata, dopo aver aperto un risto-pub italiano, al furto di un camion carico di mobili e quindi all’arresto.

E’ una lettura veramente spassosa, ogni personaggio viene caratterizzato attraverso nomignoli che ne evidenziano le tipicità, e così abbiamo Sgrammongolo, amico mongolo che parla come un Minion, Comodino come il mobiletto che tutti sappiamo esserci ma non vediamo, Frankencin che deve il nome al suo aspetto che è quella di un Frankenstein cinese, e mi fermo qui perché già mi scappa da ridere.

Ogni capitolo è introdotto dalla strofa di una canzone o da una citazione pertinente al contenuto del capitolo stesso, stratagemma interessante e accattivante: vi troverete spesso a canticchiare o a cercare su YouTube il brano.
Simpatizzando con Bevvy scopriamo come noi Italiani veniamo visti dal cinese “medio” e viceversa.
Anzi, direi che l’ironia dirompente della vicenda narrata crea delle crepe sul concetto tanto decantato dell’efficienza del sistema e della burocrazia con un’incisiva descrizione della Cina di oggi, un Paese che si apre al futuro nonostante le sue difficoltà e, pur rappresentando una meta preziosa per chi in Italia non riesce a trovare una dimensione lavorativa soddisfacente, non è propriamente il mito di El Dorado.
Il romanzo, al primo livello di lettura, è senza dubbio leggero e davvero piacevole ma non manca l’ombra del disincanto e una vena di malinconica tristezza; io lo consiglio vivamente per trascorrere qualche ora tra un sorriso con un retrogusto in parte amaro e una grassa risata.

luciani.2006@libero.it

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