L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO
CHE C’ENTRA L’AMORE di Maurizio, Preti
“Che c’entra l’amore” è un romanzo che scava in temi diversi, offrendo al lettore una lettura dinamica, sorprendente e coinvolgente.
Maurizio Preti ha una bella penna, ritmata, scorrevole, capace di affrontare argomenti forti, magari anche scomodi, ma con la giusta correttezza e delicatezza, senza per questo togliergli verità.
Il libro attrae e trasporta dentro il suo mondo, una dimensione avvolgente ricca di sorprese e capovolgimenti.
I personaggi sono ben caratterizzati, diversi sotto il profilo caratteriale e dell’agire. Magari all’inizio potremmo trovare qualche stranezza, dubitare di determinati atteggiamenti, ma nel prosieguo queste perplessità si appianano perché si comprende, si conosce meglio il soggetto agente e, soprattutto, abbiamo modo di renderci conto che ogni persona è a sé, diversa da noi, quindi ciò che a noi appare strano, può essere del tutto sensato per un altro. Preti è bravo anche in questo, nel mantenere l’unicità dei suoi personaggi senza appiattirli.
Nei primi capitoli “Che c’entra l’amore” appartiene al genere romance, mostra una precisa e importante coscienza sociale esplorando il tema dell’immigrazione, con particolare attenzione all’integrazione e sfocia poi in un giallo intrigante che parla di crimini contro la persona e la natura.
Ogni elemento dell’opera è coerente, perfettamente integrato e nessuno stona, ma arricchisce una trama di respiro che può incontrare i gusti di diversi lettori.
L’autore parla di un amore complicato, che trova molti ostacoli perché infrange convenzioni, usi rigidi e mette in campo la morale e la fede. L’amore, quando è condiviso e forte, dovrebbe essere sempre bello e giusto.
Fra queste pagine si scopre che non sempre è così e che il conflitto dovere/volere, può essere lacerante. Fa riflettere come viene raccontato, arrivando a dare sfumature psicologiche all’intera costruzione.
Parlando di integrazione, Preti accende i riflettori sull’essere diverso che è più concetto mentale, di retaggio storico/culturale, che reale. Vedere nello straniero il male è semplice, comodo, molto più che comprendere e vedere che il marcio è in casa, nascosto in un tacito servilismo verso i potenti che per denaro e conoscenze fanno di tutto e nessuno sembra in grado di fermarli.
“Che c’entra l’amore” cresce nel ritmo con il procedere dei capitoli, mostrando un percorso di cambiamento nel protagonista, una presa di coscienza e di posizione che non solo piace, ma invita alla riflessione. Il finale poi regala un colpo di scena che fa vedere in modo diverso tutto ciò che è stato letto in precedenza, una vera bomba che si assorbe a occhi sgranati.